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delegazione Marche in Marocco

Missione in Marocco per il rilancio della cantieristica e della nautica

24 marzo 2014

Missione in Marocco per il rilancio della cantieristica e della nautica

 

L’assessore alle attività produttive Urbinati e l’europarlamentare Milana al fianco della CNA Marche 

 

Fino al 27 marzo sarà in Marocco una delegazione del Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) delle Marche, accompagnata dall’assessore alle attività produttive Fabio Urbinati, dall’europarlamentare Guido Milana, membro dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo e vice presidente della Commissione pesca al Parlamento europeo, dal presidente dell’associazione italiana di automazione meccatronica (AIDAM) Alessandro Torsoli che raggruppa circa 50 aziende italiane del comparto industriale di settore.

 

L’obiettivo della missione è di instaurare un rapporto diretto con le istituzioni marocchine per implementare le attività esistenti da parte di alcune imprese e avviare nuove iniziative che preludano ad una collaborazione tra i tessuti imprenditoriali dei settori della cantieristica, della nautica e tutti quelli che gravitano attorno alle politiche del mare.

 

Nella mattinata di oggi, lunedì 24 marzo, le imprese del Piceno, in particolare le associate di CNA nautica (“Frigoemme Srl” di Vincenzo Michettoni, “Cmm” di Giacoponi Simone, “Western & Co.” di Giovanni Cimini, “Costruzioni navali Flammini” di Domenico Flammini) hanno incontrato gli omologhi imprenditori del Marocco.

 

Si è poi tenuto un incontro con il Ministro dell’agricoltura e della pesca M. Aziz Akhannouch. Il ministro ha mostrato grande interesse per il contributo innovativo che le imprese del Piceno potranno dare ad un Paese che, ha ricordato, tra quelli del Magreb registra i maggiori indici di crescita sostenuti da una stabilità politica ormai consolidata. Nel corso dell’incontro si è ragionato sulla possibilità di potenziati i rapporti già esistenti tra le cooperative marocchine e quelle picene.

 

“Sono stati appuntamenti molto proficui – commenta l’assessore Urbinati – e d’altronde le condizioni di partenza c’erano tutte. Da un lato, infatti, le nostre imprese offrono un’esperienza importante nel settore della pesca e nelle industrie dell’indotto. Dall’altro, il Marocco guarda sempre di più all’Europa come partner economico privilegiato. Dopo aver partecipato al salone “Elieitus” di Agadir, il Comune di San Benedetto conferma la propria volontà di essere al fianco delle proprie imprese. Crediamo che solo in questo modo potranno allargare i loro orizzonti commerciali mantenendo nel nostro territorio le produzioni e salvaguardando i livelli occupazionali”.

 Documento Bruxelles “Se non ora quando”

 

Gent.mi Vice-Presidente del Parlamento europeo, On.le Gianni Pittella e Presidente della Commissione Diritti della donna e uguaglianza di genere, Onle Mikaele Gustafsson,

 

Conciliare significa mettere d’accordo. Per farlo servono politiche sensibili, interventi, progetti mirati.

Conciliare vuol dire concorrere a rimuovere gli ostacoli che impediscono alla persona di dedicarsi positivamente al proprio lavoro senza rinunciare ad una vita completa. Dalla consapevolezza di queste problematiche si evince che una distribuzione equilibrata del tempo tra vita familiare e vita lavorativa sia il primo e fondamentale passo verso la costruzione di una società più serena ed equilibrata ma anche più produttiva. Il nostro documento vuole essere un’iniziativa per aumentare la consapevolezza di politiche specifiche in Italia e ottenere un nuovo impegno politico concreto in questo anno europeo dedicato alla conciliazione fra i tempi di lavoro e quelli da dedicare alla famiglia. Le politiche per la conciliazione rappresentano un importante fattore di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali, servono a fornire strumenti che, rendendo compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, consentano a ciascun individuo di vivere al meglio i molteplici ruoli che gioca all’interno di una società complessa. Queste politiche coinvolgono la società nella sua interezza, persone, organizzazioni, la sfera privata e quella pubblica e hanno un impatto sul riequilibrio dei carichi di cura all’interno della coppia, sull’organizzazione del lavoro e dei tempi delle città. Soprattutto le donne sono a pagare il costo più elevato in termini di fatica, stress, carico di lavoro, difficoltà nel conciliare i tempi. Molte di loro sono costrette a lasciare il lavoro o a non cercarlo. Senza lavoro non c’è autonomia. Sono messe in discussione la dignità, la libera scelta, l’essere madre e donna, l’impossibilità ad esprimere i propri talenti. Per non parlare del lavoro di cura delle donne, una massa silente che regge lo stato sociale e produce il 32,9% del PIL: le casalinghe, milioni di donne senza diritto; la produzione-ombra che nessuno paga o vuol pagare. Per questo sollecitiamo nuovo impegno politico per rispondere ai problemi che interessano le famiglie, aggravati in questo momento di forte crisi economica e sociale. Occorre promuovere politiche family friendly, mettendo in campo politiche di conciliazione e di condivisione dei carichi di cura, si potrà rilanciare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, rafforzare l’uguaglianza di genere e contribuire a rispondere alle sfide demografiche. Gli ostacoli più grossi da superare in Italia sono:

