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Corrado Ambrogio “Andare a Memoria” alla Galleria Osvaldo Licini

di | in: Cultura e Spettacoli

Andare a Memoria

INAUGURAZIONE MOSTRA
“ANDARE A MEMORIA”
 DI
CORRADO AMBROGIO
Ascoli Piceno, 13 Novembre 2013 Venerdì, 15 novembre 2013, alle ore 18, presso la Galleria  d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini verrà inaugurata la mostra “Andare a memoria” di Corrado Ambrogio. L’esposizione delle opere rimarrà allestita fino al 23 Febbraio 2014
 
Dal 15 novembre 2013 (inaugurazione alle ore 18) al 23 Febbraio 2014, presso la “Galleria Osvaldo Licini” sarà possibile ammirare le realizzazioni artistiche di Corrado Ambrogio nella mostra “Andare a Memoria” (orari di apertura da Martedì a Venerdì dalle ore 10 alle 17, Sabato e Domenica dalle 10 alle 19.
La scultura implica una sensibilità profonda e complice col mondo visivo e spaziale, ma ha la capacità di ricrearlo attraverso la produzione di un’opera. Corrado Ambrogio ci insegna che sono le forme a giocare fra loro, e a fornire assonanze, o con altre forme o con lo spazio che le circonda, e che le intersezioni delle forme contengono un senso significante per loro e per noi. Niente elogio della follia, ma pure niente elogio di una bellezza sterile e omologata. Nelle sculture, o nelle installazioni, di Corrado Ambrogio è evidente un rapporto diretto con la materia, con gli oggetti del suo territorio, il monregalese, oggetti per i quali sente un affetto quasi carnale, senza arrivare a nessun falso archeologismo. Il punto chiave della poetica ambrosiana è il desiderio di custodire il mistero dell’oggetto come intima alterità, come una sorta di trascendenza tutta interna alla quotidianità, ricreando nel contempo le forme. Il significato spaziale più scenografico nasce nei nuovi raggruppamenti che vengono dati agli oggetti, i quali diventano quindi ogni volta “altro”; inoltre si nota di più la presenza delle cose, ovvero è importante il loro valore di costruzione. Ogni scultura diventa così un’avventura, quindi l’artista riunendo i diversi pezzi ritrova i propri giorni, non quelli quotidiani dell’atelier, ma quelli del viaggio, e pertanto una ricerca del tempo perduto attraverso lo spazio: i chilometri percorsi nell’amato territorio delle origini. Il cercare fa parte integrante di questo lavoro, viene a sostituire il canonico momento dell’ispirazione, per diventare invece oggetto del desiderio. Quando vediamo un raggruppamento a cuneo, o a falange di soldati pronti a muoversi verso il loro destino, un circolo o una linea retta di acrobati, sospesa come i “Saltimbanchi” di Licini, un gruppo di aironi danzanti, pensiamo al mito, un mito che porta a una dimensione nuova: una lieve tinta di ironia in una favola velata di scetticismo. Ambrogio sfiora la mitologia senza scadere nell’illustrazione. Ambrogio ci parla di un impossibile età dell’oro contemplata nel suo aspetto più sano, quello agreste.
Un’altra storia che troviamo in questa mostra è quella del paesaggio, della natura che va modificandosi furiosamente a causa dei fenomeni atmosferici. Ambrogio vive il suo spazio territorio in modo personale caricandolo di sensi e di memorie. Egli cerca tronchi rotti per qualche accidente atmosferico, libera il legno scelto delle impurità, e ci regala un paesaggio roccioso, fatto di cime ruvide e aguzze come aghi, e ci invita a vivere, anche concettualmente, il territorio dal di dentro, nelle fenditure minime, particolari che formano un quadro visibile soprattutto dall’alto.  Introduzione alla mostra di Marisa Vescovo
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Per info 0736.298213 Info@ascolimusei.it).



13 Novembre 2013 alle 22:08 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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