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D’AnnaAppunti: “Rifiuti pericolosi da San Marino? No, grazie!”

di | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

Giancarlo D’Anna

Al Presidente

Assemblea Legislativa delle Marche



INTERROGAZIONE

del Consigliere Regionale Giancarlo D’Anna


Oggetto: Accordo Regione Marche e Repubblica di San Marino – Smaltimento e recupero nel territorio delle Marche di rifiuti speciali prodotti nella Repubblica di San Marino.

Il sottoscritto Giancarlo D’Anna, Consigliere regionale e Vice Presidente Commissione Sanità delle Marche

PREMESSO


che la Giunta Regionale con propria delibera n°1409 del 08/10/2012 ha approvato lo schema di “Accordo Regione Marche e Repubblica di San Marino – Smaltimento e recupero nel territorio delle Marche di rifiuti speciali prodotti nella Repubblica di San Marino;


che l’accordo suddetto prevede l’importazione dalla Repubblica di San Marino di rifiuti speciali non pericolosi e di rifiuti speciali pericolosi ai fini dello smaltimento, per un quantitativo massimo annuo pari a 3100 tonnellate o del recupero, per un quantitativo massimo annuo pari a 5000 tonnellate;


che sempre il predetto accordo non prevede limite alcuno di importazione nei quantitativi annui

per alcune tipologie di rifiuti prodotti nella Repubblica di San Marino e destinati al recupero (in particolare quelli compresi negli allegati richiamati all’art.3, paragrafi 2 e 4 del Regolamento (CE) 1013/06);


che tale accordo avrà efficacia dalla data della sua approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa delle Marche e avrà durata quinquennale, con tacita proroga per un ulteriore quinquennio qualora, entro un anno dalla scadenza, non pervenga denuncia ad una delle parti.

 

CONSIDERATO


che la L.R. 12 ottobre 2009 n.24 recante ”Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati” all’art.1 punto 1 cita tra l’altro tra le finalità:


a) prevenire la produzione di rifiuti e ridurne la pericolosità;


omissis)


e) ridurre la movimentazione dei rifiuti attraverso lo smaltimento in impianti appropriati, prossimi al luogo di produzione, che utilizzino metodi e tecnologie idonei a garantire un alto grado di tutela e protezione della salute e dell’ambiente;


che secondo il principio riportato dalla sopra menzionata lettera e), il maggiore onere di conferimenti di rifiuti graverebbe su impianti ricadenti nella Provincia di Pesaro Urbino in quanto area geograficamente più prossima nelle Marche alla Repubblica di San Marino;


che l’apporto di rifiuti da fuori regione andrebbe a gravare sulla situazione già precaria degli impianti di smaltimento finale del territorio marchigiano ed in particolare su quelli a servizio della Provincia di Pesaro Urbino per le considerazioni dei punti precedenti;


che come già avvenuto in passato, i conferimenti da fuori regione potrebbero facilitare operazioni di gestione rifiuti illecite con pesanti ricadute ambientali ed economiche sui cittadini, sul territorio e sulle amministrazioni locali coinvolti;




INTERROGA


Il Presidente della Giunta per conoscere:

le motivazioni che hanno portato all’approvazione dell’accordo in oggetto la cui messa in atto causerà un pesante aggravio per il sistema di smaltimento e recupero rifiuti delle Marche, anche in considerazione della sua durata quinquennale con possibilità di ulteriore proroga. Ciò infatti parrebbe indicare che la Repubblica di San Marino non abbia in previsione la realizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti nel proprio territorio in grado garantire l’autosufficienza neanche per gli anni a venire.

Si chiede inoltre di conoscere se altre Regioni italiane abbiano stipulato accordi similari con la Repubblica di San Marino che prevedano attività di smaltimento e recupero rifiuti nel proprio territorio provenienti da tale Stato.


Si richiede risposta orale


Smaltimento inerti c’è un caso anche a Metaurilia di Fano. Mentre il Noe sequestrava 5 mila metri quadrati di mare a Marina di Montemarciano, nelle ore della notte tra il 19 e il 20 ottobre a Metaurilia di Fano venivano smaltiti sulle scogliere poste direttamente a protezione della linea ferroviaria, grandi quantità di “pietrisco per massicciata”,e anche pezzi di ferro, che è stato sostituito da nuovo materiale nella sede ferroviaria. E’ evidente che potrebbe trattarsi di un escamotage per risparmiare sullo smaltimento del materiale a discapito dell’ambiente. Ho segnalato in tarda mattinata la vicenda al Comando dei Carabinieri di Fano per verificare se tale smaltimento sia stato autorizzato, anche se gli orari in cui presumibilmente il “lavoro” è stato svolto autorizzano ad avere sospetti. L’auspico è che venga verificato se le pietre contengano materiali pericolosi o fibre come quelle dell’amianto e se e quali danni, oltre all’evidente immissione nella sabbia di pietre,possa aver subito quell’area che già in passato è stata completamente abbandonata. E chi spetta l’eventuale rimozione di quanto “smaltito”.


Giancarlo D’Anna


Ancona, lì 19.10.12




21 Ottobre 2012 alle 12:57 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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