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Il ruvido rock’n’roll americano degli Hollis Brown

di | in: in Vetrina, Interviste

Hollis Brown “Ride On The Train”

 

“Ride On The Train”, esordio della rockband newyorkese Hollis Brown, pubblicato nelle scorse settimane da Alive Records (distribuzione italiana Audioglobe), è uno dei dischi più caldi del momento. Undici brani carichi d’energia in cui vengono frullati gli Stones di “Beggars Banquet”, la Jimi Hendrix Experience e, soprattutto, i Creedence Clearwater Revival, principale influenza della band, e che, grazie anche all’esperta produzione di Adam Landry, non suonano passatisti ma quanto mai attuali. Abbiamo intervistato il cantante Mike Montali, autore, insieme al chitarrista Jon Bonilla, delle canzoni degli Hollis Brown.

 

Una definizione secca della vostra musica per chi non vi conosce?
Suoniamo autentico e ruvido rock’n’roll americano.
Tu e Jon Bonilla scrivete tutte le canzoni?
Be’, la maggior parte delle volte va così: Jon e io ci vediamo per scrivere e per mettere insieme un gruppo di canzoni. Poi le facciamo ascoltare al resto della band cercando di capire insieme quali possono andare e quali no.
Essendo la vostra musica piena di vitalità, mi chiedo se scegliete, per la scrittura, dei momenti particolarmente distesi e felici.
Guarda, il momento della scrittura e della creazione in genere è veramente strano. Non si può cercare troppo il momento giusto. A volte scrivere è come aprire un rubinetto, tutto viene fuori con relativa facilità. Quando il rubinetto si chiude, però, puoi provare a scrivere per giorni, ma tutto quello che viene fuori è merda. Credo che ci sia un’energia che ci attraversa, noi dobbiamo essere bravi a non forzarla, dobbiamo semplicemente trasformarci in dei vasi vuoti pronti ad accoglierla.
C’è una dedica ai Creedence Clearwater Revival in “Walk On Water”?
Sicuro! Ma ti dirò di più: c’è una dedica speciale ai Creedence in ogni canzone che facciamo. Quest’anno abbiamo visto John Fogerty al SXSW Festival di Austin e ti assicuro che è ancora, a mani basse, il miglior performer in circolazione.
Tra le canzoni dell’album che preferisco metterei sicuramente “Doghouse Blues” e “Hey Baby”, che sono quelle in cui le vostre radici blues appaiono più evidenti.
Be’, queste due sono probabilmente anche le mie canzoni preferite dell’album. Sono due brani selvaggi e sexy. L’importanza del blues in realtà si può rintracciare in ogni nostra canzone. E’ la nostra base di partenza, il nostro genere musicale preferito e ciò a cui tutto ciò che facciamo in un modo o nell’altro finisce per tornare. “Doghouse” e “Hey Baby” sono i nostri più palesi saccheggi della tradizione blues, ma questa tradizione è presente anche nelle alter canzoni.
Altro brano particolarmente riuscito e significativo è “Faith & Love”, che mostra il vostro lato più vulnerabile.
“Faith & Love” è stata l’ultima canzone dell’album ad essere incisa. L’abbiamo registrata parecchio tempo dopo aver registrato tutte le altre. Nelle nostre intenzioni è una canzone sulla perseveranza e sulla difficoltà di accettare che per realizzare grandi cose serve tempo, pazienza e, appunto, un po’ di fede e amore.
Avete registrato “Ride On The Train” a Nashville, giusto?
Sì, l’abbiamo registrato con il grande produttore Adam Landry nel suo studio a Nashville. Abbiamo registrato tutto dal vivo, in analogico. E’ stato interessante registrare in questo modo. Tutti insieme nella stessa stanza. Quello che abbiamo suonato è quello che ritroviamo nel disco. Senza trucchi né stronzate.
Vi sentite parte di una scena che comprende gruppi come Lucero o Deer Tick?
Sono in molti ad avvicinarci alle band che hai nominato, tra l’altro noi abbiamo un buon rapporto con loro, così forse il paragone ci sta. Però noi non ci consideriamo parte di nessuna scena. Di certo non ci piace essere etichettati o classificati in un modo chiuso, non vogliamo precluderci alcuna possibilità in futuro.
Quindi esplorerete nuove sonorità?
Assolutamente sì. Un artista dovrebbe sempre evolversi. Non siamo mai le stesse persone che eravamo ieri, allora perché dovremmo suonare come se lo fossimo?
In questo momento vi state solamente divertendo, prendendo le cose come vengono, o ci sono degli obiettivi che vi siete posti?
Ci sono alcune cose che vogliamo realizzare. Una di queste è di sicuro venire in Europa a suonare. I miei genitori sono italiani, sono arrivati negli Stati Uniti quando erano adolescenti, così puoi immaginare che mi piacerebbe molto venire a suonare da voi.
Cosa stai ascoltando in questo momento?
In questo momento sto riascoltando in continuazione “Sticky Fingers” dei Rolling Stones.
Potendo scegliere un artista con cui collaborare, chi sceglieresti?
Più che di collaborare, il mio sogno sarebbe quello di potermi sedere da qualche parte con Neil Young e poter parlare con lui di canzoni.




27 Giugno 2013 alle 15:26 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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