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Girolamo Di Giovanni, “il Quattrocento a Camerino”: prorogata la mostra

di | in: Cultura e Spettacoli

Girolamo di Giovanni. Il Quattrocento a Camerino

PROROGATA FINO AL 3 NOVEMBRE LA MOSTRA

GIROLAMO DI GIOVANNI, IL QUATTROCENTO A CAMERINO

L’annuncio in una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella sala riunioni della Pinacoteca.

Tracciato anche un bilancio dei risultati fin qui ottenuti.

 

CAMERINO –Un piccolo gioiello che ci sta regalando grandissime soddisfazioni e dal grande valore scientifico” – Così il professor Pier Luigi Falaschi ha definito la mostra “Girolamo Di Giovanni, il Quattrocento a Camerino”, allestita nel maggio scorso nel polo museale di San Domenico. Un gioiello che, ora, potrà essere ammirato fino al prossimo 3 novembre. Nell’incontro con gli operatori dell’informazione, infatti, il vicesindaco di camerino, Gianluca Pasqui, la dottoressa Mastrocola, curatrice delle collezioni civiche, ed il professor Pier Luigi Falaschi, direttore scientifico del museo e della pinacoteca, hanno annunciato la decisione di prorogare l’evento espositivo, per tenere testa alle tante richieste giunte nelle ultime settimane. “La mostra – ha affermato Pasqui – avrebbe dovuto chiudere i battenti il prossimo 29 settembre, ma ci siamo resi conto, anche sulla base dei risultati fin qui ottenuti, che il successo di questo evento espositivo meritava almeno un altro mese. Soprattutto per dare la possibilità ai ragazzi delle scuole di compiere visite guidate con i loro istituti”. Non a caso, dalla prossima settimana partiranno i laboratori didattici dedicati alla scuole, con la mostra che proporrà uno specifico laboratorio dal titolo “il museo in rosso”. Molte, stando a quanto emerso, sono inoltre state le richieste di gruppi interessati a visitare la mostra proprio nel mese di ottobre e questo ha permesso di superare le perplessità sull’opportunità di una proroga. Anche perché i risultati fin qui raggiunti erano già più che soddisfacenti. “Facendo un raffronto con l’investimento effettuato per altri eventi simili – ha proseguito il vicesindaco Pasqui – ci eravamo posti l’obiettivo dei 3000 visitatori. Oggi siamo già a oltre 4200 e, a questo punto, la sfida è superare i 5000”. Dati alla mano, dunque, l’evento culturale che ha caratterizzato l’estate camerte ha riscontrato un successo che va oltre le più rosee aspettative. Un obiettivo raggiunto anche grazie ad una “nuova idea di mostra”, con tutti gli eventi dell’estate che, anche se apparentemente inconciliabili, hanno avuto un legame con la mostra. Ne sono un esempio quelle tappe del Camerino Festival che si sono tenute proprio nelle sale del museo, i concerti di Musicamdo, i raduni automobilistici partiti dal cortile del polo museale e, addirittura, la giornata dedicata alla finale regionale di Miss Italia, con le ragazze partecipanti che si sono intrattenute a lungo nelle stanze che ospitano la mostra per una visita guidata. “Tutto questo movimento intorno alla mostra – ha affermato la dottoressa Barbara Mastrocola,curatrice delle collezioni civiche – ha permesso di far conoscere la nostra proposta. E la gente ci ha ripagati con sincero apprezzamento. Superare abbondantemente le 4000 visite non è un obiettivo che si raggiunge tutti i giorni nel campo della cultura, soprattutto quando i budget a disposizione sono ridotti”.

Annunciata la proroga e tracciato il bilancio, il vicesindaco Pasqui, la dottoressa Mastrocola ed il professor Falaschi hanno poi ringraziato tutti coloro che hanno permesso la realizzazione della mostra a vario titolo e, in particolare, la comunità di Monta San Martino, per il prestito del meraviglioso polittico che costituisce una delle opere di maggior richiamo della mostra.

