Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 21:33 di Gio 9 Mag 2024

Presentazione del nuovo libro di Tullio Pericoli alla libreria Rinascita

di | in: Cultura e Spettacoli, Primo Piano

 

ASCOLI P. – “Alla luce, ai colori, alla natura e alle forme della mia terra natale”, si apre così, con questa dedica al Piceno, il bellissimo volume “I Paesaggi” di Tullio Pericoli che, edito da Adelphi, raccoglie la storia per immagini della carriera di uno degli artisti e intellettuali più importanti del nostro territorio. In occasione dell’uscita di questo rilevante volume si terrà, presso la libreria Rinascita, l’unica presentazione marchigiana del libro domenica 22 dicembre dalle ore 11. Il valore dell’opera, che è, tra l’altro, un omaggio alla struggente bellezza delle colline marchigiane, è sicuramente evidente anche perché riflette ed esplica, attraverso l’occhio dell’artista, la peculiarità di un territorio che ha proprio nelle sue bellezze storiche e naturali il patrimonio più forte. L’autore ripercorrerà la storia di una carriera artistica che lega la provincia con il mondo dell’arte internazionale, della cultura e dell’attualità (anche grazie alla sua costante presenza come illustratore ed evocatore di mondi sui giornali più noti e diffusi), analizzando, attraverso 393 quadri, le trasformazioni di un modo di fare arte poetico e particolarissimo.

 

Si è scritto spesso, semplificando troppo, che Tullio Pericoli, pittore e disegnatore squisitamente “per lettori” (sui giornali, sulle copertine di libri, nelle sue visioni di Stevenson e dell’isola di Robinson, nei volti di Kafka, Gadda, Beckett, Calvino che sembrano scaturiti dalle loro pagine – intorno al cambio del millennio, è “passato dal ritratto al paesaggio”. Lui, garbatamente, ha sempre smentito accennando alla geografia dei volti e all’unicità del suo segno, ma niente: troppo difficile da mettere in un titolo o in una battuta. Così, aprendo Paesaggi 393 disegni e dipinti, uno per pagina, solo inframmezzati da 28 brevi frasi di poeti, narratori, filosofi, studiosi, sembra che Pericoli riprenda quel discorso e lo declini fino all’ultima tavola, in un libro che si legge come un vero romanzo, che non “deve” dimostrare niente e però lo fa senza appello, creando la propria verità. Nel volume ci sono 42 anni di lavori (1971-2013) e la storia si legge in ordine cronologico, per capitoli e per episodi (lo spunto della geologia, la suggestione delle parole di un dialetto universale e delle lettere come forme, alberi e foreste, le quinte per opera lirica e teatro, il paesaggio marchigiano). Se “svolta” c’è, intorno al duemila, è casomai la frequenza della tecnica a olio – chi ha avuto l’occasione e la fortuna di passare per lo studio di Pericoli l’ha fiutato, nel sovrapporsi al sentore delle tempere di quello della trementina. E se nel racconto visivo c’è una scena madre, è nei 90 quando il pittore, da presenza dentro il quadro (Artista nella valle solitaria, Veduta con pittore, Pittore con dama e colline) guadagna il punto esatto dove parte lo sguardo. Narrarlo, ancora più compiutamente che dalle pareti di una galleria, su pagine di carta, è la più pericoliana delle scelte: ancora un omaggio al libro, dispositivo antico e perfetto per evocare immagini senza bisogno di dipingerle, e in questo caso anche per leggere nelle immagini parole e pensieri non scritti.

 




9 Dicembre 2013 alle 15:47 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata