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La tradizione delle “retare” al PortoGrande

di | in: Cronaca e Attualità

Retare

Nel programma natalizio, la dimostrazione di un antico mestiere che purtroppo sta scomparendo.

 

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un mestiere antico, superato come altri dalle tecnologie ma vero, appartenente alla tradizione marinara e sambenedettese: parliamo del lavoro di “retara”, di colei che abilmente trasforma la canapa in una rete da pesca, anzi in diversi tipi di rete da pesca, a seconda delle esigenze.

Il “Natale della Lancetta”, al Centro Commerciale PortoGrande, ospiterà l’8 e 18 dicembre, nel pomeriggio a partire dalle 16, tre  delle poche retare ancora in attività a San Benedetto del Tronto le quali, in abiti d’epoca e ricreando le atmosfere di una volta, mostreranno ai visitatori come si preparavano le reti una volta, prima che arrivassero i macchinari e il nylon.

La vera retara, da cui ho imparato tutto – ricorda Vittoria Giuliani, che insieme a Pacifica Romani e Vittoriana Mattioli sarà al PortoGrande – era mia madre, che lo faceva per guadagnare quel qualcosa in più utile alla famiglia, anche perché mio padre era un funaio. Lui, sotto padrone, realizzava lo “spago” e mia madre, con quelle matassine, le reti.

Vittoria e le sue amiche sono, ormai, tra le poche depositarie di quest’arte che sembra non avere eredi che proseguano la tradizione, sia a causa della produzione industriale sia perché non è facile:  noi andiamo nelle scuole – prosegue Vittoria – al Museo Ittico del Mare, siamo state anche all’Expo ma è difficile fare una rete da pesca. Quando si facevano tutte a mano, per una rete ci poteva volere anche un mese, ognuno realizzava un pezzo e poi veniva unito.

Un lavoro, quello delle retare, che aveva dunque una sua collegialità, un suo valore sociale, un’atmosfera unica che rivivrà per due giorni al PortoGrande.




7 Dicembre 2015 alle 12:00 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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