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Quando la pena diventa un lavoro di pubblica utilità

di | in: Cronaca e Attualità

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Attivata a Monteprandone un’innovativa convenzione fra Comune e Tribunale
 
MONTEPRANDONE – La riabilitazione attraverso il lavoro è una delle forme più efficaci di prevenzione del crimine. E’ a partire da tale valutazione che il Presidente del Tribunale di Ascoli Dott. Carlo Tatozzi e il Sindaco di Monteprandone Stefano Stracci hanno firmato un’innovativa convenzione per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità.
Ai sensi degli articoli 54 del Decreto Legislativo .274 del 200 e 186 e 187 del Codice della Strada, il giudice può applicare, su richiesta dell’imputato, la pena del lavoro di pubblica utilità consistente nella prestazione di attività non retribuita in favore della collettività, da svolgere presso enti o organizzazioni.

La convenzione si rivolge in modo particolare a tutti coloro che hanno commesso reati legati ad infrazioni del codice della strada e che potranno commutare la loro pena in lavori ed opere nell’ambito del territorio comunale che andranno a favore della collettività. Le attività in questione sono di varia natura e vanno dall’assistenza a persone svantaggiate a lavori di protezione civile, dalla tutela della flora e della fauna alla salvaguardia e al mantenimento degli spazi pubblici del comune.
La convenzione per ora, a livello provinciale, è stata attivata solo nei comuni di Monteprandone e Spinetoli (era presente il Sindaco Canala) si prefigge di offrire numerosi vantaggi agli enti, che in tempi di crisi e di tagli, potranno beneficiare di ulteriori servizi a costo zero.
“Dopo l’attivazione del progetto Secin (Servizi Comunali Integrativi), che ha avuto un ottimo riscontro fra i cittadini – dichiara l’Assessore all’Integrazione Sociale Matteo Troiani – proponiamo ora un’altra iniziativa a favore di tutta la collettività. Nello specifico sarà proprio l’Ufficio Servizi Sociali a coordinare le prestazioni dell’attività lavorativa dei condannati e ad impartire loro le relative istruzioni. Il comune e il Tribunale inoltre, terminata l’esecuzione della pena, dovranno redigere una relazione che documenti l’assolvimento degli obblighi inerenti il lavoro svolto dal condannato”.
“In un comune come il nostro – conclude in Sindaco Stracci- in cui l’organico è assai ridotto rispetto alle esigenze della comunità, è bene incentivare iniziative di questo tipo volte ad estendere e ad arricchire la funzione rieducativa e riabilitativa della pena”.




29 Gennaio 2011 alle 13:35 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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