.1) Famiglia e lavoro. Davvero costituiscono un binomio inconciliabile per noi donne?

Gestire bene la propria occupazione riuscendo anche a coniugare figli, uomini e attività

casalinghe potrebbe risultare difficile, faticoso.

2) Donne, ragazze, lavoratrici, madri, mogli, compagne, single sempre più penalizzate da

un welfare che sta man mano sfumando ed è sempre più inadeguato .

Da Stato all’avanguardia mondiale negli anni ‘70 per la legge sulla maternità l’Italia è

diventato a fanalino di coda. Flessibilità dell’orario di lavoro, congedo parentale, sgravi

fiscali per i figli, politiche per conciliare carriera e famiglia sono chimere per le donne

italiane.

Figli considerati sempre meno cittadini e più affari privati in una società prettamente

adultocentrica. Gli asili nido, quando funzionano, sono sempre più costosi , le scuole

sempre più povere con un aumento dell’abbandono scolastico, i consultori sono ormai

smantellati. Diritti e retribuzione sempre più in basso e disoccupazione sempre più in alto.

Un’errata politica incentrata solo sui tagli e una visione meramente utilitaristica a livello

meramente economico contribuiscono a penalizzare sempre più la donna, costretta a

rinunciare a i figli, a una famiglia, al lavoro, alla carriera e quindi alla sua dignità e al suo

proprio essere.

Sviluppo invece significa rispetto e visione integrale della persona e della società.

3) In Italia solo il 46% delle donne lavora (l’obiettivo che chiede l’Ue è il 60%). Svariati i motivi che spiegano questo dato: la maternità, come prevedibile, risulta per la maggioranza del campione intervistato (51%) l’ostacolo più grosso da superare a causa della mancanza di politiche sociali a sostegno delle mamme che lavorano (vedi le carenze di un welfare senza asili nido), motivo per il quale si sposta sempre più in là l’età in cui si sceglie di avere figli o addirittura vi si rinuncia.

4) Di solito i salar sono più bassi rispetto a quelli percepiti dai colleghi maschi, ed il 13% delle donne afferma di coprire, nonostante una comprovata esperienza accademica e professionale, immeritate posizioni secondarie (in Italia, ad esempio, solo il 5% siede nei Cda delle aziende quotate), con un conseguente avanzamento di carriera pieno di freni e ostacoli. Per non parlare della loro ancora scarsa presenza in politica.

5) Il 50 % delle giovani lavoratrici lascia il lavoro dopo il primo figlio. Lavorano soprattutto nelle piccole imprese, dove la tutela del posto di lavoro manca, ancor più in questi tempi di forte crisi. Il 70% delle aziende italiane, dove le donne sono costrette a licenziarsi o sono licenziate quando nasce un figlio, ha meno di 15 dipendenti. Questo fenomeno è molto frequente nelle Marche, regione con forte presenza di piccole imprese artigianali.

6) La situazione non migliora spostandosi nell’ambiente famigliare: i modelli patriarcali, pesante eredità di secoli passati, continuano ad essere presenti, soprattutto nelle realtà più periferiche. Laddove sono entrambi i coniugi a lavorare, nel 61% dei casi sono comunque sempre le donne ad avere l’esclusiva sulle attività domestiche, senza alcun ausilio del capofamiglia.

7) Triste, infine, lo stereotipo femminile propinatoci continuamente da televisioni e pubblicità: le donne raramente sono protagoniste nei programmi di attualità, o sono interpellate come esperte, spesso e volentieri, invece, “decorano” un programma o lo presentano nonostante l’assoluta inesperienza e, talvolta, incompetenza (gli esempi più eclatanti in ambito sportivo, dove lo stacco di coscia sostituisce le conoscenze in materia).

8) L’ultima decisione della Camera dei Deputati per quanto riguarda la legge elettorale di negare la presenza nelle liste del 50% di donne, mortifica le opportunità di avere voce dove le istituzioni e la politica decidono.

