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La crescita delle “Morti sul Lavoro”

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Sicurezza dlgs 81- 08

Nei primi quattro mesi del 2015 le vittime sono state 305, con un incremento del 13%. Forte è la crescita degli infortuni tra gli over 65.

Un analisi del Dipartimento Sicurezza sul lavoro di Cgil Cisl Uil di Ascoli Piceno.

 

Ascoli Piceno – Nei primi quattro mesi dell’anno, secondo l’O.S.L. di Vega Engineering (dati Inail), le vittime sono state 305 contro le 269 dello stesso periodo del 2014, con un incremento di oltre il 13%. che si amplifica se si tiene conto degli infortuni mortali cosiddetti “in itinere” (tragitto casa-lavoro o lavoro-casa).

In termini assoluti è la Lombardia con 37 casi (esclusi gli infortuni in itinere) la regione che registra il maggior numero di vittime, seguita da Veneto (24), Toscana (19) e Campania (19).

In rapporto al numero di occupati è l’Umbria la regione che ha la triste guida della classifica delle morti sul lavoro con 8 vittime in 4 mesi e un tasso di 22,3 vittime ogni milione di occupati.

Le Marche sono all’ottavo posto. L’indice di incidenza sugli occupati è 11,2. 7 i casi mortali (% su totale 3,1) occupati 623.712.

La media nazionale è di 9,9 morti sul lavoro ogni milione di occupati (totale 223).

Per quanto riguarda invece le province, in termini assoluti è Roma a registrare il numero di vittime più elevato (12), seguita da Milano (11), Treviso (8) e Bari (7).

In termini relativi, è invece la provincia di Benevento ad avere il tasso di mortalità più elevato (67,8), seguita da Matera (47,8) ed Enna (47).

 

I dati dei morti sul lavoro delle provincie marchigiane al 30 aprile 2015:

Provincia

Graduatoria Naz.le in base all’indice di incidenza

Indice di incidenza su occupati –

n. casi mortali ogni milione di occupati

Numero di  casi mortali

Occupati

– dati Istat

Ascoli Piceno

12°

25,5

2

78.551

Macerata

33°

15,9

125.996

Fermo

38°

13,9

1

71.813

Pesaro Urbino

70°

6,7

1

149.962

Ancona

78°

5,1

1

197.390

 

Nel Paese i settori più a rischio risultano essere “Trasporto e magazzinaggio”, con l’11,2% delle vittime, il settore manifatturiero, con il 10,8% e le Costruzioni con il 10,3%.

Nettissima la prevalenza del genere maschile poichè: la vittima è un uomo nel 94,2% dei casi.

Significativa è la percentuale di stranieri che perdono la vita sul lavoro: nei primi 4 mesi del 2015 sono stati 33, pari al 14,8% del totale.

Un terzo di queste vittime ha perso la vita nelle regioni del Centro Italia. Quella rumena è la nazionalità più colpita.

Circa l’età delle vittime: in termini assoluti la fascia più colpita è quella tra i 45 e i 54 anni (80 vittime, pari al 40% del totale), in termini relativi (vittime per milione di occupati) sono gli over 65 i più colpiti. Il tasso di mortalità sfiora i 60 punti, contro, ad esempio, i 4,7 punti della fascia d’età 35-44.

Un dato che testimonia evidentemente quanto il rischio di infortuni gravi, o peggio mortali, cresca a dismisura con l’innalzamento dell’età anagrafica dei lavoratori, conseguenza delle riforme pensionistiche varate negli ultimi anni.

Circa la distribuzione degli infortuni mortali nell’arco della settimana lavorativa è il venerdì il giorno a maggior rischio con il 20,6% degli infortuni mortali.

Risulta evidente che con il trascorrere dei giorni la percentuale di infortuni mortali tende ad aumentare, per poi ridiscendere naturalmente il sabato e soprattutto la domenica (anche se il weekend non è ormai esente dal fenomeno).

È altresì evidente che lo stress e la fatica accumulati nell’arco della settimana accrescono i rischi di incidenti con gravissime conseguenze per i lavoratori.

Che dire: crediamo che gli infortuni sul lavoro debbono tornare al centro del dibattito pubblico escluso in questi ultimi tempi.

Questi dati non  possono essere accettati n silenzio.

Nel Paese e nelle nostre zone la crisi, pesantissima (sono oltre 30.000 i disoccupati del Piceno e la metà circa ascolani), continua a produrre effetti drammatici sulle condizioni di lavoro delle persone, sempre più precarie e sfruttate, condizioni che poi si ripercuotono sui livelli di salute e sicurezza dei lavoratori”.

Come detto non è un caso che gli infortuni aumentano proprio il venerdì, quando lo stress e la fatica accumulati sono ai massimi livelli.

È altresì evidente come l’incremento degli infortuni per alcune fasce di età derivi dall’aumento dell’età pensionabile (Riforma Fornero).

Infatti l’incidenza massima degli infortuni mortali si registra proprio tra i lavoratori over 65, con 58,5 infortuni mortali ogni milione di occupati”.

Nella nostra regione è importante il ruolo attivo delle istituzioni e delle forze sindacali.

Così quello della vigilanza, degli organismi paritetici e degli RLS che debbono ricevere una adeguata formazione e informazione.

Riteniamo che la drammatica crisi occupazionale stia riducendo sempre di più i diritti dei lavoratori che spesso sacrificano salute e sicurezza in cambio di un posto di lavoro.

Questo per noi è inaccettabile!

p/Dipartimento sicurezza sul Lavoro CGIL CISL UIL Ascoli Piceno G. Collina, S. Ionni, G. Bianchini – 16/06/2015




17 Giugno 2015 alle 10:28 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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