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Cultura come Risorsa come Valore

di | in: Cronaca e Attualità, dalla Regione Marche

Cultura, Risorsa, Valore

Il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, al Forum “Cultura come risorsa e come valore”

 

“In un momento in cui la Cultura è ridotta a livello nazionale a Cenerentola degli investimenti e per far fronte alla necessità di ridurre la spesa pubblica si inizia a tagliare proprio da questo settore, la Regione Marche va in controtendenza. Non solo viene confermato il nostro impegno sulla Cultura, ma si decide con determinazione di incrementare investimenti, progettualità, eventi. A dimostrarlo è il nostro bilancio: in un anno drammatico per il bilancio regionale a causa dei tagli sui trasferimenti dello Stato, in un anno in cui, nonostante i forti segnali di fiducia per l’economia marchigiana, continua comunque a farsi sentire la crisi, la Regione sceglie di investire il 40% in più delle proprie risorse nella Cultura. Inoltra c’è da considerare che negli ultimi dieci anni sono stati effettuati investimenti consistenti nel recupero del patrimonio artistico-culturale per circa 570 milioni di euro e la Regione Marche ha provveduto a riordinare completamente il sistema di leggi regionali, abrogandone circa 40, semplificando e chiarendo la normativa. Una scelta di campo che parte dalla consapevolezza che investire in Cultura significa investire nel futuro, moltiplicare le risorse, creare nuove forme di imprenditorialità, generare reddito, far crescere l’occupazione, a partire da quella giovanile. Ma non pensiamo solo allo sviluppo economico, bensì anche alla crescita dei cittadini, perché la Cultura è in grado di accrescere le virtù di una comunità, i suoi sentimenti di giustizia e libertà, il senso profondo ed autentico di democrazia. E’ dovere dunque di un’istituzione garantire a ciascuno e a tutti il diritto alla Cultura in ogni sua forma. Così come è dovere di un’istituzione promuovere momenti di incontro e di confronto sulla Cultura, con il coinvolgimento non soltanto degli operatori culturali, ma anche di tutta la comunità e soprattutto dei giovani. E’ con questo spirito che la Regione ha promosso il Forum ‘Cultura come risorsa e come valore’ che ci auguriamo possa divenire un appuntamento fisso per le Marche”.

CULTURA COME RISORSA COME VALORE’, UNA SFIDA CHE PARTE DALLE MARCHE

Forum ad Ancona, Teatro delle Muse, 8 e 9 aprile 2011


E’ una sfida quella delle Marche che investono in cultura ponendosi come laboratorio nazionale ed internazionale.

Viene lanciata dalle Muse di Ancona dove l’8 e 9 aprile 2011 si tiene il Forum nel cui titolo è racchiusa la filosofia della Regione: “Cultura come risorsa come valore”.

Lo ha ribadito l’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini: “Investire in cultura significa investire su qualità ed eccellenza, considerandola come volano dell’innovazione, dell’occupazione giovanile, dell’integrazione sociale. E’ per sua natura connessa al turismo, alla valorizzazione del territorio, alle politiche sociali e alla produzione industriale. Rappresenta pertanto un elemento strategico di sviluppo della comunità”.

L’appuntamento alle Muse è una tappa fondamentale di ascolto e di confronto e poi di rilancio alla luce degli esiti di una riflessione approfondita e condivisa.

Cultura significa soprattutto motore per lo sviluppo economico: “Per questo, nel bilancio 2011, a fronte dei tagli del Governo, il governo regionale in netta controtendenza con quello nazionale, ha aumentato in maniera significativa le risorse per la cultura che complessivamente passano da 8 a 12 milioni di euro. Sono destinate alla qualificazione, diversificazione e trasversalità dell’offerta culturale marchigiana.

Una scelta forte che insieme a quelle per la difesa del lavoro, per il mantenimento delle prestazioni sociali e per l’investimento nell’ economia verde, vuol rappresentare non solo la riscrittura delle priorità su base regionale, ma anche un preciso messaggio per orientare un nuovo sviluppo”. Simbolico il manifesto del Forum che, con il viandante di Osvaldo Licini che guarda alla luna, invita alla riflessione sulle politiche culturali allargando gli orizzonti e proponendo sentieri percorribili.