Gli argomenti intorno ai quali si incentra il dibattito sulla conciliazione, oltre ad ispirare

leggi nazionali e iniziative locali, riguardano soprattutto:

– La flessibilità nelle aziende (di orari e contratti) e le modalità organizzative del lavoro

– L’organizzazione e gestione dei tempi e degli orari delle città.

– Il sistema dei servizi, delle strutture, della mobilità sul territorio

– Il Sistema Amministrazione, con il suo ruolo e le sue politiche

– L’uso delle nuove tecnologie per migliorare la vita lavorativa e famigliare.

– L’incentivazione di politiche che promuovano la condivisione del lavoro famigliare e di

cura tra uomini e donne.

– I modelli culturali, gli stili di vita e gli atteggiamenti orientati al genere

– La presenza del 50% delle donne in tutti gli ambiti di governo, politico ed istituzionale,

amministrativo non è una concessione ma il rispetto della democrazia rappresentativa.

 

Tutto ciò però deve passare dalla cultura dei diritti civili, dal RICONOSCIMENTO della parità di genere e di diritti, dal rispetto delle varie tipologie famigliari, dal riconoscimento della pari dignità fra donna e uomo.

 

Flessibilità di lavoro, part time anche con l’aiuto delle nuove tecnologie

Tutela della gravidanza e della maternità e pari responsabilità .

La centralità del lavoro delle donne con un sistema di infrastrutture sociali idoneo a rispondere ai bisogni delle madri, dei padri e dei bambini. Se da un lato la priorità è creare nuovi posti di lavoro dall’altro occorre mettere in condizioni chi il lavoro ce l’ha di poterlo mantenere serenamente. E’ necessario che il diritto al lavoro possa realmente coniugarsi con quello alla maternità. Per questo occorrono misure concrete e durature, frutto di una strategia complessiva.

Tutela del lavoro per le lavoratrici madri e padri lavoratori

Diritti civili per quanto riguarda il riconoscimento delle varie tipologie familiari e di genere..

Rimozione delle difficoltà connesse alla presenza, agli orari, ai costi e ai servizi.

Abbattimento degli alti costi dei servizi.

Adeguamento della rete dei servizi.

Reddito minimo garantito.

Lavori socialmente utili retribuiti.

Presenza paritaria nei luoghi dove si decide: politici, amministrativi, societari.

 

Inoltre, la cultura e l’istruzione sono importantissimi per la crescita delle donne.

La cultura non è un privilegio, non è un lusso. È un diritto che lo Stato democratico deve tutelare, ancor di più nei tempi bui della crisi. I tagli si aggiungono alle scarse risorse a disposizione di istituti storici e culturali, biblioteche, musei, teatri sono errori che ricadono soprattutto sulle fasce più deboli. Le donne hanno il diritto di informarsi, di leggere, di andare al cinema e al teatro, di animare incontri, visitare mostre e musei; occuparsi della formazione dei loro figli, studiare. In un Paese per donne la cultura è tutelata, promossa, ampliata, incoraggiata. In un Paese per donne i libri raccontano la loro storia; l’arte e il sapere sono strumento di emancipazione e di libertà da ogni forma di sopraffazione; i media parlano del corpo delle donne per quello che è, riportano le parole delle donne, per quello che realmente dicono. Il diritto alla conoscenza è materia di leggi della Repubblica, in conformità agli articoli 9, 33 e 34 della Costituzione e della normativa europea. Soprattutto l’Italia, patri dell’arte, della cultura della musica e del bel canto non può mortificare se stessa nel trascurare la Cultura e l’Istruzione.

Infine, i tempi di conciliazione di vita e lavoro passano attraverso lo stanziamento di fondi che possano sostenere il Governo e gli Enti Locali nell’attivazione di quelle politiche che concretamente e autenticamente realizzino il passaggio da un modello patriarcale sociale e famigliare incentrato sul sacrificio della donna e la promozione sociale dell’uomo a quello democratico, dove la conciliazione dei tempi assicuri la parità di genere e la sua piena realizzazione.

Noi donne vogliamo passare dalla rivendicazione dei diritti all’esercizio della responsabilità politica.

Bruxelles, 19 marzo 2014

Per i Comitati SE NON ORA QUANDO San Benedetto del Tronto, Riviera del Conero, Ascoli Piceno, Ancona.

Portavoce: Anna Rosa Cianci

Rosalia Alocco, Cristiana Pierpaoli, Catia Sciarra, Fazzi Cinzia, Pellei Nazzarena, Fioravanti Katusha, Anna Romana Sebastiani, Marina Barausse, Luisa Rizzitelli, Margherita Santicchia, Nadia Cipolloni, Suzana Spaho, Lucia Serrani, Carla Binci.

