La sanità non si presti alle richieste da bancarella pena la bancarotta
di Redazione | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e ContrappuntiSAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ancora una volta respiriamo l’effervescenza sulla sanità marchigiana così come sta avvenendo su tutto il territorio nazionale per effetto del decreto Balduzzi e la cosiddetta spending review per i quali le risorse sono drasticamente calate sovrapponendosi alla previsione di 3,7 posti letto per 1000 abitanti. In particolar modo vorremmo riportare una frase del Presidente del Consiglio Enrico Letta, di cruda verità, il quale con sfogo ha affermato “qui chiedono tutti e per cio’ occorrerebbe una bancarella” e se così fosse aprendo la strada alla bancarotta. Ecco!La sanità non è esente da questo pericolo.
Non vorremmo che molte contestazioni nel Piceno nascessero da tanti mal di pancia dove il sistema partitocratico trasversale preferisce sparare sul pianista vedendosi chiudere mano a mano levarie bancarelle.
L’Emilia Romagna da sempre presa come esempio positivo ha perso 1/3 dei posti letto, 427 unità in meno al Policlinico Sant’Orsola, 326 unità in meno alla ausl di bologna e 186 all’Istituto ortopedico Rizzoli (posti rimpiazzati con unità 21 al Rizzoli, 82 ausl Bologna e 88 Sant’Orsola).
Nelle Marche persi 469 posti letto con conseguente accorpamento dei reparti e dei servizi.
Un vero e proprio terremoto Nazionale dove si chiede di razionalizzare il personale contenendo la riorganizzazione qualitativa grazie la eccellente preparazione della classe medica.
Naturalmente chi ha maggiormente investito in qualità negli anni passati oggi regge meglio il meccanismo dell’accreditamento in una fase dove si taglia perché i soldi stanno terminando.
Orgoglio Civico attraverso la propria rete di studio aveva come sempre precorso i tempi mandando al Pres Spacca (fatta pervenire anche presso il ministero della sanità pur comprendendo l’autonomia regionale) una proposta strutturata essenzial
Orgoglio Civico, Benito Rossi