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Bruce Springsteen & the E Street Band @ Stade de France, Parigi – 29.06.2013

di | in: Primo Piano, Recensioni

 

L’equivoco con cui più spesso si illudono i supporter italiani di Springsteen è quello secondo cui il Boss riserverebbe le sue performance migliori al nostro Paese. Basterebbe andare una sola volta a vederlo suonare all’estero per accorgersi dell’errore. I fortunati presenti allo Stade de France, per l’unica tappa francese del Wrecking Ball Tour 2013, per esempio, hanno assistito ad una esibizione superlativa, di sicuro una delle più muscolari, adrenaliniche e divertenti degli ultimi anni.

 

Che si tratti di una serata speciale lo si capisce già prima delle 18, quando il rocker del New Jersey, in t-shirt bianca e wayfarer neri, si presenta sul palco con la sola Tekamine acustica e infila This Hard Land, Burning Love e Growin’ Up per la gioia degli aficionados che già presidiano il pit e parte delle gradinate. Sono solo alcuni minuti di pre-show, più che sufficienti però per lasciar intuire le coordinate della serata preparata per Parigi, una di quelle serate in cui si può star certi che il Boss non mollerà un minuto, non arretrerà di un centimetro dall’eterno proposito di dare al suo pubblico la dose di sogno, amore e sudore che merita.

 

Lo spettacolo vero e proprio inizia alle 19,40, con una Badlands furibonda che lascia il posto alla festaiola Out in the Street e alla febbricitante Lucille, rarità firmata Little Richard uscita dalla girandola di cartelloni con le richieste. Wrecking Ball e Death to My Hometown sono i punti fermi dell’ultimo album, granitiche, orgogliose oltre il punto di rottura. Spirit In The Night, con la sezione fiati allargata, è la perla della prima parte del concerto. Ballare con il miglior Jersey Sound di sempre mentre Parigi apparecchia uno dei suoi tramonti non capita tutti i giorni, Bruce lo sa e prolunga il piacere per quasi dieci minuti.

 

Poi è la volta dell’album “Born in the USA” eseguito per intero, dalla prima all’ultima canzone. Quella dei full album è quasi una costante del tour 2013. L’album eseguito è uno tra “Born to Run”, “Darkness on the Edge of Town” e, appunto, “Born in the USA”, e quando la scelta cade sul bestseller del 1984 vuol dire che la serata da lì in poi si incanalerà sui binari di un’allegria contagiosa. Tutt’altro che privo di ideali, di tematiche sociali e di audace introspezione, “Born in the USA” è però, soprattutto, portatore di una vitalità incontenibile, sintetizzata perfettamente in rock’n’roll epocali come Darlington County, Working on the Highway, No Surrender e Glory Days. Capace di travolgere persino le colonne portanti dello Stade de France, anthem fra i più amati anche da chi conosce Springsteen superficialmente, Glory Days è il brano con la miglior resa in assoluto, ma un posto sul podio lo conquistano anche Cover Me, non fosse altro che per il funambolico assolo di Nils Lofgren, e l’immancabile Dancing in the Dark.

 

Bruce Springsteen (foto www.ilmascalzone.it)

Bruce Springsteen (foto www.ilmascalzone.it)

Chi pensa che, terminato “Born in the USA”, si possa tirare un sospiro di sollievo, sbaglia di grosso. Stasera Springsteen sembra aver bandito le ballate e con esse la malinconia. Pay Me My Money Down, Shackled and Drawn e Waitin’ on a Sunny Day, una di seguito all’altra, trasformano l’enorme catino parigino in un strada di New Orleans durante il carnevale.

 

Nei bis l’atmosfera continua ad essere caldissima e, sulle note di Born to Run, salgono sul palco anche Elliott Murphy e suo figlio Gaspard. Con Ramrod, Tenth Avenue Freeze-out e American Land il piede del Boss continua a rimanere pigiato sull’acceleratore, senza nemmeno un momento per tirare il fiato.
La chiusura è affidata a Thunder Road. Springsteen la esegue da solo, con chitarra e armonica. Provate a guardare il video del brano: l’impressione è di essere in un piccolo club, insieme a pochi altri appassionati e di trovarsi di fronte ad un cantante confidenziale in grado di leggere nel cuore dei presenti e di spalancare senza remore il suo. Invece davanti a Springsteen ci sono ottantamila persone. Il Boss ha scritto questa canzone a venticinque anni. Quasi quarant’anni dopo non c’è inno più autentico e condiviso per spiegare il brivido della libertà e della vita.

 

SETLIST
Pre-show acustico
This Hard Land
Burning Love
Growin’ Up
* * *
Set principale

Badlands
Out in the Street
Lucille
Wrecking Ball
Death to My Hometown
Cadillac Ranch
Spirit in the Night
Born in the U.S.A.
Cover Me
Darlington County
Working on the Highway
Downbound Train
I’m on Fire
No Surrender
Bobby Jean
I’m Goin’ Down
Glory Days
Dancing in the Dark
My Hometown
Pay Me My Money Down
Shackled and Drawn
Waitin’ on a Sunny Day
The Rising
Land of Hope and Dreams
* * *
We Are Alive
Born to Run (con Elliott e Gaspard Murphy)
Ramrod
Tenth Avenue Freeze-out
American Land
Thunder Road (solo acoustic)




3 Luglio 2013 alle 20:00 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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