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“O scappi, o combatti (oppure ridi)”: tre soluzioni alla vita nella nuova Biennale dell’Umorismo

di | in: Primo Piano

un momento della conferenza

Il neo direttore artistico Evio Hermas Ercoli presenta il tema della 27ma edizione della manifestazione di Tolentino


TOLENTINO – Una fuga necessaria dalla bidimensionalità del cartaceo per vestire di contemporaneità la nobile arte del sorriso. Questa la nuova mission della prossima Biennale dell’Umorismo nell’arte affidata, per la sua 27ª edizione, all’estro di Evio Hermas Ercoli, già direttore artistico di Popsophia.

Ieri mattina, presso la Sala Musso del Comune di Tolentino, si è svolta la prima conferenza stampa ufficiale per lanciare il nuovo tema della Biennale e definire la meta del nuovo percorso che vedrà come mezzo di indagine della comicità, non solo l’arte dell’illustrazione ma anche la multimedialità delle altre arti.

Ercoli non abbandona la sua vocazione da pop filosofo e tira fuori dal cilindro, come tema della nuova edizione, un aforisma di John Morreall, filosofo fondatore dell’International Society for Humor Studies. “O scappi, o combatti (oppure ridi)”, questo il fil rouge della biennale, questa l’innegabile verità con cui ogni giorno ciascuno di noi affronta il quotidiano. La lotta e la resa non sono le uniche due soluzioni per interfacciarsi con la vita. Altra via è lo humor, strategia di messa in scacco della tragedia umana.

Un percorso, quello della biennale, iniziato nel 1961 e che ora, come ricorda il consigliere con delega alla Cultura, Alessandro Massi, necessita un nuovo slancio che coinvolga i giovani e faccia sì che l’umorismo venga indagato attraverso mezzi più idonei alla contemporaneità.

E la contemporaneità si affaccia sulla Biennale sin dalle prime strategie comunicative pianificate. Tutto dovrà essere votabile: ogni singola opera in concorso dovrà essere condivisibile, commentabile e giudicabile attraverso le piattaforme social.

“Un’eredità difficile – dichiara in conferenza Ercoli – che deve trasformare un patrimonio intellettuale volatile in cultura”.

Fortissimo quindi l’imprinting culturale che il nuovo direttore artistico vuole dare alla Biennale. “Un grande e blasonatissimo concorso”, che sin dal suo nascere grazie all’intuizione di Mari, ha rappresentato una punta di diamante della creatività e ha conferito a Tolentino la nomina di capitale mondiale dell’umorismo. Per mantenere tale primato è necessario che anche oggi la Biennale interpreti la contemporaneità aprendosi alle arti: cinema, video arte, internet, digitalizzazione del disegno. Una mostra di talenti internazionali con un evento cardine dato dall’inaugurazione. Su questi tre aspetti, concorso, mostra e inaugurazione, si spalma l’intero progetto triennale della gestione Ercoli.

Una sfida di altissimo livello che però non può realizzarsi senza una necessaria copertura economica. Per quanto l’amministrazione locale abbia sposato con entusiasmo il nuovo progetto artistico e quindi abbia assicurato il maggior sforzo economico possibile, come traspare dalle parole del Sindaco Giuseppe Pezzanesi, sarà necessario l’impegno dei privati, di coloro che riconoscono nell’arte, nella riflessione critica e nell’ironia un motore dell’economia del Paese. E non è difatti un caso che Ercoli ricordi che è proprio per il settore della telefonia mobile, “il più dinamico dell’economia e dove c’è un’accesa concorrenza, le campagne pubblicitarie hanno come tema comune l’ironia e l’umorismo”, riportando alla mente i vari Fiorello e Neri Marcorè. L’economia che si muove, quella che aggredisce la crisi e non ne rimane schiacciata, come la telefonia, è quella che ha scelto il connubio tra sorriso e serialità del racconto, per confezionare il proprio prodotto e la propria filosofia di brand.

Su un punto essenziale convergono tutti: “C’è bisogno di cultura”. È attorno al nocciolo culturale che si costruisce questa Biennale, che, sebbene altra cosa rispetto a Popsophia, trattiene in sé una convinzione profonda di Ercoli: la necessità di sconfiggere l’atavica tendenza italiana a dividere l’alto dal basso, riabilitando quindi il dato considerato “frivolo”, in questo caso umoristico e farlo ancora una volta leggendo e interpretando il contemporaneo. In questo, possiamo dire che la Biennale dell’umorismo nelle arti secondo Ercoli, affilerà le armi anche della pop filosofia.




1 Dicembre 2012 alle 22:03 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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