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Come Berlusconi perderà le elezioni

di | in: Primo Piano

(la risposta di FDA e la replica di Princiotta)


di Sandro Princiotta


Berlusconi ha intrapreso il viaggio verso le regionali nel peggiore dei modi possibili. In queste ore i riflettori sono puntati sulla resa dei conti nel centrodestra laziale dopo l’esclusione della lista Pdl in provincia di Roma e del listino Polverini. Se tale bocciatura venisse confermata, gli effetti sarebbero disastrosi. Infatti, senza listino decadrebbe la candidatura Polverini e il centrodestra regalerebbe il Lazio alla Bonino.

Ma ammettendo che la Polverini continuasse a restare in corsa, resterebbe il problema enorme della esclusione dalla lista Pdl in tutta la provincia di Roma. Gli ultimi sondaggi ufficiali davano il distacco tra la Polverini e la Bonino risicatissimo: 49 a 47 per la pasionaria di destra. Un’incollatura. Ma ora, davanti alle macerie di un pasticcio senza misura, c’è da sperare che la Bonino (la quale ha ricompattato  il centrosinistra laziale sconvolto dallo scandalo Marrazzo) faccia il miracolo.

Come è potuto succedere che in una regione che mesi fa era data per sicura in mano della destra (sono ancora fresche le immagini di Alemanno sindaco di Roma) si sia creato un pantano di queste dimensioni? L’invocazione al “dilettantismo” fatta dai politici di destra invece di tappare il buco ne apre uno più grande. E’ inammissibile che proprio il partito che più di tutti insiste sui temi dell’efficienza, della rapidità nel fronteggiare le emergenze, commetta errori così grossolani. Un partito che promuove ponti, strade, case, centrali nucleari. Neanche fosse la lista civica di un piccolo paesino. Qui si parla di un partito che a Roma rappresenta milioni di cittadini. Oggi tutti noi contempliamo l’immagine di un partito disorganizzato che annaspa tra difficoltà e presunti complotti.

La questione laziale non deve distoglierci però dal considerare il modo in cui la destra ha tessuto le sue strategie in vista delle regionali. Passando in rassegna i nomi dei candidati alla presidenza balza subito all’occhio una questione: non c’è nessun candidato presidente proveniente dall’ex Forza Italia che sia stato messo in condizione di vincere le regionali. Una sola eccezione: Formigoni in Lombardia. Per il resto nulla: Veneto e Piemonte alla Lega, Campania all’ex socialista Caldoro, Lazio e Calabria a due ex di Alleanza nazionale. Il Pd, al contrario, si assicurerà come minimo tre presidenze (Toscana, Emilia, Umbria) e con l’indispensabile aiuto dell’Udc anche Piemonte, Liguria, Marche. Nelle Marche l’alleanza è data vincente dai sondaggisti con uno stacco di 5-7 punti. In tutte queste regioni il centrosinistra appare favorito: il Pd incasserà alla fine parecchie presidenze e sarà il vero trionfatore di queste regionali.

Dove è finita la classe dirigente di Forza Italia, a sedici anni dalla nascita del grande sogno? In parole povere, si è dissolta nel nulla. Qualcuno dirà che c’è Palese in Puglia, ma l’impari lotta contro il presidente Vendola, candidato di sinistra, non lo favorisce affatto.

Quando Berlusconi vinse nel 2008 le elezioni politiche il Pdl raggiunse il 38%. Tutti si aspettavano un risultato sopra il 40%, ma non andò così. Nel 2009 in occasione delle elezioni europee, dopo un anno di governo e con l’opposizione divisa, molti hanno creduto nella possibilità che il Pdl superasse quota 40. Qualche ottimista parlò di 45. Alla fine il partito arretrò a poco più del 35, meno di quanto cumulavano insieme An e Fi quando si presentavano separati. Intanto i malumori tra Fini e Berlusconi diventavano all’ordine del giorno, e la Lega avanzava.

Oggi nel Pdl non è cambiato nulla e tutto sembra andare verso la destabilizzazione: il conflitto tra le correnti interne cresce di giorno in giorno, gli alleati esterni portano a casa punti e presidenze. Di questo passo la sconfitta è assicurata, il fallimento annunciato. Si salvi chi può.


Santomartire del  Tronto, 4 marzo 2010

 

Egregio Signor Sandro Princiotta,

Ho letto il Suo articolo ‘Come Berlusconi perderà le elezioni ‘: metto giù due pensieri anch’io.

 

-Lei afferma che Berlusconi ha intrapreso il viaggio verso le regionali nel peggiore dei modi possibili.

 Io sono dell’avviso che non ci si debba preoccupare, tutto quello che ha fatto questo ineffabile personaggio della politica italiana è stato  nel peggiore dei modi possibili e ciò che è successo è solo un ‘pasticcio’ in più.

Che, alla fine, il PD ‘ incassi ‘ – sembra un verbo molto attinente ai recenti pasticci del Guido guai a chi lo tocca!, del Mills mai conosciuto, sui figli!, ecc. ecc. potrei riempire dieci pagine a seguire – il PD incassi  parecchie presidenze regionali,  mi auguro avvenga. Mi auguro vivamente avvenga.

