Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 08:55 di Sab 27 Apr 2024

Camerino Festival: intervista al maestro Ramin Bahrami che tiene il concerto inaugurale

di | in: Cultura e Spettacoli, Interviste

Camerino Festival_manifesto

CAMERINO, 2011-08-06 – Si apre questa sera (sabato sei agosto) il Camerino Festival, con il concerto del pianista iraniano Ramin Bahrami, che a soli 35 anni è considerato quale massimo esecutore di Johan Sebastian Bach. Qualcuno lo definisce l’erede di Glenn Gould! Nei mesi scorsi il suo Cd con i cinque concerti per pianoforte e orchestra di Bach, inciso per la Decca con il direttore Riccardo Chailly e l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia (la patria di Bach) ha avuto un enorme successo di critica e vendite tali da equiparare numeri da musica leggera. Questa volta Bahrami eseguirà sul pianoforte Steinway gran coda del teatro Marchetti la “Variazioni Goldberg”, capolavoro assoluto della durata di cinquanta minuti circa, scritto da Bach quasi per scherzo ma divenuto una delle pietre miliari della storia della musica.

Lei proporrà a Camerino le Variazioni di Goldberg, uno dei capolavori di Bach, per virtuosismo e architettura compositiva. Cosa può raccontare al mondo di oggi, questo compositore?
 
La musica di Bach, oltre ad essere a mio avviso una musica senza tempo, è la più grande che un essere umano abbia mai scritto. E’ la più moderna, profonda e tridimensionale, piena di contenuti. Non esiste nella storia della musica umana che si avvicina alla perfezione, al culto della bellezza, all’armonia e della diversità.
Bach oltre ad essere il creatore di belle composizionI si può definire un maestro della globalizzazione e della democrazia. Nel mondo ci sono numerosi conflitti e deliri di onnipotenza, lui grazie alla sua opera è riuscito ad unire molto meglio di certi politici. Ogni linea, ogni voce della musica polifonica, unite insieme tali voci tra loro vibrano all’unisono, pur disponendosi ciascun elemento in modo individuale, riuscendo a creare un insieme di bellezza. La musica di Bach è praticamente la realizzazione possibile ed ideale di un bello sublime mai raggiunto. Si deve guardare ai grandi esempi del passato, per capire cosa ci hanno lasciato oggi e dove ci troviamo nel mondo di oggi.
 
Ramin Bahrami e l’Italia. Un legame forte che racconta la sua grande passione per il nostro paese. Come vede questa nazione dall’interno di una professione, che la porta a viaggiare e conoscere diverse realtà?
 
Ho una stima ed affetto infinito per l’Italia, come culla dell’arte e della cultura. La musica occidentale così come la conosciamo oggi non ci sarebbe stata e non si sarebbe sviluppata, senza l’Italia. Adagio, andante, il linguaggio internazionale della musica è italiano, per definire gli stati d’animo dei vari pezzi musicali. Mi dispiace che l’Italia di oggi sia mal governata dai politici. Un difetto enorme è la mancata consapevolezza italiana dell’eredità artistica che i grandi maestri hanno lasciato, questo paese dovrebbe vivere solo della propria cultura. Quando un politico che dimostra di essere incompetente dice che la cultura non rende ricchi, è un fatto vergognoso.
 
 Lei torna a Camerino, dopo tre anni in un festival che celebra i suoi primi 25 anni, una piacevole eccezione nel panorama concertistico marchigiano. Come si può, secondo lei, avvicinare al mondo della musica classica il pubblico giovane?


Per la musica, nelle scuole si dovrebbe fare di più. Il semplice suonare il flauto non basta per avvicinare i giovani alla musica colta, che potrebbe essere più rivoluzionaria di quello che loro pensano. Le emozioni ritmiche, la gioia della danza che loro cercano nella musica che Maurizio Pollini definisce un “tum, tum infinito”, non fa bene alla loro pulizia d’ascolto e alla possibilità di confrontarsi con mondi diversi. Perché non ascoltare Sting e dopo Bach? La loro vita sarebbe arricchita dall’ascolto alternato dei grandi capolavori. Non si deve togliere spazio a nessun genere, ma i giovani non devono dimenticare che non solo nella musica leggera di oggi, quella che amano, si trovano le stesse emozioni e la gioia per la vita nei grandi maestri. Andrebbero trasmessi alle cinque di pomeriggio e non alle due di notte, lo stesso in tv ogni tanto si potrebbe vedere, al posto di certe nefandezze un bel concerto per pianoforte. Si deve togliere la muffa dalla figura dell’interprete di musica classica, che è un codice da decifrare, può emozionare come qualsiasi cosa di bello. I giovani sono molto curiosi, più di quello che pensiamo, non si deve mai dubitare della loro prontezza ed intelligenza.




6 Agosto 2011 alle 20:09 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata