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L’amministrazione dell’Università di Macerata ha inserito, all’ordine del giorno del prossimo consiglio di venerdì 22, un inaccettabile aumento delle tasse universitarie, dettato esclusivamente dalla volontà di fare cassa.

La decisione giunge a luglio inoltrato, ricalcando lo schema più volte proposto negli ultimi anni dal ministro Gelmini per varare provvedimenti in materia di istruzione e ricerca. Approfittando dell’assenza della maggior parte degli studenti, direttamente interessati a quest’aumento, l’Ateneo di Macerata impone un grave innalzamento di tutte le fasce di contribuzione.

Nello specifico, l’aumento dovrebbe andare dalle 30 euro della fascia di contribuzione più bassa alle 325 di quella più alta, con un particolare aggravio a carico delle fasce intermedie. Ancora più grave, ci sembra la scelta di introdurre una mora che va dal 10 al 20% per gli studenti oltre il primo anno fuori corso. Quest’ultima norma è la conseguenza della deriva aziendalistica che sta interessando il sistema universitario nazionale e che obbliga gli Atenei a rincorrere le classifiche imposte dal Ministero e rilanciate a livello mediatico, da alcune testate giornalistiche.

La prospettiva non è delle migliori nemmeno per il futuro. Il 6 luglio scorso, infatti, la Conferenza dei Rettori ha considerato “inderogabile l’esigenza di mantenere i livelli di efficienza della didattica universitaria accettabili”, esigenza che passa anche attraverso l’eliminazione della soglia del 20% della contribuzione studentesca all’FFO.

Il provvedimento in via d’approvazione a Macerata non trova riscontro in un aumento dei servizi e dell’offerta formativa, ulteriormente ridotti nei mesi scorsi e produrrà, inevitabilmente, un calo delle iscrizioni, con ripercussioni su tutta la città e il territorio maceratese.

Chiediamo dunque ai rappresentanti delle istituzioni all’interno del Consiglio d’Amministrazione di non appoggiare questa assurda e subdola politica gestionale delle finanze dell’Ateneo.

Il Movimento Studenti Macerata continua a battersi contro il degrado del sistema pubblico di istruzione e ricerca, per un’Università equa ed accessibile a tutti.

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