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Welfare: cooperative sociali, la nostra esperienza per la riforma

di | in: Cronaca e Attualità

Le proposte delle 200 imprese della regione di Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoop Sociale, con i loro 6mila operatori, per non mettere a rischio l’organizzazione socio-sanitaria regionale di cui si parlerà in un’assemblea pubblica il 16 luglio ad Ancona
 
Ancona, 10 luglio 2010 – La cooperazione sociale di Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoop Sociale vuole essere protagonista della riforma del welfare regionale. Forte delle sue 200 imprese, che occupano circa 6mila operatori sociali, intende dare il proprio contributo d’idee e di esperienza alle modifiche del welfare che, da quanto si apprende, si appresterebbe a fare la Giunta regionale, con un diverso sistema organizzativo. Riteniamo di poter dare il nostro contributo a quello che si prospetta essere una nuova fase per il sociale nelle Marche, con un apporto che viene ritenuto doveroso, oltre che un legittimo diritto, poiché le cooperative sociali sono state determinanti, negli ultimi vent’anni, per mantenere un livello di servizi molto elevato e, quindi, una stabilità e una coesione sociale che ha pochi eguali rispetto ad altre aree del Paese. Di fronte ai pesanti tagli annunciati dal Governo, sarà, infatti, necessario ridisegnare il quadro dei servizi sociali erogati, ma è estremamente importante che il contenimento della spesa non aumenti le diseguaglianze sociali, andando a incidere sulle categorie già oggi maggiormente penalizzate o in stato di disagio sociale ed economico, convinti che non si riducono i costi smantellando la grande stagione delle riforme, che hanno riguardato le politiche sociali nel nostro Paese e, quindi, anche nelle Marche attraverso l’applicazione della legge 328 del 2000.

Siamo determinati a stimolare e a supportare una riflessione collettiva, allargata, cioè, a tutti i soggetti del terzo settore e che sia destinata a rivedere le modalità organizzative più adeguate per realizzare una reale integrazione tra servizi sociali e servizi socio-sanitari. Una riflessione necessaria a rielaborare i compiti degli Ambiti sociali che, al di là del loro numero, tornino a essere incentrati sulla capacità di una gestione associata dei servizi sociali da parte di più Comuni, per mettere in condizioni, anche i piccoli Comuni, di poter dare risposte esaurienti ai cittadini e alle famiglie del loro territorio. Occorre, inoltre, rivedere le normative sulla cooperazione sociale e, in particolare, le nuove modalità di affidamento dei servizi sociali e il ricorso alle gare pubbliche oltre che aggiornare la normativa sulla tenuta dell’Albo regionale della cooperazione sociale. Per una discussione che diventi, però, anche operativa, e quindi concreta, occorre tenere in considerazione che la competenza istituzionale relativa alle politiche sociali è degli Enti locali e che, pertanto, i Comuni andranno opportunamente coinvolti. Occorre, inoltre, per un’efficace integrazione socio-sanitaria, partire dal presupposto della pari dignità tra due aree estremamente delicate per competenze e articolazioni organizzative e che la concertazione tra tutti i soggetti coinvolti è l’unico modo di individuare soluzioni applicabili con il concorso dei vari livelli istituzionali e del privato-sociale di cui la cooperazione si sente espressione autorevole e quantitativamente significativa. Per discutere di questi argomenti e del futuro del welfare nelle Marche, organizzeremo un’assemblea pubblica, alla quale inviteremo la Regione, i parlamentari, il sindacato e tutte le associazioni interessate, che si svolgerà venerdì 16 luglio, alle ore 10, nella sede di Confidicoop ad Ancona.




11 Luglio 2010 alle 14:59 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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