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Cultura sambenedettese e spedizioni punitive

di | in: Cactus, Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

Kostabino

San Benedetto, notte fonda. Due grosse auto grigie passano e ripassano lungo l’anello dell’isola pedonale. Strano. Non c’è movida , né anima viva. Spiccano solo le note moderne sculture, coi “figlioletti” freschi ai piedi. Ma neanche i ciechi girano di notte. Le telecamere fisse di sorveglianza inquadrano via Curzi, tra le “zebre”: d’improvviso le due macchine si fermano, scende gente eccitata…

Puntano dritto su “Sberleffino” (figliodi “Sberleffo” di Ugo Nespolo), che quasi dormiva. Sberleffino, simpatico, educato, torinese, accenna un goffo saluto, cciaoo… E’ la sua salvezza, perché li prende di sorpresa. Rimedia “solo” due schiaffoni che gli staccano di netto il lungo riccio nero di cui andava fiero. Ahi-Ahi, piangnucola. A trenta metri,“Ubuino” (figlio di “UBU” di Enrico Bay) vede la scena, ma non può scappare. D’istinto alza ancora di più le mani e sorride sorride a tutta bocca. SBANG, terrificante sberla anche a lui, ma non avendo in testa il riccio non glielo staccano. Ahi-Ahi, che dolore pataphysico… Dietro il negozio di mutande, “Principino” (figlio del“Principe” di Paolo Consorti) già trema. Supplica: pietà, vedete come zoppico, devo stare su un piede solo, c’ho pure il bastone! Ahi-Ahi preventivo, i giovinastri sembrano aver pietà e non lo menano. Si dirigono laggiù, verso “Kostabino” (figlio di “To See Trough” di Mark Kostabi): la spedizione punitiva si concentrerà sul piccoletto nero. Quante gliene danno! Lui niente Ahi-Ahi, si lamenta in inglese, chi lo capisce. Altro che botte, è un’esecuzione feroce. STRUNK, lo strappano dal piedistallo, gli spaccano gambe e caviglie. Muore. Lo portano via in un sacco nero nel bagagliaio del SUV. Adesso indagini. Campa cavallo. Magari interrogano pure i ciechi… (*)

 

Sberleffo e Sberleffino

Sberleffo e Sberleffino

San Benedetto è così, non tollera l’arte. Specie le sculture d’arte moderna. A partire dalla grande scultura-di-parole Lavorare Lavorare Lavorare preferisco il rumore del mare” di Nespolo, ritenuta offensiva (!), minacciata di essere rispedita al mittente, e poi imbrattata e spietatamente osteggiata specie dai post-fascisti che raccolsero pure le firme per farla smontare. Gli stessi “VALE & TINO” di Marco Lodola sono stati presi a sassate, feriti, mutilati. Mandati proprio all’ospedale, con fratture multiple. Curati e riparati, non vogliono più tornare, né qui li vogliono più. Il grande Ominide di Kostabi, nonostante il suo messaggio di pace, ha raccolto solo odio. Un paio di anni fa gli spaccarono la “finestra” sul cuore. Per dileggio lo chiamano Lu Mammùcce. Anche le altre sculture del centro non sono trattate meglio, tranne l’Elefantino di Salvo. Forse perché serve a placare i bambini rompicoglioni, che altrimenti s’ingozzerebbero di gelato.

 

Strana cultura la nostra. O forse siamo avanti, primi della classe in tutto come sempre, e perciò intendiamo l’arte in maniera ancor più intelligente… La verità è che vorremmo far piazza pulita di questi pupazzi, grandi e piccoli, per far mettere in ogni luogo gli enormi utilissimi e artistici pannelli solari . Per queste installazioni, lo vedete, niente spedizioni punitive! Come sappiamo prendercela con i “piccoli”, noi, invece che coi “grandi”…

 

 

SBT, 8. 5. 2013                    PGC

(*) 2013-05-11 – Ritrovata la miniatura della statua di Kostabi

 

L’opera è stata riconsegnata al Sindaco dal Capitano Vaccarini e dal tenente Loiacono dei Carabinieri

https://www.ilmascalzone.it/2013/05/dalla-citta-462/




11 Maggio 2013 alle 15:20 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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