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Uomini italiani che odiano le donne

di | in: Primo Piano

Vigna di Ema

di Emanuela De Siati

La mia colazione di stamattina ha coinciso con il nuovo programma o meglio, l’ ennesimo, uguale di un presentatore famosissimo esperto in questi programmucci dalla creatività inesistente. Si capisce, che forse gli autori dei programmi televisivi, o devono essere gay per fare quattro battute decenti oppure devono essere uomini che odiano le donne.
Non faccio il nome di questo presentatore perché come lui ce ne sono altri, forse quasi tutti che per fare una battuta devono per forza appoggiarsi su una velina e sulla sua presunta e costruita stupidità. E sì, se no non riescono a fare una battuta decente, se no, non riescono a far ridere il pubblico.

 Un pubblico che ride della stupidità delle donne? Chi è questo pubblico? Uomini
dall’istruzione zero, in poltrona,  con una birra in mano e la croce d’oro
sulla canottiera malconcia? Donne casalinghe che nell’atto di portare l’altra
birra al marito ridono alla battuta del presentatore raffinato e poi non sanno
nemmeno perché hanno riso?
Chi è questo pubblico? Perché un insulto a una donna dovrebbe far ridere?
Perché nessuno tra il pubblico, i vip invitati, gli spettatori non protestano?
Ridono. Ridono e non sanno perché ridono. Scommetto che dopo una risata di
circostanza, dentro di loro arriva un sentimento di disagio, tristezza, ma
scommetto pure che non scopriranno facilmente perché quella sensazione di
vuoto.
Gli uomini si sono sentiti sempre più intelligenti, capaci delle donne. Ridono
di loro perché non vogliono entrare in competizione. Che ne sarebbe di loro se
perdessero? Se facessero una figuraccia di fronte a una donna? Eppure le
statistiche parlano chiaro: le donne vanno meglio all’università e sono più
portate per i compiti dove deve essere impiegato l’intelletto.
Mi chiedo in quali paesi del mondo ancora gli uomini ridono delle donne. Paesi
involuti. L’Italia è tra questi. Eppure in tempi antichissimi, quasi
preistorici l’uomo faceva statuette di donne, le adorava, pure nell’antico
Egitto la donna godeva di un’importanza pari a quella del’uomo. E nel 2011, in
Italia ancora non si capisce perché uno debba ridere di una ragazza mezza nuda,
davanti ad una telecamera, sbeffeggiata intellettualmente non da uno
scienziato, ma da Teo Mammuccari, da Paolo Bonolis che per anni ha interloquito
solo con Uan!
Non vogliamo immigrati in Italia perché porterebbero solo degrado, e
critichiamo il velo sulle donne musulmane. Gli uomini musulmani parlano di
rispetto nei confronti delle donne con il velo, e dicono che è meglio che non
lavorino sempre per rispetto e che stiano a casa e che facciano figli. A
lavorare ci pensa l’uomo, per rispetto alla donna. Noi Italiani invece ci
sentiamo evoluti e le donne qui possono andare in giro pure in mutande, fare
feste a casa del premier, e darla via come niente sempre perché siamo
evolutissime.
Non so cosa sia meglio, la guerra tra occidente e oriente non esiste. La
guerra è tra deboli e prepotenti. In qualsiasi caso, in qualsiasi modo, la
donna paga il prezzo di una violenza ingiustificata, non penalizzata, accolta
spesso dalle stesse donne.
In quest’ottica, molte donne in passato e ora dicono la loro. Il sessantotto è
servito eccome. E’ stata una presa di coscienza. Ce ne vorrebbe un altro, e un
altro ancora.
Non si guarda alla donna come a un essere umano ma come una donna e questo la
isola, la penalizza.
Mi vergogno e mi annoia l’idea di vivere in un paese così gretto, incivile, ma
ci devo vivere. E posso dire sempre la mia.




30 Marzo 2011 alle 21:11 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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