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Regione Marche

Marche – 538 milioni di spesa pubblica per il nuovo Piano di sviluppo rurale

Oltre 50 milioni in più del precedente periodi di programmazione

538 milioni di euro, 55 milioni in più rispetto alla somma complessiva della passata programmazione che era pari a 482 milioni di euro. Questo il risultato per le Marche del riparto – approvato ieri a Roma dagli assessori all’Agricoltura – per lo Sviluppo rurale della nuova politica agricola comunitaria. L’assessore all’Agricoltura della Regione, Maura Malaspina, ha espresso “viva soddisfazione” per il risultato raggiunto. “Per le Marche – da detto – per il nuovo Programma di sviluppo rurale, avremo a disposizione oltre il 10% in più rispetto alla precedente programmazione. È stato premiato lo sforzo che abbiamo fatto come Regioni per avere risorse ulteriori che andranno a vantaggio delle imprese”. “Ma c’è un’ulteriore buona notizia – continua l’assessore Malaspina – Ci sono, a livello nazionale, altri 2,2 miliardi per le imprese, dei quali 1,6 miliardi per i Piani di gestione del rischio, 300 milioni per gli investimenti irrigui e 200 milioni per la biodiversità animale. Nelle prossime settimane noi assessori ci riuniremo per la definizione dei suddetti Piani nazionali e ci sarà l’impegno perché una quota significativa di queste risorse possa andare a vantaggio delle imprese marchigiane”. Oggi l’accordo del riparto verrà inserito all’Ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni per la prevista intesa, insieme al documento approvato dagli assessori, nel quale si è voluto ribadire come sia importante risolvere, preliminarmente a tutta l’attività di programmazione, in corso di realizzazione e da completare al più presto, alcune criticità registrate nell’attuale fase di programmazione:  in particolare sono state segnalate le questioni di seguito riportate. Patto di stabilità – Ineludibile è la necessità di escludere, dal computo delle spese che concorrono ai vincoli derivanti dal patto interno all’UE di stabilità e crescita, la quota di cofinanziamento regionale. In caso contrario potrebbe verificarsi l’impossibilità, per le Regioni,  di prevedere in bilancio le risorse necessarie. IVA enti pubblici – Pur constatando che il regolamento dello Sviluppo rurale permette il finanziamento dell’IVA non rimborsabile, le Regioni chiedono allo Stato di presidiare, in sede comunitaria, la definizione dei regolamenti applicativi, nei quali chiarire che anche la spesa per l’IVA degli investimenti pubblici possa essere oggetto di finanziamento comunitario. Nel caso questo non fosse possibile, impegna il governo a trovare una posta di bilancio per la copertura delle relative spese per l’IVA dei vari PSR. Fondo sviluppo e coesione – L’agricoltura contribuisce, in maniera decisiva, al mantenimento dei beni pubblici ambientali di questo Paese. Si chiede, pertanto, che gli interventi riferiti a questo settore, al raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di partenariato, siano destinatari di adeguate risorse finanziarie nell’ambito del Fondo di sviluppo e coesione.

Premio Nazionale Prevenzione Rifiuti di Legambiente e Federambiente

Consegnato il Premio alla Regione Marche per le attività svolte sul tema della riduzione dei rifiuti

Progetti europei di cui è stata capofila, politiche strutturate di riutilizzo, iniziative di informazione e sensibilizzazione, politiche di sostegno ai Comuni. Sono queste le attività che hanno permesso alla Regione Marche di ricevere il Premio Nazionale sulla prevenzione dei rifiuti promosso da Legambiente e Federambiente con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Le Marche, unica Regione premiata alla categoria pubbliche amministrazioni, ha presentato sei iniziative strutturate di prevenzione sostenute attraverso strumenti normativi, atti di indirizzo, strumenti volontari e attraverso l’importante leva economica. Il premio è stato ritirato questa mattina a Roma dall’Assessore all’Ambiente della Regione Marche Maura Malaspina. “Non posso che essere orgogliosa dei marchigiani e del governo regionale che già dal 1999, ancora prima degli obblighi europei sulla prevenzione dei rifiuti, ha dimostrato una sensibilità tale che ci vede oggi ricevere questo prestigioso premio. La Regione, coordinandosi con le associazioni ambientaliste che voglio ringraziare per il loro contributo, è intervenuta non solo a livello normativo ma anche economico e fiscale prevedendo la non applicazione dell’addizionale del 20% (ecotassa) per i comuni che fanno prevenzione riducendo il rifiuto pro-capite e destinando il 2% del gettito dell’ecotassa per sostenere questi comuni virtuosi. Questo dimostra come il mio assessorato non si ferma alle enunciazioni di principio ma a queste fa seguire fatti concreti a supporto della prevenzione”. “Ancora un importante riconoscimento alla Regione Marche per i propri comportamenti virtuosi – sottolinea il presidente Gian Mario Spacca – Il Premio Nazionale Prevenzione Rifiuti alla nostra Regione, unica per la categoria pubbliche amministrazioni ad averlo ricevuto, è un indicatore di civiltà che ci rende orgogliosi e che riconosce le numerose buone pratiche poste in essere negli anni. La collaborazione con le associazioni, gli enti locali e le comunità territoriali ha avuto un positivo effetto moltiplicatore sugli atti e le azioni avviate dalla Regione in materia di rifiuti. Quarta regione in Italia e prima del Centro Italia per raccolta differenziata, le Marche possono ora vantare una nuova, prestigiosa certificazione. L’obiettivo che la Regione si pone è diminuire sempre di più la quantità di rifiuti prodotti, passando anche attraverso una nuova cultura del consumo. E’ una delle nostre priorità, nella consapevolezza che l’ambiente è un asset di straordinario valore per una regione che vuole fare del paesaggio, del turismo, dell’agricoltura e della cultura un nuovo motore di crescita”. “La Regione Marche ha lavorato molto in questi ultimi anni sul tema della prevenzione dei rifiuti – commentano Luigino Quarchioni e Francesca Pulcini, presidente e vice presidente di Legambiente Marche -. Dopo aver raggiunto buoni risultati nella raccolta differenziata, diventando la migliore Regione del Centro Italia, le Marche hanno iniziato a puntare alla riduzione dei rifiuti anche grazie all’importante protocollo d’intesa firmato con Legambiente Marche, Unioncamere Marche, Upi Marche, Anci Marche e Federambiente proprio per raggiungere questo obiettivo e che ha generato consapevolezza e cultura sul tema della riduzione dei rifiuti. Grazie a questa intesa, negli ultimi anni abbiamo incontrato e premiato moltissime esperienze marchigiane, promosse da enti pubblici, privati cittadini, imprese e associazioni, che si stanno già realizzando nella nostra Regione. Questa nuova sfida non solo ha un grande valore ambientale con la riduzione dei materiali conferiti in discarica, ma ha uno straordinario senso sociale ed economico, che in questo momento così delicato, rappresenta un’opportunità di coesione per l’intera comunità”.

