Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 02:38 di Lun 29 Apr 2024

I ragazzi di Rava

di | in: Primo Piano

Enrico Rava Tribe, Teatro delle Api – Porto Sant’Elpidio

[ “Enrico Rava Tribe”  – 21. 1. ’12  h 21.15  – Teatro delle Api- Porto Sant’Elpidio ]

–  tam / tutta un’altramusica  –


Certo che non è così, ma Rava me l’immagino alla guida di un mitico pullmino Volkswagen del ’65 bicolore (quello con 8 vetrini curvi sul tetto) con dentro i suoi “ragazzi” e gli strumenti: tromba trombone contrabbasso batteria (chitarra) e pianoforte. [Che fatica portarsi dietro il piano, però quelli vecchiotti verticali, “alleggerendoli” dei legni superflui, ci riuscivamo ad infilarli dentro…] Insomma il candido (nel senso della chioma) Rava che vaga avventurosamente per piazze e teatri, dovunque l’aspetti musica come si deve. Guida lui, si capisce, per strade e sul palco. Come stasera al Delle Api: zero preamboli, i nomi dei ragazzi e via. Subito mi viene in mente quel delizioso rumore di motore VW raffreddato ad aria, che sembrava fatto di tanti pezzi che – a freddo – si muovevano in modo incomprensibile e quasi “senza tempo”, ma presto diventava musica inconfondibile e corroborante. Perchè quello era un motore jazz… Per dire che c’abbiamo tutti messo qualche minuto ad entrare in sintonia, dovevamo anche noi scaldarci…

Enrico Rava tra i bravi ragazzi sceglie i bravissimi. E con un certo “ordine”: dopo di lui, Enrico (tromba) con la e, con la effe ecco Fabrizio (mediamente giovane) alla batteria, poi tre giovanissimi con la g: Gianluca al trombone, Giovanni al pianoforte, Gabriele al contrabbasso. Ineccepibile, a conti fatti. Stasera manca l’Ancilotto-chitarrista (che ovviamente si chiama Giacomo!).


I concerti non si raccontano, quelli jazz poi, ma se valgono si ricordano anche i particolari buffi. Così dell’instancabile Fabrizio Sferra ricorderò le spazzole, dolci-precise-poetiche come battiti d’ali; di Gianluca Petrella le luccicanti vibrazioni del trombone negli assoli e nei “duelli” con tromba piccola; di Giovanni Guidi la naturale leggerezza sulla tastiera e il frequente uso della sola destra (ma per allacciarsi la scarpa ad un certo punto gli serviranno tutte e due le mani…); di Gabriele Evangelista i lievi passi di danza col contrabbasso, continuamente sotto carezze e abbracci.


Anche il repertorio non si può raccontare, ma quel passaggio dal sapore felliniano verso metà concerto… che roba! Insomma tutto strepitoso. Meno il coinvolgimento finale (un po’ banalotto) del pubblico, su blando ritmo-sudamerica orecchiabile a due accordi:


Sol_____ Fa La Sol_____Fa La Sol_____Fa Re Do_________ Sol__ ecc.


Forse l’avran fatto apposta per rallentare le emozioni, per farci rientrare meno dolorosamente nella mestizia quotidiana… Spegnere bruscamente l’incanto ci avrebbe fatto male, come girare la chiavetta e togliere di colpo corrente al musicalissimo motore raffreddato ad aria del vecchio pulmino Volkswagen…


Ah, non ho detto niente di Rava… Ma Rava è Rava.

      22. 1. ’12                                                                             PGC   




23 Gennaio 2012 alle 16:06 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata