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Tour Music Fest: intervista a Mogol, presidente di giuria

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Giulio Rapetti Mogol

Giulio Rapetti Mogol

La provincia e’ vitale per la musica italiana

 

In occasione dell’inizio delle fasi finali del Tour Music Fest, abbiamo intervistato Giulio Rapetti Mogol, dal 2007 Presidente di Giuria del festival che in soli 3 anni e’ riuscito a coinvolgere piu’ di 6000 artisti da tutta la penisola.

 

Da poco finita l’esperienza Sanremo, molto contestata dalla maggior parte degli addetti ai lavori. Cosa sta succedendo in Italia a livello di produzione musicale?

Mi sembra che stiamo vivendo un periodo di canzoni di passaggio che non rimangono nel cuore della gente.

In Italia quando si tratta di produzione, siamo ‘al lumicino’…se la produzione nuova continua a basarsi sugli show televisivi, le scuole televisive, X Factor e cosi’ via, i contratti discografici continueranno ad allinearsi non con la qualita’ ma con l’auditel e le manifestazioni tv non si basano sulla meritocrazia.


Spesso si sente parlare di Roma e Milano come le due capitali della musica, mentre in realta’ si tratta solo delle capitali produttive, ed esiste invece una grossa qualita’ musicale che si sviluppa proprio a partire dalle provincie…

Si’, c’e’ una forte sperimentazione che dipende pero’ anche dalla gratificazione che diamo agli sperimentatori, c’e’ gente che scrive, ma bisogno rompere il meccanismo mentale dello show televisivo…

Il discorso e’ interdipendente, i giovani scrivono anche canzoni belle ma sanno che l’accesso agli show tv non e’ affatto meritocratico, per cui bisogna superare quest’ottica!

La provincia e’ vitale per la musica italiana, i problemi della musica oggi sono legati a una produzione che non ha modo di scegliere la meritocrazia…questo e’ un passaggio che bisognerebbe rompere!


Quanto e’ importante quindi andare a “scovare” in questi centri piu’ piccoli tanto lontani dalle capitali produttive, tanto ricche di suoni, sonorita’ e proposte musicali piu’ inedite? La lontananza da queli che vengono riconosciuti come “centri musicali” comporta una maggiore autonomia creativa?

Andare a cercare e’ importante. Si deve cercare. Il pop oggi e’ diventata una musica colta, per cui non basta piu’ l’amatorialita’, bisogna studiare…il pop non e’ piu’ primitivo…(in Europa penso a Dylan che ha fatto scuola).

Se ambisci a fare cose belle ti devi formare, e bisogna cercare chi ha i buoni presupposti. E’ come trovare le orchidee, orchidee bellissime che pero’ vanno curate e fatte vedere.


Analogamente come CET avete scelto una situazione decentralizzata, perche’?

Io ho scelto un bel posto dove gli artisti possono concentrarsi, non avere rumori, avere una vita sana, fare dello sport, un supporto anche in un luogo ameno, vivendo I momenti a pieno….


Insomma niente droghe! Visto che e’ un altro argomento del periodo…

Questo succede perche’ non c’e’ meritocrazia e la musica si attacca a queste questioni poco trasparenti!


Anche quest’anno, lei scegliera’ un finalista Tour Music Fest per dargli una sua borsa di studio, qual e’ il percorso di un artista all’interno del CET?

La prima cosa che noi facciamo e’ quella di procurargli una capacita’ critica generale, per poi fargli acquisire un’autocritica, perche’ un artista deve innanzitutto studiare il linguaggio dei migliori, conoscerlo, capirlo e usarlo. E poi si passa alla formazione vera e propria con grandissimi musicisti ed esperti.


Grandi soddisfazioni Tour Music Fest degli ultimi anni: Loredana Errore che e’ stata premiata nel 2008 con una borsa di studio con Luca Pitteri ora e’ apprezzata da critica e pubblico al serale di Amici, mentre Jacopo Ratini, premiato sempre nel 2008 e’ stato apprezzatissimo tra i giovani di Sanremo 2010. Cosa ha visto in questi ragazzi delle precedenti edizioni del festival?

Sicuramente la selezione del Tour Music Fest e’ trasperente, nessun inghippo, il meglio di cio’ che e’ arrivato e’ stato premiato, poi per fare un artista ci vuole studio passione lavoro,

Penso che un festival come questo, che e’ uno dei piu’ importanti se non il piu’ importante oggi in Italia, serve a trovare i semi migliori pero’ bisogna coltivarli poi. Ed e’ difficile farlo oggi in cui il pop non e’ piu’ primitivo ma complesso, almeno nel contesto italiano…


Cosa si auspica per questo 2010 che sta per iniziare?

Che si aprano i canali, che non ci siano piu’ impedimenti alla meritocrazia, qualcuno che cerchi cose belle, solo per la loro bellezza…che ritorni l’amore per la musica insomma…adesso sembra esistere solo l’amore per l’auditel!


 Marta Volterra




10 Novembre 2010 alle 23:25 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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