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System Change! Not Climate Change! dalle Marche a Copenhagen

di | in: Cronaca e Attualità

DALLE MARCHE A COPENHAGEN
GLI ATTIVISTI DELLE COMUNITA’ RESISTENTI ALLE GIORNATE DI CONTESTAZIONE DEL VERTICE ONU SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Sono partiti nei giorni scorsi da tutta la regione alla volta di Copenhagen gli attivisti delle Comunità Resistenti che si uniranno alla rete di movimento italiana “See you in Copenhagen” e parteciperanno alle giornate di mobilitazione organizzate nella capitale danese in occasione del vertice Onu sui cambiamenti climatici.

Una carovana di decine di persone che porterà a Copenhagen le esperienze delle battaglie contro la devastazione ambientale e a difesa dei beni comuni, a partire dalla lotta contro la realizzazione delle megacentrali Api a Falconara

Gli attivisti saranno presenti alla grande manifestazione di oggi al fianco dei movimenti sociali, le reti ambientaliste, le comunità indigene che arriveranno da tutto il mondo per difendere ciò che è comune dai dispositivi globali di sfruttamento, comando e controllo. Per il diritto di decidere sul futuro della nostra terra.


Siamo all’appuntamento con la più grande Conferenza Onu sui cambiamenti climatici (COP15), in corso in queste ore a Copenhagen e che tanta attenzione sta suscitando a livello globale.



Formalmente la discussione interna al summit si baserà sulla riduzione delle quote di emissioni di CO2. Realisticamente non siamo piú vicini a questo obiettivo di quanto non lo fossimo quando i negoziati iniziarono, 15 anni fa: il compromesso che si annuncia esclude qualsiasi impegno concreto nel medio periodo, sottoscrivendo una generica dichiarazione d’intenti per il 2050 unicamente per evitare il fallimento.

Ma quello di Copenhagen non sarà un vertice di potenti come tanti ne abbiamo visti in questi anni, bensì un evento di portata storica, un enorme spazio pubblico, attraversato da dubbi e certezze, conflitti reali tra interessi contrapposti: un evento che metterà al centro la questione ecologica nel dibattito globale sulla crisi. Sarà il definitivo riconoscimento che la nostra è l’epoca della precarietà della vita, la vita tutta, quella dell’umanità come quella della biosfera. Una vita intesa come bios, come dimensione dove non possiamo più distinguere artificiale e naturale, che stanno insieme nella complessità del rapporto tra uomo e natura.

Un bios che è precario in sé, perchè esposto ad una crisi eco-sistemica, ai rischi del riscaldamento globale come alle conseguenze della crisi economica e finanziaria. Una precarietà che il sistema capitalistico neoliberista impone nelle nuove forme di appropriazione e sfruttamento, del lavoro dell’uomo, materiale e immateriale, come delle risorse ambientali e naturali. Un sistema che vuole controllare e brevettare: lo fa con le forme di vita come con la comunicazione, i saperi e le tecnologie che nascono dalla cooperazione sociale. La crisi più generale ha il suo epicentro in quella ecologica: ciò che è in gioco è la vita stessa, il controllo e la proprietà su ciò che esiste e si produce.

Da una parte c’è chi vuole continuare a trarvi profitto.

Dall’altra c’è chi si batte per affermare che le risorse naturali come i prodotti della cooperazione umana, non sono né privati né pubblici, ma beni comuni dell’umanità.

Noi saremo a Copenhagen per partecipare alle giornate di mobilitazione al fianco dei movimenti sociali, le reti ambientaliste, le comunità indigene che arriveranno da tutto il mondo per difendere ciò che è comune dai dispositivi globali di sfruttamento, comando e controllo. Per riprenderci il diritto di decidere sul nostro futuro e sul futuro della nostra terra.

Comunità Resistenti delle Marche

Associazione Ya Basta! Marche

Ambasciata dei Diritti




12 Dicembre 2009 alle 22:08 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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