“Lo scenario, in tempo di crisi, è drammatico. La spesa per la cultura va razionata, razionalizzata e riorientata. – ha aggiunto Marcolini – Questo vuol dire che fare politica culturale regionale non significa solo sostenere attività, eventi e beni culturali come settore in sé, ma favorire, decisamente, la creazione di fattori e condizioni in grado di garantire un reale sviluppo sociale, identitario ed economico, arrivando fino a diversificare nel medio e lungo periodo le prospettive produttive della regione. La cultura nelle Marche, cresciuta come sistema anche sulla spinta degli interventi promossi dalle istituzioni pubbliche, ha sempre dimostrato buona capacità di sviluppo spontaneo, grazie alla presenza di strutture e competenze individuali.

Di fronte ad sistema frammentato è indispensabile governare, razionalizzare e rilanciare il settore secondo una logica di efficienza definendo anche nuove e diverse forme di finanziamento, muovendo dal presupposto che fare cultura migliora la qualità della vita comunitaria e alimenta reddito ed economia, dunque lavoro e sviluppo”.

Perché, è la convinzione dell’assessore, “investire in cultura significa investire sulla qualità e sull’eccellenza, considerandola come strumento che apre allo sviluppo in connessione con altri settori quali il turismo, la valorizzazione del territorio, ma anche le politiche sociali e la produzione industriale. Il questo senso il governo della cultura vuole essere forte leva trasversale, con tutti i settori del governo regionale”.


La Regione Marche guarda al futuro

Le aree di intervento si muovono su tutto lo scenario culturale del territorio: dallo spettacolo lirico sinfonico e teatrale al cinema, dalle mostre all’accessibilità a musei e pinacoteche.

Il 2011 è l’anno del 150^ anniversario dell’Unità di Italia. La Regione Marche partecipa con iniziative culturali (convegni, mostre, rappresentazioni) e leggi regionali volte a testimoniare e a valorizzare il messaggio di identità ed unità nazionale che ha ispirato l’avvio delle celebrazioni in tutta Italia.

Al via anche le iniziative per celebrare il 2011 come “Anno della cultura e della lingua russe in Italia e della cultura e della lingua italiane in Russia”. Il Festival prevede concerti vocali, musicali e di danza delle varie etnie russe gratuti.  E’ in programma a Recanati una mostra che intende mettere a confronto due grandi figure della letteratura mondiale dell’800: Leopardi e Tolstoj.

Tra gli eventi di quest’anno, anche la mostra “La bellezza delle cose”, promossa da ADI (Associazione per il Disegno industriale) e altre istituzioni marchigiane tra cui la Regione, che vuole mettere in evidenza i nuovi valori e le potenzialità insiti nel concetto di risorsa. In questo panorama sono da considerare come risorse non solo le produzioni, ma anche le nuove tecnologie che cercano condizioni differenti di applicazione, le società di servizi che agevolano lo sviluppo delle imprese, la comunicazione che utilizza l’evoluzione dei media per elaborare nuove forme di contatti, le scuole di design che sperimentano originali morfologie degli oggetti.

In questo ambito metodologico la mostra in sé vuole essere una risorsa come catalizzatore di processi di trasformazione per il mondo del design, della produzione e della promozione dell’innovazione. La mostra si terrà presso gli spazi della Manifattura Tabacchi di Chiaravalle (AN)  (Giugno – Luglio 2011). Una sezione dedicata ai progetti delle imprese marchigiane sarà presente negli spazi espositivi della Mole Vanvitelliana di Ancona.


Nell’ambito del Progetto Padiglione Italia della Biennale di Venezia 2011, è stato elaborato a cura di Vittorio Sgarbi, un progetto che consiste nell’estensione, in occasione delle Celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, del Padiglione Italia a ogni Capoluogo di Regione e ad altre città di grande attrattiva turistica.

Per la regione Marche vengono individuate le sedi di Ancona e Urbino.

Le due mostre che si terranno dal 4 giugno al 27 Novembre 2011, in contemporanea con le altre “piccole biennali” d’Italia, saranno alla Mole Vanvitelliana per quanto riguarda Ancona e nei sotterranei del Palazzo Ducale ad Urbino.

In particolare verrà presa in considerazione la produzione artistica contemporanea tra il 2001 e il 2011 degli artisti marchigiani articolata in sette sezioni: pittura, scultura, ceramica, fotografia, grafica, designer e video-arte.