UN “RISARCIMENTO”

PER GIROLAMO DI GIOVANNI

“Gli studi, le ricerche, le scoperte che si sono avvicendate in questi anni intorno al fenomeno “Quattrocento a Camerino” ci consentono di allineare alcune nuove considerazioni, altri fatti che ampliano le nostre conoscenze, gettano nuova luce, contribuiscono alla stesura di una storia che è certamente un capitolo fondamentale della storia dell’arte, almeno per l’ Italia centrale. La nostra città appenninica ha infatti conosciuto uno splendore e una fioritura nel Quattrocento che non finisce mai di stupirci, che non cessa di espandere il suo originale fascino, il suo autentico, genuino ed a tratti spontaneo sapore.”

Cosi questa piccola ma suggestiva mostra, suggerita inizialmente dall’opportunità di ricomporre almeno in parte un polittico, rappresenta una sorta di risarcimento della figura di Girolamo di Giovanni: un comprimario del rinascimento camerte, fortemente ridimensionato dalle ricerche propedeutiche alla grande mostra del 2002, che hanno resuscitato una nuova figura di protagonista in Giovanni Angelo di Antonio.Oggi Girolamo riconquista il suo ruolo, grazie alla presentazione di pressoché tutte le sue opere.

Il percorso s’apre con gli affreschi strappati dalle pareti del piccolo oratorio, voluto per la sua casa di campagna del Patullo da Ansovino Baranciani (+1477), ricco canonico. Su esse, Girolamo, fra il 1456 e il 1462, effigiò le storie della passione di Cristo, tentando anche secondo un’esigenza umanistica di vestire all’antica i personaggi. Il ciclo è ricomposto secondo la forma originaria dell’oratorio e rappresenta l’unico complesso del genere conservatosi per il Quattrocento camerinese. La notevole qualità di questa opera si può apprezzare negli scorci vertiginosi, nei panneggi di evidenza scultorea e nella delicatezza degli incarnati.

Del 1463 è lo stendardo processionale su tela raffigurante la Madonna della Misericordia che non può non richiamare alla mente, per le affinità formali, la celebre tavola centrale dipinta da Piero della Francesca per il polittico di San Sepolcro, ultimato uno o due anni prima, e forse noto a Girolamo per l’attenzione pronta da lui riservata a Piero, forse reso accorto da Malatesta Cattani, vescovo di Camerino dal 1449 al 1461, concittadino e amico di Piero della Francesca. L’abito rosso della Vergine è finto in un lussuoso velluto controtagliato, che esegue il motivo ‘a melagrana, un decoro assai fastoso che si può confrontare al bellissimo frammento di tessuto quattrocentesco riutilizzato come paliotto d’altare, conservato nel Museo Diocesano di Recanati.

La mostra prosegue con tre pezzi d’un polittico, per il resto perduto, eseguito per Monte S. Martino forse a ridosso del 1473: alla drammatica crocifissione, ora di proprietà della Galleria Nazionale delle Marche, sono state avvicinate due tavolette apicali con evangelisti, acquistate da qualche anno dal Comune di Camerino, ritenute parti della stessa macchina lignea. È quindi la volta dell’altro polittico di Monte S. Martino, strutturato su due ordini con una narrazione pittorica di carattere fiabesco nella quale le figure risaltano sul fondo dorato. Anche qui sono evidenti le affinità stilistiche con Piero della Francesca soprattutto nei toni delicati dell’incarnato. Infine sono esposti gli affreschi con l’Angelo Nunziante e la Vergine

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Annunziata, strappati dal santuario della Madonna delle macchie di Gagliole e abitualmente conservati nel Museo arcidiocesano di Camerino, dove restano esposti altri interessanti affreschi di Girolamo.

La mostra esibisce anche dipinti, stoffe, carpenterie lignee, oreficerie e ceramiche utili a dimostrare come, fra gotico e rinascimento, il gusto per un certo tipo di ornato trovasse espressione in ogni genere di produzione artistica.

Allessandro Marchi, Pier Luigi Falaschi




19 Settembre 2013 alle 21:53 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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