Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 04:59 di Gio 9 Mag 2024

Raffaella Milandri: note e foto di viaggio… finalmente!!!

di | in: Noi che... Quelli che..., Primo Piano

2009-09-02 – Ieri alle 8.53


1)IL FILO INTERDENTALE E IL LEONE
Premessa: ognuno ha le sue abitudini mattutine, piccole cerimonie che, anche in capo al mondo, servono a costruire una continuità di gesti e una piccola garanzia di stabilità. Il filo interdentale per me è uno di questi.
La storia: parto per il Kalahari con Jumanda, che mi porta a conoscere la sua gente San che vive in villaggi dispersi nel nulla. Il Central Kalahari Game Reserve è infatti un parco selvaggio grande come la Svizzera, ed il più grande dell’Africa.
Per raggiungere il più vicino degli ingressi bisogna percorrere 160 km di pista sabbiosa, in cui il 4×4 arranca sbuffando e arenandosi.
Arriviamo al campeggio prima del tramonto, è ora di fermarsi. Io dormo in auto nel sacco a pelo, soluzione scomodissima ma sicura. Mi sento un po’ come carne in scatola. Jumanda si accampa con la tenda a 10 metri da me. Durante tutta la notte, lunga 12 ore, sento russare rumorosamente. Sveglia alle 5.30, prima dell’alba, buio pesto e freddo. Vado al bagno del camping, distante 100 metri, intirizzita. Nonostante Jumanda sia sveglio, percepisco ancora forte e chiaro il “russare” che durante la notte ho attribuito a lui. Ohibò, mi dico, sarà forse un generatore di corrente per il bagno. Cammino indietro alla macchina, Jumanda va in bagno. Sorrido al pensiero di averlo tacciato ingiustamente di russare così forte. In piedi, fuori dalla macchina, provvedo ad alcuni gesti mattutini. Filo interdentale in mano, sento un enorme e roboante ruggito a pochi metri da me, che vibra anche dentro i miei polmoni.


PING!! Come una pallina da ping pong a tutta velocità, schizzo dentro la macchina e chiudo la porta, la mia essenza di animale cittadino è incredula e perplessa. Accendo la macchina, le luci, aziono il clacson e nelle prime luci che precedono l’alba lo vedo, a 10 metri da me, mi guarda, maestoso e impassibile.E poi il leone, un maschio adulto superbo, si allontana, con passo lento e fiero.
(nota: Jumanda poi mi confermerà che il “russare” è un verso appunto del leone, che ha passato tutta la notte accanto a noi.)

2) ACQUA!!!
Labbra aride e screpolate, gola riarsa e asciutta, lingua come carta vetrata. Questa la sensazione costante nel Kalahari, che viene attutita bevendo ma solo per un fugace istante. Nel villaggio dei San, fatto di capanne, manca tutto:vivono
del niente che la terra arida gli dà, che per loro è tutto. Semi di piante da cuocere, lucertoloni da arrostire, tutto è prezioso e nulla si spreca. La vecchietta a fianco a me finisce di piluccare la testa di un rettile, mangiando occhi e cervello. Dopo aver donato loro zucchero, latte, the e tabacco, prendo una tanica d’acqua dall’auto e la poso in terra, in mezzo al cerchio della gente del villaggio, seduta all’ombra di uno dei rari alberi. E subito, con un ordine gerarchico e familiare che a me è oscuro, appaiono tazze di latta che vengono riempite e svuotate lentamente, in silenzio religioso. Ora comprendo appieno cosa significa l’acqua nel deserto.Lo vedo nei loro occhi. Chiedo ad una ragazzina che parla un po’ di inglese dove si trova l’acqua, e lei alza il braccio indicando l’ovest: lontano, lontano….Le donne lavano i panni in bacinelle con un dito d’acqua densa e scura.
Gli unici pozzi d’acqua vicini (30 km circa) sono stati chiusi e non hanno il permesso di scavarne di nuovi. Ma questa è un’altra storia di cui parleremo, per mia sicurezza, quando torno a casa.

3) La partita di pallone del sabato pomeriggio
Arrivo a D’kar in un sonnolento, afoso e polveroso sabato pomeriggio.
Il villaggio, campo di reinserimento dei San trasferiti al di fuori della loro terra, sembra deserto. Gironzolando, odo delle grida e vedo dove gli abitanti di D’kar sono raccolti in massa : al “campo di calcio”! Molto spartano, giocatori con maglie di almeno 6 diversi colori. Pubblico concentrato. Mi siedo insieme a loro su dei sassi. Temperatura: 32 gradi che sembrano 40. Mi guardano come un marziano, io esordisco con un “Hello! I’m from Italy!” Ridono fra di loro, cerco di comunicare ma sono molto diffidenti e mi guardano di sottecchi. Faccio finta di concentrarmi sul gioco, così che mi vedano simile a loro. Ci metto almeno 10 minuti a realizzare che una parte dei giocatori ha le scarpe, una parte gioca scalza e uno è addirittura in ciabatte. Resto affascinata, ma immagino il dolore terribile di giocare senza scarpe e incontrare magari i tacchetti dell’avversario. Qualcosa mi serpeggia in testa e passo all’azione: mi avvicino ad un gruppetto di uomini e offro loro delle sigarette. Uno di loro accetta con diffidenza, parla nel loro linguaggio pieno di schiocchi con gli altri, poi si siede vicino a me e decide di parlare, sa l’inglese. Cerca di capire dove voglio andare a parare, e io vado dritta all’argomento scarpe. Mi conferma che chi gioca scalzo non ha i soldi per comprarsi le scarpe. E allora dico: vediamo cosa si può fare! Troviamo una fabbrica in Italia che abbia voglia di donare un po’ di scarpe! Mi improvviso fotografa ufficiale e tra il primo e il secondo tempo (regolamentari 45″) faccio le foto delle squadre. I ragazzi, tutti sudati e ansanti, mi sommergono per vedere la foto sullo schermo della digitale, e ridono, contenti. Spedirò loro le copie delle foto. Ma ora ATTENZIONE, tu che stai leggendo, sì proprio tu….TROVIAMO UNA VENTINA DI PAIA DI SCARPE E LE SPEDIAMO A QUESTI RAGAZZI? Troviamo una fabbrica che le dona in blocco (benemerita) ,che ne dite?? Chi ha serie intenzioni di aiutare questi giovani botswanesi San mi scriva a info@europrinters.it (solo per l’argomento scarpe)FORZA !!! Villaggio San di Molapa, disperso nel Kalahari, lontano 200/300 km da tutto. Ingresso di una “villetta monofamiliare” nel Kalahari Sete!!!! chi ha le scarpe e chi no….



Per vedere tutto klikkare su
http://www.facebook.com/profile.php?id=1254115765&ref=name#/note.php?note_id=143042373614&id=1138090234&ref=share




3 Settembre 2009 alle 18:21 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata