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da Roseto degli Abruzzi

di | in: Cronaca e Attualità

un momento della conferenza

IL BILANCIO DELL’ECCEZIONALE SCHIUSA DI UOVA DI TARTARUGA MARINA SUL LITORALE ROSETANO
I 12 giorni di presidio del nido hanno consentito a 30 piccoli di tartaruga di raggiungere il mare

Un punto della situazione sull’eccezionale schiusa di uova di tartaruga marina “caretta caretta” su litorale rosetano. A tracciare un resoconto dell’evento intervengono  il sindaco Enio Pavone, l’assessore al Turismo, Maristella Urbini, e Vincenzo Olivieri, presidente dell’Associazione “Centro Studi Cetacei Onlus”, l’organizzazione di biologi e veterinari volontari, che ha seguito costantemente la schiusa.

“Una nidiata di tartarughe marine – spiega il primo cittadino – non si era mai verificata a queste latitudini: siamo di fronte ad un evento di grande rilievo scientifico, che ha portato la nostra località alla ribalta nazionale ed internazionale, oltre ad aver richiamato la partecipazione di tanti cittadini e studenti delle scuole, che hanno visitato il presidio. Un ringraziamento va all’essenziale opera dei volontari, agli esperti del Csc, all’associazione Giacche verdi, che ha assicurato il servizio di vigilanza notturna per 12 giorni consecutivi, e all’associazione nazionale dell’Arma per il servizio di controllo diurno. Da evidenziare come la sinergia attivata tra le istituzioni, quali l’amministrazione comunale, l’Ufficio circondariale marittimo locale, l’Ufficio Cites del Corpo Forestale, l’AMP Torre del Cerrano e l’Oasi dei Calanchi di Atri, è stata occasione per consolidare l’opera di salvaguardia del nostro territorio, che potrà avere importanti riscontri anche dal punto di vista turistico e scientifico, ad esempio attraverso l’organizzazione di convegni e giornate di studio”.

A tracciare un bilancio tecnico dell’evento, il responsabile del Centro Studi: “Un evento straordinario dal punto di vista scientifico e zoologico – sottolinea Olivieri – in quanto si tratta della deposizione di uova di tartaruga marina più settentrionale finora segnalata nei nostri mari. Solitamente la caretta viene nelle acque basse dell’Adriatico per mangiare e svernare, in questo caso ci ha regalato un nido di 43 gusci chiusi. Di questi, oltre ad alcuni gusci rotti, cinque uova sono risultate non fecondate: in totale 30 tartarughine hanno potuto raggiungere il mare e questo non sarebbe avvenuto normalmente, per una serie di condizioni ambientali sfavorevoli”. L’esperto evidenzia, infatti, che la deposizione è avvenuta in una zona fortemente antropizzata e caratterizzata da inquinamento luminoso, che porta gli esemplari a disorientarsi e a perdere il naturale senso che li guida verso il mare.

“Questi aspetti – prosegue Olivieri – sono stati motivo di grande  apprensione da parte del Centro, che ha coordinato l’azione dei volontari, assicurando un veterinario marino h24 per i 12 giorni di osservazione. Il 26 settembre, data dell’ultima schiusa, sono nate 8 tartarughe: abbiamo dovuto aiutarle ad uscire da una buca alla profondità di circa 25 cm, cosa non facile perché nell’area la sabbia è fortemente compattata, e guidarle con luci a led verso il mare. Da questo periodo intenso di osservazione è emersa tutta l’importanza del monitoraggio: senza questa azione fondamentale eventi come questo sarebbero passati inosservati, con conseguenze fatali per le piccole tartarughe”.
Gli esemplari memorizzano perfettamente le coordinate geografiche del luogo di nascita e tornano sulle coste dove sono nate, ad una distanza di circa 20, 25 anni. La stessa tartaruga potrebbe tornare a deporre nuove uova nello stesso sito, in genere dopo un periodo di due, tre anni.

“Per questo – conclude l’assessore al Turismo, Maristella Urbini – ribadiamo l’impegno dell’amministrazione a tutelare l’area, attenendoci alle indicazioni degli esperti del settore, che hanno curato la schiusa. Da evidenziare anche i risvolti in materia di promozione turistica per il territorio rosetano, che si segnala all’attenzione del mondo scientifico per la presenza di specie protette come il fratino e ora la caretta, e per tutto il comprensorio, sempre più attrattivo per il moderno turista, attento alla sostenibilità ambientale. Un percorso unito, non solo simbolicamente, dalla realizzazione della pista ciclabile, che consentirà di raggiungere in bici la Riserva del Borsacchio e l’area di nidificazione delle tartarughe”.   

VENDUTA A 1 MILIONE E 400MILA EURO LA FARMACIA COMUNALE
I dettagli dell’operazione, che porta nelle casse dell’Ente risorse da destinare ad opere pubbliche strutturali. L’amministrazione: “Si tratta di un ottimo risultato”

E’ stata venduta per un milione e 400mila euro la farmacia comunale. Ad illustrare i dettagli dell’operazione, andata in porto dopo due aste pubbliche deserte, sono intervenuti il sindaco Enio Pavone, l’assessore al Bilancio, Alfonso Montese, e il direttore di Ragioneria dell’Ente, Rosaria Ciancaione.