Gli artisti marchigiani saranno esposti direttamente anche al Padiglione Italia di Venezia grazie ad una selezione ad opera di un comitato nazionale.

Nell’ottica di incentivare il turismo culturale, gli interventi sono stati definiti di concerto con il Piano di promozione turistica: per tutto il 2011 l’attenzione viene posta su Lorenzo Lotto in occasione della grande mostra alle Scuderie del Quirinale. Forti implicazioni a carattere culturale ha anche il turismo religioso: dopo l’attenzione prestata al Monachesimo e al Francescanesimo nelle Marche, il 2011 sarà incentrato sul grande evento del Congresso Eucaristico Nazionale che, sul piano strettamente culturale, proporrà una grande mostra alla Mole Vanvitelliana di Ancona, con capolavori dell’arte europea sul tema eucaristico, da Raffaello a Tiepolo, oltre a un ciclo di mostre documentarie nelle città della Metropolia di Ancona (Ancona, Osimo, Senigllia, Jesi, Fabriano, Matelica, Loreto).

Per eventi, mostre, rassegne, spettacoli, viene realizzato un calendario unico, promosso anche per destagionalizzare l’offerta turistica.

Per quel che riguarda la promozione internazionale, la Regione Marche ha in programma una fitta serie di fiere e di eventi promozionali esteri. In tutti questi, in continuità con quanto fatto negli anni precedenti che ha avuto il suo culmine nella mostra di Padre Matteo Ricci, la cultura sarà uno dei contenuti primari da veicolare, quale strumento di promozione complessiva della regione e delle sue risorse anche produttive.

I progetti speciali per il triennio 2011-2013 riguardano l’apertura dei numerosi contenitori culturali grazie a borse lavoro e opportunità lavorative per i giovani e grazie all’impiego di volontari qualificati over 60; il recupero dei beni monumentali per la fruizione allo scopo di rivitalizzare i centri storici cittadini e iniziative a sostegno del patrimonio archeologico.

 

SCHEDA


Il sistema della cultura nelle Marche: alcuni dati

– 1.200 centri e nuclei storici

– oltre 20.000 beni architettonici (21.367) di cui oltre il 10% (2.500) costituito da edifici “vincolati”, così tipologicamente differenziati:

– 532 edifici di architettura “industriale” (o comunque afferenti attività commerciali, ricettive ed artigianali); 1349 architetture militari; 1756 edifici pubblici (municipi, scuole, ospedali, altro); 5119 architetture religiose; 11547 edifici afferibili alla “residenza”; 1002 “infrastrutture” (ponti, mulini ed altri manufatti); a questi si aggiungono ben 117 parchi e giardini storici.

Per le Marche, oggi, un’ importante “potenzialità” è in particolare costituita dal “bacino” di edifici storici e monumentali oggetto di importanti investimenti pubblici nell’ultimo decennio, con riferimento a tre grandi ambiti di investimento:


Patrimonio architettonico e infrastrutturale recuperato a seguito degli eventi sismici del 1997 con risorse statali:

– 95 centri recuperati ubicati nelle zone montane e pedemontane dell’alto maceratese e anconetano – di cui il 63% costituito da centri e nuclei storici, su cui sono state allocate risorse pari a 900 ME (edifici pubblici e privati, infrastrutture e dissesti);

– oltre 1100 edifici monumentali restaurati su cui sono state allocati 550 ME di cui 259 su 379 beni di proprietà pubblica (l’altra metà circa delle risorse ha interessato il pregevole patrimonio ecclesiastico, così radicato nella storia sociale, politica e culturale della “marca pontificia”).

Patrimonio architettonico storico pubblico oggetto di investimenti comunitari

(fondi strutturali)

– 22 ME investiti con risorse comunitarie Docup 2000-2006 e statali su un totale di 110. Gli interventi, risultano così distribuiti: PU n. 39; AN n.19; MC n. 28; FM n. 8 e AP n. 16;

– 32 ME in corso di investimento su 119 progetti con le risorse comunitarie del POR FESR 2007-2013 – Asse 5 Valorizzazione dei territori, distribuiti per provincia come segue: PU n.35; AN n.12; MC n.15; FM n.29; AP n.28.


