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Fondo regionale di solidarietà, risorse e criteri da chiarire

di | in: Cronaca e Attualità

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La Regione riapra il confronto

 

San Benedetto del Tronto, 2015-05-07 – In arrivo la regolamentazione del Fondo regionale di solidarietà per anziani, disabili e persone con problemi di salute mentale finalizzato a sostenere la compartecipazione di utenti e Comuni nei servizi socio sanitari residenziali e semiresidenziali.

Come è noto il fondo è stato istituito a seguito del protocollo sulla riorganizzazione sanitaria e socio sanitaria firmato da Regione e CGIL CISL UIL Marche il 14 febbraio 2014.

Anche per questo appare poco opportuno che la sua regolamentazione venga definita solo a seguito di accordi e verbali frutto di interlocuzioni “riservate” tra Regione, Anci e Cooperative sociali.

Ricordiamo che:

1.      forte è stata la pressione delle organizzazioni sindacali sulla Giunta;

2.      la non condivisione del modello utilizzato.

Nel marito:

Così come concepito originariamente il fondo doveva andare a coprire totalmente, per cittadini con valori Isee medi e bassi stabiliti a livello regionale, gli incrementi di compartecipazione dovuti all’adozione della nuova normativa regionale.

Il riferimento, anno 2015, ai singoli regolamenti comunali è accettabile solo a due condizioni:

1.      per il 2016 si proceda ad adottare un regolamento Isee regionale;

2.      si privilegi comunque una regolamentazione a livello di Ambito territoriale sociale.

È per noi inaccettabile che, a prescindere da quanto stabilito dai regolamenti comunali, non vengano previste categorie di utenti (sia di strutture residenziali che di centri diurni) per i quali il fondo copra integralmente gli aumenti di compartecipazione.

Non sono chiari i criteri con i quali sono stati individuati i servizi per i quali il fondo copre gli aumenti di compartecipazione (es.perché escludere le RSA per anziani con demenza e i Centri diurni per anziani non autosufficienti?).

Riteniamo sia da rivedere, nel modello di accordo contrattuale allegato alla delibera, la regolamentazione delle prestazioni aggiuntive nelle Residenze Protette per anziani, che spesso causano aumenti incontrollati delle rette.

Si ritiene positiva la trasparenza prevista per le prestazioni alberghiere.

Ci sembra confusa la determinazione di un tetto massimo (€ 16,00) al valore complessivo di tutte le prestazioni supplementari, comprese quelle di assistenza diretta alla persona.

Confermiamo che sulle residenze protette per anziani va adottata una nuova regolamentazione che garantisca livelli di assistenza adeguati con un congruo intervento finanziario della sanità (superiore agli attuali 33 € al giorno) e con una definizione precisa e puntuale di tutte le prestazioni, tutelari e alberghiere, da garantire in regime di convenzione.

Questa è l’unica strada per evitare che i gestori delle strutture scarichino i costi sugli utenti o sulle loro famiglie.

Infine si evidenza la necessità di un monitoraggio sulle tipologie di utenti inseriti oggi nelle strutture socio sanitarie per anziani, disabili e persone con disturbi mentali.

È insufficiente aver adottato per legge nuovi standard di assistenza, poiché è necessario garantire appropriatezza negli inserimenti, per evitare che persone con determinati bisogni vengano trattate in strutture assolutamente inadeguate a soddisfarli.

Occorre evitare che all’interno delle stesse strutture (es. RSA) –ci siano ospiti in condizioni simili con rette diverse, a seconda del posto letto sia convenzionato con il servizio sanitario oppure no.

Certamente la scadenza elettorale non aiuta il confronto ma riteniamo in ogni caso opportuno  che su questi argomenti la Regione Marche riapra un confronto con CGIL CISL UIL, chiarendo sulla reale dotazione del fondo di solidarietà e sui criteri attraverso i quali sarà gestito, a garanzia di equità nei confronti delle persone più fragili e in difficoltà economica.




7 Maggio 2015 alle 22:26 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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