“La vendita della farmacia – spiega l’assessore Montese – rientrava nel piano di riforme strutturali che ci siamo posti sin dal nostro insediamento. Dopo due bandi, si sono finalmente verificate le condizioni favorevoli per la cessione della farmacia, che è avvenuta al prezzo a base d’asta stabilito dal Consiglio comunale. Da evidenziare che in una situazione in cui abbiamo dovuto ridurre lo stock dei mutui, l’Ente avrà in cassa l’immediata disponibilità di queste somme: oltre a 1,4 milioni di euro, gli importi derivanti dalla valorizzazione del magazzino, i cui beni vanno ora inventariati e indicativamente stimati in circa 200mila euro.  Queste risorse saranno destinate ad opere pubbliche strutturali, che andremo ad individuare a giorni in fase di revisione del programma triennale di opere pubbliche, e non possono in nessun caso finanziare la spesa corrente. In più, c’è da dire che le frazioni del territorio potranno avvantaggiarsi  di un servizio gestito in maniera più efficiente”.

“Stiamo parlando di cifre note – aggiunge il dirigente del Settore Ragioneria –. Alla prima asta pubblica, andata deserta, è seguita una seconda asta pubblica di un milione e 400mila euro, che teneva conto della riduzione della quota di mercato, a seguito dell’entrata in vigore di una specifica legge per l’assegnazione di nuove farmacie sul territorio comunale. Anche questa asta pubblica è andata deserta e il prezzo successivamente, dopo diversi contatti, è stato offerto da un farmacista a trattativa diretta. Quello realizzato con la cessione va considerato, pertanto, un importo più che congruo rispetto agli attuali prezzi di mercato. Il provvedimento di aggiudicazione è per ora provvisorio: l’aggiudicatario ha versato la cauzione ma ci saranno dieci giorni di tempo per il farmacista comunale per esercitare il diritto di prelazione ai sensi di legge”.

Tra le condizioni previste nella gara c’è anche quella dell’assorbimento del farmacista attualmente in servizio.

“Il provvedimento – interviene il sindaco Pavone –  rientra nel nostro programma amministrativo, che prevede l’alienazione di beni di proprietà dell’Ente, quali la farmacia e le scuole dismesse, al fine di recuperare risorse  da impiegare in opere pubbliche e interventi di manutenzione straordinaria, di cui il territorio necessita. Tra le priorità, c’è la realizzazione dei marciapiedi in località San Giovanni, ma anche il recupero del campanile di Montepagano, il bocciodromo di Cologna e tante altre situazioni che andremo a breve a definire, con una particolare attenzione alle frazioni”.

“Gli utili e il fatturato – prosegue il primo cittadino – sono i parametri per valutare un’azienda e, in base a questi, con la costante contrazione di fatturato registrata negli ultimi anni, emergeva chiaramente che la farmacia comunale non poteva competere con quelle private, per una serie di lacci imposti dalla burocrazia,  anche in ordine alla scelta e al pagamento dei fornitori. E’ palesemente falso che abbiamo ribassato la base d’asta di oltre un milione – conclude il sindaco in risposta alla polemica sollevata da Marco Borgatti -, come attestano con chiarezza gli atti tecnici. Con i dati che abbiamo, la cessione a questo prezzo è stata un ottimo risultato”.

L’amministrazione, inoltre, ha ritenuto che, con l’aumento del numero delle farmacie sul territorio in seguito ai provvedimenti in materia di liberalizzazioni, il prezzo di mercato avrebbe subito un ulteriore decremento.

 

IMU: ROSETO MANTIENE L’ALIQUOTA BASE PER CITTADINI E ATTIVITA’ PRODUTTIVE

Ieri in occasione della giornata di protesta “Per non morire di Imu”, manifestazione organizzata dalla Cna regionale per sottolineare il disagio e la rabbia delle piccole imprese nei confronti di una tassa che colpisce duramente i bilanci aziendali, il sindaco Enio Pavone, insieme al vicesindaco e assessore al Bilancio, Alfonso Montese, ha incontrato in un gazebo della confederazione artigiana regionale allestito davanti al Municipio, il presidente provinciale della Cna, Gianfredo De Santis, e il direttore provinciale Gloriano Lanciotti.

Il sindaco e il suo vice hanno fatto presente che il Comune di Roseto è tra le poche amministrazioni in Abruzzo ad aver mantenuto l’aliquota Imu al minimo stabilito dalla legge: in particolare, per le attività produttive, sul territorio comunale è applicata l’aliquota base, pari al 7,6 per mille.

“Questo – evidenzia il primo cittadino – ha significato minori tasse per i cittadini e le imprese, ma anche minori disponibilità finanziarie per realizzare interventi sul territorio. La tutela delle attività produttive è una priorità fondamentale per la salvaguardia occupazionale, pertanto, nei limiti delle nostre possibilità, cerchiamo di essere vicini alle imprese”.




2 Ottobre 2013 alle 15:12 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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