Gli Istituti culturali attrattori di socialità/musei biblioteche archivi teatri storici

– 397 musei e raccolte museali, di cui 11 statali; nel 2007 è stata attivata dalla Regione una prima campagna di autovalutazione sulla base degli standard fissati dal DM 10.05.2001, campagna cui hanno aderito 260 istituti, di cui: il 67% di proprietà comunale; il 16% privata; il 14% ecclesiastica; il 3% di altra proprietà pubblica. Ben il 58% dichiara di appartenere a “reti o sistemi” di collaborazione tra istituti ma è auspicabile una loro evoluzione in reti “gestionali” per garantire contemporaneamente qualità dei servizi e sostenibilità finanziaria. I risultati della prima rilevazione, opportunamente analizzati, sono stati pubblicati nel volume “Verso lo sviluppo del Sistema Museo Diffuso: primi esiti del processo di autovalutazione dei musei e delle raccolte delle Marche. Rapporto di analisi”, edito nel 2008 dalla Regione Marche e oggi pubblicato nel sito http://autovalutazione.cultura.marche.it.

– 326 biblioteche, di cui 126 appartenenti a 3 poli provinciali SBN (Servizio bibliotecario Nazionale) ed a 1 interprovinciale (Ascoli Piceno-Fermo), così ripartite: 56 polo universitario e della provincia di Pesaro-Urbino; 30 Ancona; 20 Macerata e Centro Ateneo servizi bibliotecari; 20 Ascoli Piceno e Fermo. Altre 36 biblioteche appartengono a 5 sistemi bibliotecari intercomunali che vedono interessati 36 comuni; le Marche hanno 2.1 biblioteche ogni 10.000 abitanti.


Archivi Anche il panorama archivistico regionale è quanto mai complesso e articolato, a cominciare dai 5 Archivi di Stato aventi sede nei cinque capoluoghi di Provincia e nelle 4 sezioni di Camerino, Fabriano, Fano e Urbino. Numerosi sono poi gli archivi degli altri enti pubblici

Archeologia I siti archeologici catalogati in seno al Progetto Carta Archeologica delle Marche sono 2.146, mentre risultano essere 165 le aree e i siti sottoposti a provvedimento di tutela del Ministero. Le aree archeologiche sono 28 e i parchi archeologici, istituiti con la L.R. n. 16/94, sono 7, intesi come sistemi integrati di valori ed eccellenze culturali che gravitano attorno al patrimonio archeologico vero e proprio, e che la Regione intende valorizzare maggiormente poiché interessano una più ampia estensione di territorio che va gestito come un insieme integrato di beni e servizi.


Teatri

– 73 teatri storici, praticamente 1 Comune su 3 nelle Marche ha un teatro storico: sono nella stragrande maggioranza restaurati e messi a norma recentemente con l’utilizzo delle risorse post sisma e dei fondi strutturali: questi “contenitori” sono tali da configurare nel loro insieme un ambito di intervento regionale “trasversale” di peculiare rilievo, sia perché sono pienamente rappresentativi dell’identità culturale marchigiana, sia perché sono ancora utilizzati per attività teatrali e di spettacolo, sia ancora perché utilizzabili per attività ed eventi di rilievo sociale stante la loro collocazione all’interno dei tessuti urbani storici, con funzione aggregatrice e rivitalizzatrice. A questi si aggiungono poi altri 35 teatri attivi (non beni culturali).


Attività ed eventi culturali di rilievo sovra locale

Elevato è nelle Marche il numero di “luoghi di spettacolo” rapportato al numero degli abitanti: 4.5 ogni 1000 abitanti, tale da posizionarci al quarto posto in Italia dopo Valle d’Aosta (6.5), Umbria (5.1) e Trentino Alto Adige (4.9) – dati SIAE 2009, rispetto al dato Italia che è pari a 2.7.


I PUNTI DI FORZA DEL SISTEMA MARCHE


  • grande disponibilità di contenitori culturali recuperati e ripristinati;

  • grande interesse da parte delle piccole e medie imprese del settore cultura che hanno aderito al Distretto culturale;

  • vivacità e capillarità nella produzione culturale;

  • elevato livello di consumi culturali dei cittadini marchigiani superiore alle medie nazionali;

  • alto numero di centri studi;

  • forte tradizione religiosa e un considerevole patrimonio di luoghi di spiritualità;

  • avvio di un processo di rete sul territorio.




8 Aprile 2011 alle 21:33 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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