Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 09:32 di Lun 29 Apr 2024

Agricoltura e Regione, quali prospettive?

di | in: A...gricoltura, Primo Piano

Si è svolto venerdì 12 marzo, a Montalto, il convegno su “Criticità ed opportunità per una nuova agricoltura nelle Marche”. Presenti Massimo Rossi e Lucio Porrà per Marinelli. Assente il Pd di Spacca.
 
È stato un esempio di partecipazione attiva, in un dibattito dai toni a tratti anche forti, quello che ha interessato i centocinquanta intervenuti venerdì sera,12 marzo, al convegno su “Criticità ed opportunità per una nuova agricoltura nelle Marche”, organizzato presso la Cantina sociale di Montalto da varie associazioni, fra cui Agritur Aso,  Mulino Sisto V e Legambiente Marche. Invitati alla serata numerosi imprenditori agricoli e produttori vitivinicoli del piceno e del fermano, gli esperti Franco Sotte, docente di Agraria all’Università Politecnica delle Marche, Riccardo Picciafuoco, urbanista e paesaggista, Paolo Agostini, tecnologo alimentare, e i candidati alle prossime elezioni del collegio regionale. Hanno risposto all’appello Massimo Rossi, candidato presidente per Unione democratica, Lucio Porrà, candidato consigliere della lista civica per Erminio Marinelli del Pdl, non è stata invece garantita la presenza di un candidato del Pd di Gianmario Spacca, se non per la presenza in sala di Massimo Serena, candidato dei Repubblicani, invitato in qualità di proprietario di un agriturismo. In un mese di interventi su temi diversi, anche importanti, come le infrastrutture, la sanità, l’impresa, l’ambiente e l’energia, sembrerebbe di minore importanza parlare di agricoltura, come se la risorsa agraria non fosse un anello fondamentale dell’occupazione, dell’economia e del paesaggio naturale della regione.
Diverse le tematiche affrontate, e con una varietà di competenze ed espressioni, a partire dalla crisi economica che coinvolge al primo step i produttori agricoli, per snodarsi in una spirale viziosa di scarsa remunerazione della produzione, soprattutto nel settore dell’ortofrutta che interessa la provincia ascolana, di formazione di prezzo da parte della grande distribuzione, di burocrazia e scarsa comunicazione da parte di quegli stessi enti che dovrebbero garantire la tutela dell’occupazione agricola e del paesaggio, per terminare nella triste denuncia dell’abbandono delle campagne a cui si sta assistendo.

Dopo un primo quadro introduttivo, offerto dal moderatore della serata, Ugo Pazzi, agronomo e presidente di Slow Food, che ha ricordato il ruolo fondamentale che è tenuta a ricoprire la Regione Marche nel Piano di Sviluppo Rurale (PSR 2007-2013), la parola passa agli invitati. “Le Marche hanno perso centralità – denuncia Franco Sotte – dove per centralità non intendiamo le coordinate geografiche, ma l’interesse suscitato in passato, per l’esperienza ai tempi dello sviluppo industriale, laddove, invece, si dovrebbe puntare alla capacità di questa regione di attrarre e dare emozioni. L’unicità delle Marche risiede nella centralità adriatica e nella ruralità. In Regione sono rimasti ad un modello di ruralità industriale, un modello ormai passato, non più concorrenziale in una condizione difficilissima per competitività”.
“Non so se il governo uscente si è reso conto – Riccardo Picciafuoco del Coordinamento per la tutela del Paesaggio delle Marche nato nel 2008  – che sta perdendo la vera risorsa delle Marche, il paesaggio, l’agricoltura, che sono l’identità di una comunità. Il paesaggio è da considerare un bene comune, indivisibile e inalienabile, una risorsa della collettività, e non l’interesse di qualche privato. Proposte come il progetto Quadrilatero sono inutili, come se il problema fossero sempre le infrastrutture, mentre le Marche sono già tra le prime regioni per densità di viabilità”.
Paolo Agostini, responsabile delle mense scolastiche del Comune di Roma, dove è stato attuato da diversi anni il modello della filiera corta, ha presentato le immagini di una video inchiesta realizzata nella provincia di Ascoli lo scorso anno e corredata da alcuni numeri sconcertanti: nel 2009 503 aziende agricole hanno chiuso; sempre riferito allo stesso anno si è registrato un calo del 16% del reddito derivante da agricoltura e, stando alle previsioni della CIA, sarà del 25% nel 2010. “Sono dati drammatici. Le Marche sono la prima regione, insieme alla Basilicata, in superficie agricola biologica. Per quale motivo – si chiede Agostini– questo biologico non dà reddito? Siamo i primi produttori di bovini a razza bianca eppure si consuma carne di importazione, soprattutto estera”. Non ultima la riflessione sulla condizione di mantenimento del paesaggio che l’agricoltura è in grado di garantire, contro il dissesto ambientale e il rischio frane, ma questo ruolo non è riconosciuto, purtroppo, come un valore aggiunto.
 “Che le cose vanno male – interviene Massimo Rossi – è fuori dubbio, ma non possiamo limitarci a lamentare una situazione, non possiamo permettere un abbandono, ma cercare di capire il problema e la possibile risposta. Una cosa di cui credo di aver dato già prova nelle mie precedenti esperienze amministrative, come sindaco di Grottammare e presidente di Provincia ad Ascoli, è di saper utilizzare un metodo, quello di stimolare i punti di vista  raccogliere le idee”. Rossi suggerisce di “stimolare la domanda interna anche attraverso la riorganizzazione della filiera corta su scala regionale e riconoscere all’agricoltore il valore aggiunto di manutentore del paesaggio, attraverso l’istituzione di un Albo regionale”. Uno degli effetti devastanti dell’abbandono delle colture è infatti il rischio di degrado ambientale, paventato anche dall’invasione di sistemi fotovoltaici ed eolici nelle campagne. A fronte di questo rischio la proposta più sensata e condivisa è quella di utilizzare le zone industriali già esistenti e i capannoni per ospitare questi impianti. La parola passa a Lucio Porrà che dà lettura del programma della sua formazione politica. “La globalizzazione ha provocato il crollo dei prezzi di vendita dei prodotti, – denuncia il vicesindaco di Montefiore – ma non delle materie prime necessari alla produzione”. Stando alle stime nelle Marche sono 60 mila le imprese agricole che si trovano in difficoltà a causa del reddito basso, della forte burocrazia e della concorrenza sleale. “La soluzione – afferma dubbioso Porrà – sembrerebbe arrivare dalla green economy, la bioenergia con coltivazioni di piante non autoctone, pannelli solari e pale eoliche. Queste tecnologie deturperanno il nostro territorio. Noi proponiamo piccoli impianti nei centri aziendali per un uso interno e grandi impianti solari e biomasse nelle zone industriali limitrofe senza rischi per il paesaggio”. Su questo pericolo si inserisce l’intervento di Gianni Conte di Legambiente. “Si profila il rischio – dichiara Conte  – di una nuova mezzadria latifondista. Le cooperative si formano non per produrre prodotti, ma energia”. È evidente che dall’impoverimento dell’agricoltura si determina un effetto domino devastante, laddove il reddito alternativo più facile da reperire è rappresentato proprio dall’investimento nel fotovoltaico. “La Regione sta delegando ogni responsabilità – denuncia duramente Conte – ai comuni per il rilascio della licenza di agricoltore professionale. E in un clima di anarchia più totale, dove non c’è controllo da parte degli enti, si arriva a quella disgregazione che porterà a un degrado anche morale”.




15 Marzo 2010 alle 0:23 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata