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dalla Regione Marche

di | in: Cronaca e Attualità, dalla Regione Marche

Maura Malaspina

2014-01-28

L’ASSESSORE REGIONALE MALASPINA A BRUXELLES PRESIEDERA’ LO STEERING COMMITTEE

Sarà l’assessore regionale all’Agricoltura, Maura Malaspina, attuale presidente della Rete delle Regioni e Autorità Locali d’Europa ”Libere da Ogm” a presiedere lo “Steering Committee/Comitato Direttivo” della Rete che si terrà a Bruxelles il prossimo 29 gennaio.

Lo Steering Committe che sotto la Presidenza marchigiana si è allargata a 60 Regioni europee, ha il compito di fare il punto sulla normativa a livello Ue cercando di focalizzare le questioni più attuali nel dibattito sugli Ogm. La Rete vuole ribadire la libertà di scelta dei governi europei di vietare le coltivazioni geneticamente modificate nei propri territori al fine di tutelare la biodiversità, le produzioni di qualità biologiche, tradizionali e tipiche e l’immagine di in territorio – anche in chiave turistica – in grado di possedere un’ agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Durante l’incontro verranno anche stabiliti tempi e modalità per il passaggio della presidenza triennale a un’altra Regione.Ricordiamo che oltre la Malaspina prenderanno parte, tra gli altri, Alfonso Pecoraro Scanio , ex ministro all’Agricoltura, Adriano Cardogna, presidente Commissione regionale delle Marche alle Politiche europee, Gianluca Carrabs, amministratore unico dell’Assam e Giannalberto Luzi, presidente Coldiretti Marche.

Le Marche – ha detto la Malaspina – ribadiscono la loro contrarietà agli Ogm perché in un mondo sempre più globalizzato dove regna la conformità per rimanere competitivi occorre produrre diversità e le eccellenze della nostra agricoltura possono essere da modello. Riteniamo opportuno poi, che nell’ambito del dibattito europeo sull’impiego delle biotecnologie in agricoltura, l’Efsa (Agenzia per la Sicurezza Alimentare Europea ) si impegni per implementare protocolli di sperimentazione propri prima dell’autorizzazione all’immissione nell’ambiente di nuove varietà GM”.

Nel 2001 inaugurammo la politica di precauzione in materia di Ogm come ministri dell’agricoltura – ha dichiarato Pecoraro Scanio – ed è paradossale che dopo oltre un decennio dobbiamo ancora lottare per un Europa Ogm Free. Ringrazio le Marche e le altre 60 Regioni impegnate in questa battaglia perché i passi avanti fatti nel biologico, nelle tipicità e nella difesa dell’agricoltura contadina non vadano dispersi”.

Carrabs ha sottolineato che “l’Agenzia regionale è in prima linea sulla lotta agli Ogm e la valorizzazione della biodiversità. Questo appuntamento è la giusta occasione per portare al parlamento europeo la voce delle regioni e della società civile tutta”.

Gli Ogm ad oggi disponibili sul mercato sono stati prodotti in laboratorio negli anni ’80 e riguardano principalmente mais in Europa e soia cotone e colza nel resto del mondo. Quindi l’introduzione nel contesto europeo, ed italiano, non produrrebbe significativi effetti economici, trattandosi di materiale modificato oltre trent’anni fa per resistere agli erbicidi e creerebbe, per di più, un conflitto con il mondo produttivo biologico.

BIOGAS, PEAR E FALSE NOTIZIE: INTERVENTO ASSESSORE MALASPINA IN CONSIGLIO REGIONALE

 

L’esigenza di cambiare il Pear per rispondere al fabbisogno energetico regionale, la vicenda relativa e l’intervento della Corte Costituzionale sull’autorizzazione di alcuni impianti, le false notizie sulla pericolosità del biogas. Su questi tre punti si è focalizzato l’intervento dell’assessore all’Energia e alle fonti rinnovabili Maura Malaspina questa mattina in consiglio regionale.

Una delle sfide che la Regione aveva lanciato con il Piano Energetico Ambientale (PEAR) era quella di ridurre il forte deficit energetico attraverso il risparmio energetico, la cogenerazione distribuita e le energie rinnovabili, rigettando altre opzioni, quali nucleare e impianti turbogas. Al 2012 il deficit energetico regionale era pari  a 3.899 GWh (-48,9%) rispetto ad un fabbisogno di 7.991 GWh.

“Un gap  – ha detto l’assessore – che la Regione Marche  vuole affrontare con un aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale nella massima salvaguardia della salute dei cittadini e della sicurezza ambientale attraverso l’utilizzo di tecnologie e processi di innovazione coerenti con il modello policentrico. In questo contesto le energie rinnovabili rivestono un ruolo prioritario ed in particolare le biomasse, con l’evoluzione della sensibilità della comunità regionale, si sono sempr epiù indirizzate verso impianti di piccola dimensione per favorire le filiere bioenergetiche locali e la generazione distribuita. Purtroppo, un inadeguato contesto normativo di riferimento sulle autorizzazioni, caratterizzato da disposizioni comunitarie non correttamente recepite ab origine dalla normativa nazionale sulla necessità di Via al di là della soglia dimensionale, ha  prodotto i suoi effetti negativi sulla normativa regionale che ha pagato, con l’annullamento parziale da parte della Suprema Corte , il vizio  contratto tramite il contagio con la legislazione nazionale”. Malaspina dopo aver ripercorso e approfondito la vicenda ha aggiunto: ”Ora, non appare giuridicamente e istituzionalmente giusto e corretto lasciare sola la  Regione Marche a risolvere un problema alla cui causa hanno contribuito soprattutto le disposizioni nazionali oggetto a loro volta di procedura di infrazione da parte della Comunità europea. Ciò è tanto più evidente se si pensa che altre Regioni italiane, che avevano adottato norme analoghe per contenuto alla LR n. 3/12, non hanno subito, come invece accaduto per le Marche, la impugnativa da parte del Governo nazionale: in questi territori regionali rimangono in vigore quelle stesse leggi che nelle Marche sono state dichiarate illegittime, generando una disparità di trattamento senza precedenti. Si tratta di regioni in cui un solo impianto a biomasse ha la stessa potenza di tutti gli impianti delle Marche. Per tali motivi la amministrazione regionale si è impegnata in prima linea coinvolgendo anche le istituzioni nazionali. All’indomani della sentenza della  Suprema Corte la amministrazione si è dunque subito  attivata a livello amministrativo, legislativo e istituzionale per risolvere le delicatissime questioni scaturite dall’annullamento parziale, predisponendo un percorso che garantisse, sempre nel rispetto della legge, i soggetti coinvolti e nel contempo tutelasse la amministrazione dalle ingenti richieste di risarcimento danni”.

La Malaspina ha dunque sottolineato che “sulla questione Biogas la Regione ha dimostrato una gestione virtuosa e non può essere considerata il soggetto responsabile della situazione che si è venuta a creare”.

Non solo: l’assessore Malaspina in conclusione ha voluto chiarire “che la preoccupazione nei territori, relativa alla questione biogas, è stata alimentata anche da falsi miti messi in circolazione ad hoc da alcuni comitati, probabilmente al fine di creare apprensione tra la popolazione così da aumentare il loro seguito. La più odiosa bufala utilizzata, anche dai comitati marchigiani,  è quella relativa alla morte di 19 persone in Germania per colpa dei batteri contenuti nel digestato del biogas, notizia fatta circolare ad arte tramite i social media e internet, nonostante da ben 3 anni l’EFSA (European Food safety Authority) autorità preposta al controllo alimentare dell’UE l’abbia categoricamente smentita, associando i decessi ad uno stock di semi di fieno importati dall’Egitto”.

APPROVATO IL CALENDARIO REGIONALE DELLA PESCA PER IL 2014

Giorgi: “Norme ben specifiche che salvaguardano la fauna ittica e tutelano l’ambiente”

 

La Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore alla Pesca sportiva, Paola Giorgi, ha approvato il calendario regionale piscatorio 2014 e il tesserino di pesca.

“Consente la pratica della pesca – rileva Paola Giorgi – secondo norme ben specifiche che salvaguardano la fauna ittica e tutelano l’ambiente. Il calendario regionale disciplina gli attrezzi, le esche e i sistemi di pesca, le dimensioni minime di cattura, i periodi e gli orari di divieto di pesca e il numero dei capi prelevabili in relazione alle diverse specie ittiche, le modalità da osservare nell’esercizio della pesca. Stabilisce  le attività di pesca specifiche, i divieti e le limitazioni. L’approvazione è concordata, infatti è avvenuta dopo aver ottenuto il parere favorevole delle Amministrazioni provinciali e delle Associazioni piscatorie“.

Le acque interne della Regione sono distinte in tre categorie: A, B, C. La prima  è di pregio dal punto di vista ittiofaunistico e prevalentemente popolata da salmonidi e la seconda è a popolazione mista; entrambe sono sottoposte a regime di pesca controllata. La categoria C riguarda acque popolate da ciprinidi.

Nelle sole acque di categoria A è stato istituito il riposo biologico nei giorni di martedì e venerdì per l’intera stagione di pesca ed è obbligatorio utilizzare ami con ardiglione schiacciato o senza. La pesca può essere esercitata  con  una sola canna da una lenza con un solo amo e utilizzando esche naturali e artificiali (mosche, spinning, cucchiaino…) con massimo di tre ami.

Limitazioni sono stabilite circa l’uso delle esche ed è vietata la pasturazione.

Nelle acque di categoria C è possibile pescare con due canne, con un solo amo ciascuna, a meno che si tratti di pesca al lancio con esca artificiale. Non ci sono limitazioni all’uso di esche o all’attività di pasturazione che va effettuata comunque utilizzando al massimo due chili di prodotto.
Nelle acque regionali è consentita la cattura della la trota oltre i 22 cm, della trota lacustre, il coregone e la tinca oltre i 30 cm., il barbo e il cefalo oltre i 20 cm., il cavedano e il persico reale oltre i 18 cm., la chieppa oltre i 25 cm. e il luccio e la carpa oltre i 40 cm. Le carpe di oltre 65 cm andranno immediatamente rilasciate sul posto.

La pesca alla trota di tutte le varietà è consentita a partire dal 23 febbraio fino al 5 ottobre. E’ vietata la pesca del coregone dal 15 dicembre al 15 gennaio, del luccio dal 15 febbraio al 15 marzo, della carpa e della tinca dal primo al 30 giugno, del persico reale dal primo marzo al 30 aprile e della cheppia dal 15 maggio al 15 giugno.

In tutte le acque interne della regione l’esercizio della pesca è consentito da un’ora prima del sorgere del sole a un’ora dopo il tramonto, per un massimo di cinque capi di salmonidi catturabili giornalmente.

Nelle acque di categoria A è vietata ogni forma di pesca di qualsiasi specie ittica dopo la chiusura della pesca alla trota, mentre in quelle di categoria B, dopo la chiusura alla trota, è consentito pescare altre specie ittiche fino al 23 novembre 2013.

Chi esercita l’attività piscatoria nelle acque di categoria A e B, oltre alla licenza, deve essere in possesso del tesserino, valido per l’intero territorio regionale, rilasciato dalla Provincia di residenza, su cui annotare la giornata di pesca e i capi di salmonidi catturati.

Tra i divieti, quello della pesca al gambero, dello scazzone, del granchio di fiume, della lampreda padana, dell’anguilla. E’ vietato abbandonare esche, pasture o pesci lungo la sponda, sui greti e in genere nell’alveo dei corsi d’acqua.

 

Dichiarazione del presidente Spacca sul Giorno della Memoria, in occasione delle celebrazioni in Consiglio regionale

 

 

“L’ignoranza genera mostri. La rimozione produce violenza. La negazione spinge alla ripetizione del male. E’ così che possiamo rispondere a chi si domanda se abbia ancora senso celebrare il Giorno della Memoria. Ignorare, rimuovere, negare: è per scongiurare queste tre minacce, che sì, ancora oggi ha un senso straordinario dedicare una giornata di riflessione all’Olocausto”. Lo dice il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria oggi in Consiglio regionale.

“E’ la cronaca, anche delle ultime ore, a metterci di fronte all’obbligo morale di continuare, tutti, a mantenere viva la memoria su una delle pagine più tragiche che hanno segnato la storia dell’umanità – sottolinea Spacca – Le ignobili e vigliacche minacce rivolte proprio ieri alla comunità ebraica di Roma sono lì a ricordarci che, a quasi 70 anni dal disvelamento dell’orrore dei campi di sterminio nazisti, il cammino verso un mondo di pace e tolleranza è ancora lunghissimo e disseminato di ostacoli. Tutti, a partire dai rappresentanti delle Istituzioni, siamo quindi chiamati ad un supplemento di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, per trasmettere loro valori fondanti del vivere civile: il rispetto dell’altro, l’accettazione e la comprensione delle differenze, la condivisione delle sofferenze altrui. Un compito altissimo e tremendamente difficile”.

Secondo Spacca, la strada per assolvere questo compito è quella che anche oggi è stata praticata in Consiglio regionale: l’esempio attuale e la memoria del passato. “Ripercorrere con il ricordo, l’ascolto, la testimonianza – dice – i momenti più bui dell’umanità. Lo sterminio degli ebrei, delle minoranze religiose, dei dissidenti politici, dei rom, dei disabili perpetrato dalla lucida ferocia dei nazisti è uno dei più oscuri. Una ferita mai rimarginata, un marchio indelebile nella storia dell’uomo. Un tragico copione portato in scena tante, troppe volte nel corso dell’ultimo secolo. Un fardello pesantissimo che ha lasciato cicatrici profonde che si riaprono ogni volta che l’odio religioso ed etnico arma la mano dell’uomo”.

Secondo Spacca ci sarà speranza se ci saranno ancora domande. “Ai ragazzi – conclude – dobbiamo dire: domandate, chiedete, lasciatevi trasportare dalla curiosità di sapere, di conoscere. Fatevi raccontare, leggete le storie individuali e collettive, cercate su internet le testimonianze. Ricostruite la geografia del dolore che anche nelle Marche ha avuto le sue tragiche tappe, come il Campo di prigionia di Servigliano. Chiedete ai vostri nonni, agli anziani, del dolore, ma chiedete anche della speranza e del coraggio. Nella tragicità dei numeri che spesso accompagna le celebrazioni del Giorno della memoria con la dolorosa conta delle vittime, ce n’è uno che voglio ricordare oggi: 24.811. E’ un numero di speranza. Sono i Giusti tra le Nazioni ricordati nel memoriale Yad Vashem: donne e uomini che, salvando anche una sola vita a rischio della propria, hanno mantenuto aperta la porta alla fiducia in un’umanità giusta. Moltiplichiamo quel numero per 10, per 100 e avremo i tantissimi, anonimi eroi che come i Giusti salvarono, anche nella nostra regione, perseguitati, intere famiglie. Cerchiamo le loro storie e i loro nomi e rispondiamo con questi ai gesti e alle scritte infami di chi, oggi, crede di poter offuscare il ricordo delle vittime dell’Olocausto”.




28 Gennaio 2014 alle 13:55 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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