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Premio Paolo Volponi 2012

di | in: Cultura e Spettacoli

Premio Volponi

IX Edizione  15 novembre – 1 dicembre

 

Sabato 24 novembre

Fermo – Sala dei Ritratti

Spazi e diritti collettivi”

Giornata di studio in ricordo di Joyce Lussu

Ore 9.30

Saluti istituzionali

Nella Brambatti , Sindaco di Fermo

Giuseppe Buondonno , Assessore alla Cultura della Provincia di Fermo

Francesco Chiapparino, Università Politecnica delle Marche e direzione

di “Proposte e ricerche”


Introduzione – Luigi Rossi , “Proposte e ricerche”

Gli antenati di Joyce. Una storia di famiglia tra collettivo e privato

Presidenza – Alberto Grohmann, Università di Perugia


Joyce Lussu e il suo pensiero

Fabio Bettoni , Università di Perugia

Spazi e diritti collettivi nel pensiero di Joyce Lussu

Ileana Chirassi Colombo , Università di Trieste

La dimensione antropologica dei lavori di Joyce Lussu


Ricerche e proposte nell’Italia centrale

Olimpia Gobbi, “Proposte e ricerche” Le Marche

Natascia Ridolfi , Università di Chieti-PescaraL’Abruzzo

Marina Caffiero , Università La Sapienza di Roma Il Lazio

Claudio Canonici, Università della Tuscia

Usi civici e spazi collettivi nel Lazio in età napoleonica

Ore 14.30

Presidenza – Alfredo Luzi, Università di Macerata

Augusto Ciuffetti, Università Politecnica delle Marche L’Umbria

Alberto Melelli, Università di Perugia


Spazi e diritti collettivi: un approccio geografico

Interventi

Pietro Nervi, Centro studi e documentazione sui demani civici

e le proprietà collettive – Università di Trento

Assetti fondiari collettivi e strategie di governo dei territori

Gabriella Corona, ISSM-CNR di Napoli

La questione dei commons in Italia

Roberta Biasillo, Università di Bari

Demani e usi civici in età liberale

Conclusioni – Luca Mocarelli, Università di Milano Bicocca

Spazi e diritti collettivi nell’Italia settentrionale e un approccio comparativo tra Alpi e Appennini


Urbino, Teatro Comunale “R.Sanzio”, ore 10,00

Convegno internazionale di studi su Paolo Volponi

Il ritorno del trauma. Le apocalissi di Volponi.”

A cura di Emanuele Zinato

Partecipano: Romano Luperini, Francesco Muzzioli, Gabriele Fichera, Salvatore Ritrovato, Daniele Giglioli, Alfonso Berardinelli, Igor Tcheoff, Umberto Piersanti

Sabato 24 novembre il Premio Volponi si offre con un doppio appuntamento: a Fermo e a Urbino.

A Fermo, alla Sala dei Ritratti, si terrà una giornata di studio in ricordo di Joyce Lussu nel centenario della nascita. L’incontro, introdotto da Luigi Rossi, si articolerà su diversi temi tra cui: Joyce Lussu e il suo pensiero, Ricerche e proposte nell’Italia centrale, Spazi e diritti collettivi: un approccio geografico. Partecipano: Luigi Rossi, Fabio Bettoni, Ileana Chirassi Colombo, Olimpia Gobbi, Paola Pierucci, Paola Nardone, Natascia Ridolfi, Marina Caffiero, Augusto Ciuffetti, Gabriella Corona, Roberta Biassillo, Alberto Melelli. Conclusioni: Francesco Chiapparino.

Nella stessa giornata a Urbino si terrà il Convegno internazionale di studi su Paolo Volponi “Il ritorno del trauma. Le apocalissi di Volponi” a cura di Emanuele Zinato, partecipano: Romano Luperini, Francesco Muzzioli, Gabriele Fichera, Salvatore Ritrovato, Daniele Giglioli, Alfonso Berardinelli, Igor Tcheoff, Umberto Piersanti.

Nota di Emanuele Zinato

Con Angelo Ferracuti, Enrico Capodaglio, Massimo Ghezzi e Massimo Raffaeli abbiamo scelto per questa giornata il tema: “Il ritorno del trauma. Le apocalissi di Volponi”. Perché? Gli anni Zero del nuovo millennio ci segnalano una probabile inversione di marcia rispetto al disincanto postmoderno, nel segno del ritorno del tragico: Volponi, ancora emarginato dal canone, (la censura economica di un’editoria diventata appendice servile dei grandi network imperiali, grava sui suoi libri in gran parte introvabili…) ritorna oggi a parlarci. Lui che mai per un istante ha creduto nella letteratura esangue, nel gioco intertestuale. La scrittura di Volponi fa i conti con tutti i possibili significati della “Fine del mondo”: l’apocalisse culturale, in senso antropologico – demartiniano e pasoliniano, la desertificazione ecologica, la catastrofe nucleare, il tramonto della solidarietà di classe e della progettualità industriale. Egli si rivela in ciò come il più significativo tra gli scrittori della sua generazione: quella che ha vissuto il trauma e il trapasso dall’Italia premoderna a quella postmoderna, passando repentinamente attraverso il sogno/incubo della guerra e poi della modernizzazione industriale. L’apocalisse culturale è rappresentata da Volponi nelle forme di un mito personale ossessivo: appenninico, “naturale” e rinascimentale (tutta la prima fase della poesia, Il lanciatore di giavellotto); ma anche in quelle della la catastrofe atomica, o nell’apologo dello scontro tra pulsioni animali e corporee e tecnologia pervertita a strumento di guerra e di profitto (Il pianeta irritabile, Corporale). La catastrofe operaia (la fine della speranza di una democrazia industriale per la vittoria suicida di un capitale ciecamente finanziario) nelle forme di un’epica cavalleresca degradata e cosmica (Con testo a fronte, Nel silenzio campale, Le mosche del capitale, il frammento incompiuto de la Zattera di sale). Anche la sua utopia – spesso sottolineata dalla critica – è dialetticamente abitata dalla catastrofe e dall’esplosione (La macchina mondiale si conclude con Anteo Crocioni il contadino-filosofo che esplode abbracciato alla sua statuina imbottita di esplosivo). E infine, la qualità stessa della scrittura, che in ogni sua cellula microstrutturale, sembra contenere qualcosa di irrisolvibile e esplosivo, di liquido e di incandescente.

Ne discuteremo con critici di generazioni diverse, Alfonso Berardinelli , Igor Tcheoff , un italianista che insegna nelle università di Uppsala e Stoccolma, Francesco Muzzioli, che insegna Teoria della letteratura alla Sapienza, Daniele Giglioli che insegna Letterature Comparate all’università di Bergamo; un giovane critico Gabriele Fichera (autrice di un libro sul saggismo in Volponi Tolto dall’io, preso dalla storia). e Salvatore Ritrovato poeta e docente di Letteratura Italiana a Urbino, a Urbino


Emanuele Zinato (Venezia 1958) lavora presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Padova. Ha pubblicato saggi su questioni di critica e teoria della letteratura e su numerosi scrittori del secondo Novecento (Calvino, Vittorini, Fortini, Primo Levi, Bilenchi, Zanzotto, De Signoribus). In contatto con Paolo Volponi fin dal 1990, ha curato due raccolte di prose volponiane (Scritti dal margine, Manni, Lecce 1994; Del naturale e dell’artificiale, Il lavoro editoriale, Ancona 1999) e la raccolta delle Poesie 1946-1994 (Einaudi, Torino 2001) e ha pubblicato la monografia Volponi (Palumbo, Palermo 2001).





23 Novembre 2012 alle 22:29 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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