 

LeiniziativesegnalatedallaRegioneMarche:

Prewaste

Progetto europeo triennale portato avanti da una partnership internazionale di 10 soggetti con l’obiettivo di fornire strumenti tecnici e metodologici per supportare le autorità regionali e locali nella programmazione e valutazione delle proprie politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti. In particolare sono state individuate 27 best practices europee su cui è stato fatto uno studio di fattibilità circa la loro trasferibilità in altro territorio. Sono stati realizzati un sito internet e un web tool in grado di aiutare la P.A. a orientare le politiche di prevenzione, progettare le misure da intraprendere, indicarne i possibili risultati e fornire un sistema di monitoraggio mediante l’individuazione di specifici indicatori.

Comune libero da rifiuti waste free                                                                                                                    

Proposta di legge 334/2013 (poi approvata il 19 novembre 2013) attraverso cui la Regione propone di istituire un marchio di qualità ambientale “Comune libero da rifiuti – waste free” che certifica annualmente gli sforzi e i risultati ottenuti dai Comuni in materia di prevenzione e riduzione dei rifiuti. La proposta prevede anche un disciplinare tecnico che regolamenta attraverso appositi criteri l’attribuzione (e il mantenimento) del marchio. La Regione ha introdotto nella proposta anche un capitolo finanziario per cui i Comuni assegnatari del marchio riceveranno contributi a sostegno delle loro azioni di prevenzione e riduzione. I fondi necessari saranno garantiti dalla destinazione del 2% del tributo regionale di smaltimento in discarica dei RU.

Rete regionale centri del riuso

Organizzazione di una rete regionale di centri del riuso articolata e interconnessa con i centri di raccolta dei rifiuti urbani e per la quale la Regione ha emanato negli anni più bandi a cofinanziamento dei Comuni nei cui territori sorgeranno le strutture ed elaborato Linee guida alla costruzione, organizzazione e gestione dei centri del riuso.

Riduzione della fiscalità generale (L.R. 29 luglio 2013 n. 21)

L’articolo 4 della Legge Regionale del 29 luglio 2013 n. 21 modifica le disposizioni regionali che disciplinano il tributo regionale di smaltimento in discarica dei rifiuti (L.R. 15/1997), prevedendo che l’addizionale a carico dei Comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata non venga applicata se il Comune ha registrato (in seguito a documentate azioni di prevenzione) una produzione pro capite di rifiuti inferiore del 30% alla media del rispettivo ATO. Obiettivo è non gravare sui Comuni che limitano la produzione di rifiuti ma poi si vedono penalizzare dalla normativa esistente per il non raggiungimento degli obiettivi di RD.

 

 

Ambiti sociali, l’assessore Viventi replica alla Cgil sulle ipotesi di riorganizzazione

“Il fatto che la Regione Marche avanzi ipotesi di riorganizzazione degli ambiti territoriali sociali diverse da quelle ritenute giuste dalla Cgil non significa che la stessa Regione non ha le idee chiare, ma, semplicemente, che il confronto si sta strutturando a partire da posizioni diverse”. Lo afferma l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luigi Viventi, in risposta alla nota stampa del segretario generale Cgil Marche, Roberto Ghiselli. “Ho già espresso in diversi tavoli di confronto, anche con i sindacati, l’idea che il passaggio da 23 a 13 sia una necessaria semplificazione, funzionale soprattutto a una omogeneizzazione e a una maggiore integrazione dell’intero sistema socio sanitario – ricorda Viventi – Obiettivo imprescindibile è ridurre le strutture burocratiche a vantaggio esclusivo dei servizi sociosanitari rivolti ai cittadini. Ovviamente il confronto su questo tema resta ancora aperto e non mi scandalizzo se alcuni dei soggetti interessati propongono soluzioni differenti dalle mie, come credo sia utile che non ci si sconvolga dall’altra parte, perché sono convinto che la soluzione ottimale possa scaturire da un dibattito chiaro e sereno fra tutte le parti”.




16 Gennaio 2014 alle 15:44 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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