“Il mio sublime è la miseria”: intervista a Paolo Benvegnù
di Pierluigi LucadeiUltimo approdo di una ricerca musicale, concettuale ed esistenziale mai doma, “Earth Hotel” è un disco suddiviso in stanze, in ognuna delle quali abita un personaggio o una lacerazione, un amore o una distanza, il mondo visto con la fatica del sensibilista. Non è un disco facile, occorre pazienza per farsi largo in una scrittura densa come mai prima d’ora e una certa dose di coraggio per fronteggiare il lato peggiore di noi stessi, svelato in brani come “Nuovosonettomaoista”, “Divisionisti” e “Piccola pornografia urbana” in una sorta di seduta analitica liberatoria e collettiva.