(Ma dubbi mi permangono, sa,  in questo Paese dove regna l’indifferenza dell’ignoranza, dove ci si laurea grazie al CEPU, dove non risvegliano le coscienze dell’attuale maggioranza degli indigeni nemmeno gli appelli impliciti negli articoli reiterati dell’intera stampa mondiale . D’altra parte, abbiamo enormi problemi di lingua locale, disperata piange l’Accademia della Crusca, sempre più ci rifugiamo nel dialetto scomposto  quando non nel gesto accompagnato da suono gutturale:  come possiamo leggere e capire in lingua estera? E comunque, meglio continuare a ritrovarci nel nostro quotidiano-rosa nazionale, no? Spensierati!).

 

-Lei analizza, poi, come per il PdL le percentuali di previsione di voto non abbiano avuto riscontri  nella realtà e con una suddivisione di preferenze nella coalizione vincente che illumina solo gli incrementi della Lega: provo a motivarLe la risultanza.

  1. Quelli ce l’hanno duro, comunque molto più duro degli ex An e Fi. Star con loro aumenta la probabilità di acquisire la valenza a cui l’italiano che li vota collega il suo primario sentire di testa;
  2. Quelli parlano sempre meno e sempre più in vernacolo: perfetto, per il livello latente di comprensione odierno di un gran numero di connazionali (ricorda il primo Maroni?, ricorda il Calderoli scorso? Ricorda il Bossi passato? Sono migliorati, miglioratissimi) ;
  3. Quelli portano sempre il fazzoletto verde con croce celtica al collo,  un grosso risparmio per l’italiano attento. Niente più costose cravatte, niente più croci d’oro cristiane….

 

-Lei quindi conclude – appare scorato – mettendo in luce la destabilizzazione interna al PdL, l’avanzare degli alleati, la probabilità alta della sconfitta, quasi fallimento annunciato.

Magari, magari!, dico io ma, mentre lo dico, la gioia mi si blocca in gola, mi risovviene lo sbalordimento che provai quando in una grande regione italiana una parte politica ‘incassò’ – che brutto verbo , signor Pisciotta! O no? – sessantun collegi su sessantuno!

E visto che Lei lancia il grido ‘si salvi chi può’,  auguro lo possa anche Lei  estendendoLe l’augurio anche al periodo in cui cadrà l’ineffabile personaggio Berlusconi e fioriranno i mandorli e i peschi qualsiasi stagione sarà . E noi comunisti cominceremo a mangiare i vostri bambini e, senza se e senza ma, faremo anche una legge ‘ad personam’: quella sul conflitto d’interessi.

 

Franco De Anna

Egregio Signor Franco de Anna,

Ho letto con molto interesse le Sue acute considerazioni sul mio articolo e Le confido che condivido in buona parte la Sua posizione. Apprezzo, in particolare, la speranza in una prossima vittoria del PD, vittoria che io stesso, come ho spiegato, vedo ormai a portata di mano. A conforto dei miei giudizi esorto tutti a consultare il sito www.sondaggipoliticoelettorali.it (sito curato dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri).

In questi mesi il partito di Bersani ha messo in piedi una strategia che comincia a dare frutti molto interessanti. Come Lei avrà notato, il PD ha confermato molte alleanze nelle regioni dove il consenso per le sinistre è tradizionalmente alto. Ha allargato le coalizioni dove è risultato opportuno o necessario per fermare la destra. Nei casi più difficili si è affidato allo strumento delle primarie e ne ha con coerenza accettato il risultato, come in Puglia. Ha saputo fronteggiare la crisi del dopo Marrazzo in Lazio puntando su Emma Bonino, personalità di grande prestigio.

Nella situazione data non credo si potesse fare meglio di così. Ottimo lavoro.

Anche nella regione che Lei cita, quella del sessantuno a zero, a dieci anni di distanza il PD è oggi divenuto la prima forza politica in consiglio regionale (www.ars.sicilia.it/deputati/gruppi.jsp) e ha aperto una fase di dialogo col governatore della regione proprio nell’insidioso fortino azzurro. Qualcuno se n’è accorto?

I tempi cambiano. Dovunque.

La ringrazio infine per l’auspicio finale: credo proprio che mi salverò, anche perché la crisi del Pdl non è per me affatto fonte di scoramento, malgrado possa apparire così. In fondo, il “Si salvi chi può” è solo un’invocazione che si lancia quando la nave sta per affondare. E la nave Pdl rischia di affondare.

Spero però che al compiacimento che Lei esprime possa seguire una proposta politica nuova per l’Italia che vada oltre le leggi ad personam e quelle contra personam. Sappiamo tutti che la crisi economica avanza. Galoppa il numero dei disoccupati, dei cassintegrati, dei precari. Onestamente non me la sento di ballare sul Titanic di un Pdl che affonda mentre il Paese è pieno di problemi. Sconfitto Berlusconi, ci sarà molto da lavorare per l’Italia. Non dimentichiamo poi che la plastica è un materiale indistruttibile e ha dei tempi di degradazione molto lunghi. Il “partito di plastica” potrebbe seguire le stesse regole e ricomparire di nuovo sotto altra forma.

Insomma: il paradiso di Marx, dove fioriranno i mandorli e i peschi in qualsiasi stagione e il popolo si nutrirà di frutti senza fine, purtroppo anche stavolta (e lo dico con scoramento) dovrà attendere.


Sandro Princiotta




3 Marzo 2010 alle 23:32 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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