RossiAppunti, Sanità Asur 5: liste di attesa ma non solo
di Redazione | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e ContrappuntiASUR 5 – LISTE DI ATTESA: CHE NON SIA L’UNICO ARGOMENTO DA TRATTARE – I CITTADINI ESIGONO SOLUZIONI A BREVE, MEDIO E LUNGO TERMINE – SIA CHIARO L’INDIRIZZO POLITICO SANITARIO REGIONALE ED IN TEMPO REALE SI ASSICURI UNA RI-ORGANIZZAZIONE PER RISOLVERE LE CHIARE E PRINCIPALI EVIDENZE CARENZIALI CON PROTOCOLLI CONDIVISI.
ASUR 5 : CHIARO INDIRIZZO POLITICO SANITARIO REGIONALE ED IN TEMPO REALE ORGANIZZAZIONE PER VALUTAZIONE DI CHIARE EVIDENZE CARENZIALI.
San Benedetto del Tronto, 2015-08-31 – La focalità sulle liste di attesa speriamo non venga pubblicizzato oltre modo i regione marche visto che la questione possiede una certa contestuale cassa di risonanza a livello nazionale, ed in fatti proprio il ministero vorrebbe affrontare la questione alla radice del problema e cioè nella gestione della reale necessità degli esami.
Noi ci aspettiamo una vera rivoluzione sulla razionalizzazione
della spesa intesa come assegnazione di budget economici dove l’evidenza della carenza è palese
ed inconfutabile. Noi non parliamo come soggetti dell’ultima ora ed infatti siamo qui a ribadire che
da alcuni principi non si potrà sfuggire a meno che non si vogliano trovare scuse sino a fine
legislatura. Quindi decidete in via chiara ed inconfutabile cosa ne volete fare di questo sud marche,
quale ruolo e soprattutto come si intende affrontare le cosiddette evidenze negative senza
aggrapparsi a fantasiose dietrologie.
Chi governa risponde di cio’ che fa altrimenti non doveva
proporsi nel ruolo tra l’altro raggiunto. Le liste di attesa non sono un evento fine a se stesso ma
frutto di sistemi incrociati in una sorta di convivio tra pubblico e privato. Al di la della nostra
personale convinzione che la norma sulla libera professione sia stato un errore imperdonabile per
cui a nostro parere chi sceglie il privato dovrebbe seguire il privato e chi sceglie il pubblico deve
seguire il pubblico, oggi la questione attuale va affrontata i termini legislativi.
Usando come esempio la radiologia in asur5 ci chiediamo come mai non sia mai decollata la
cosiddetta guardia attiva notturna continuando invece il servizio in regime di reperibilità quando
invece la norma detta chiaramente che la reperibilità rappresenta un fattore di intervento di
urgenza. Gli attuali protocolli usati nei pronto soccorsi implicano un aumento esponenziale degli
esami radiologici notturni non più giustificabili dalla reperibilità ma come detta la norma, dalla
presenza fisica del medico radiologo. Ma qui aggiungiamo che occorrerebbe capire se i due pronto
soccorsi utilizzano gli stessi protocolli operativi ed ancora di più quale ruolo assegnare al sistema
sanitario assistenziale territoriale dove l’assistenza domiciliare dovrebbe svolgere un ruolo ben più
vasto sulla gestione soprattutto del paziente anziano che sempre più raggiunge il pronto soccorso
per risolvere problemi altrimenti risolvibili attraverso altri canali che ne impedirebbero anche
ricoveri inutili. Attualmente i protocolli operativi di pronto soccorso prevedono consistentemente un
utilizzo di consulenze multiple, al punto di pensare che il numero di abitanti ricadenti nel
comprensorio dei comuni della asur5 possano giustificare guardie specialistiche permanenti ad
uso esclusivo dei due pronto soccorsi, di ascoli e di san benedetto(cardiologo, ortopedico,
pediatra, internista, radiologo, neurologo). Gli specialisti in elenco prestano servizio ognuno nel
proprio reparto e lasciano il reparto per rispondere alle consulenze dai medici di pronto soccorso
secondo protocolli attuativi di ultima generazione. Ad oggi tutte le prestazioni in codice verde (le
maggiori in termini di accesso numerico ed eccetto i codici gialli e rossi) non sono soggetti al
pagamento di tickets rispetto a chi si rivolge da proprio medico curante, per cui oltre che imbattersi
nelle lungaggini degli appuntamenti pagheranno poi singolarmente gli esami richiesti dal medico di
famiglia. Il codice verde trattato in PS è completamente esente da ticket. Inoltre nessuna presa in
considerazione organizzativa dell’aumento esponenziale di turisti nella città di san benedetto !! Si
può gestire un numero di utenti 5 volte in più rispetto il periodo invernale con lo stesso personale e
con lo stesso modello organizzativo? Ha senso tutto questo? Oppure è più facile mettere alla
gogna la sala gessi di san benedetto con personale numericamente non idoneo ad affrontare
l’iperaffollamento che prima passa dal pronto soccorso e poi giunge in sala gessi? Allora quali
scelte strategiche intende proporre il governatore Ceriscioli con delega alla sanità alla propria
giunta ed al proprio consiglio regionale? Potenziare i pronto soccorsi per ovviare anche alle lacune
della medicina territoriale? oppure mettere mani al territorio? E poi, i modelli organizzativi tra ascoli
e san benedetto sono stati condivisi? oppure la tutela delle tessere bypassa il cittadino utente
paziente ? Attendiamo con ansia le proposte degli eletti territoriali che speriamo giungano in fretta
in consiglio regionale fermo restando i poteri di giunta.
Associazione Politico Culturale
ORGOGLIO CIVICO