Per il Comune di San Benedetto del Tronto

La Consigliera comunale con delega alle Pari Opportunità

Palma Del Zompo

un momento della conferenza se non ora quando

un momento della conferenza se non ora quando

Il Vicesindaco e Assessore allo sport Eldo Fanini sulla promozione in Eccellenza del Porto d’Ascoli

Al sig. Filippo Damiani

Presidente della

S.S.C. Porto d’Ascoli

 

 

Gent.mo Sig. Presidente,

 

desidero, a nome mio personale e dell’Amministrazione comunale tutta, congratularmi con Lei, con i tecnici e i giocatori per lo splendido risultato conseguito. La promozione del Porto d’Ascoli con così largo anticipo ed al termine di una entusiasmante cavalcata di campionato è una vittoria di tutta la San Benedetto sportiva.

 

Se, come tutti ci auguriamo, anche la Sambenedettese riuscirà presto a conquistare la matematica certezza della promozione, la Città avrà vissuto una stagione indimenticabile dalla quale trarre i migliori auspici per un futuro ricco di ulteriori soddisfazioni.

 

Certi risultati si ottengono solo con tanto entusiasmo, adeguata organizzazione e forte compattezza tra tutte le componenti societarie: tutte doti di cui evidentemente il Porto d’Ascoli dispone.

 

Rinnovo pertanto i miei complimenti con la certezza che questa è solo la prima, importante tappa di un luminoso percorso di crescita sportiva ed umana del vostro sodalizio.

 

 

 

Il Vicesindaco e Assessore allo sport

Eldo Fanini

 

 

EMMA SILVESTRI STABILISCE IL NUOVO RECORD ITALIANO AL COPERTO DEI 600 METRI

Straordinaria impresa dell’atleta sambenedettese che corre in 1’42”04 e polverizza il precedente record

Il week end appena trascorso entra di diritto nella storia dell’Atletica Sambenedettese.

Emma Silvestri, talento immenso della Collection Atletica Sambenedettese, ha stabilito il nuovo record italiano dei 600 metri della categoria Ragazze durante la Coppa Giovanni che si è svolta sabato 22 e domenica 23 presso il Palaindoor di Ancona .

In occasione della prima giornata, con il tempo di 1’42”04, l’atleta allenata da Anna Mancini e Patrizia Bruni ha polverizzato il precedente record italiano che apparteneva ad Elisa Copponi che nel 2008 aveva corso la distanza in 1’48”25.

L’atleta è stata in testa sin dall’inizio e dopo i primi due giri che la vedevano al comando di un terzetto agguerrito, Emma ha dato un vibrante scossone nel giro finale con un micidiale allungo che ha creato un vuoto incolmabile tra sé ed il resto della atlete partecipanti chiudendo la gara con una irresistibile progressione che l’ha portata sul tetto d’Italia.

Inoltre, nella giornata di Domenica, la Silvestri, assieme alle compagne di categoria Isabel Ruggieri, Arianna Bruno ed Elisa Polverini, hanno stabilito il nuovo record regionale della staffetta 4 x 1 giro indoor della categoria ragazze con 1’59”81 abbassando notevolmente il precedente record di 2’01”12 stabilito nel 2007 dall’Atletica Tre Valli di Ancona. La squadra della Collection Atletica Sambenedettese, dopo le prime tre frazioni, si trovava in seconda posizione ed Emma Silvestri, nonostante fosse distanziata di almeno 10 metri dall’ultima staffettista dell’Atletica Chiaravalle che era in testa alla gara, ha effettuato un recupero prodigioso che l’ha vista letteralmente buttarsi sul traguardo precedendo di soli 23 centesimi la seconda e mandando letteralmente in visibilio l’impianto dorico e soprattutto la nutrita schiera dei tifosi sambenedettesi tra cui i genitori delle quattro staffettiste.

Oltre a queste straordinarie imprese delle Ragazze , ricordiamo l’oro vinto dai colleghi della Categoria Ragazzi nella staffetta 4 x 1 giro ( i componenti erano Emanuele Mancini, Edoardo Silvestri, Stefano Cugnigni ed Alessandro Caccini ) e l’argento di Elisa Bovara nel salto con l’asta Cadette con il nuovo personale di 2,70 e della Staffetta 4 x 200 metri dei Cadetti con schierati Luca Dardari, Pietro Novelli, Marco Mancini e Pavel Capriotti.

Questo risultati denotano ancora una volta la supremazia della Collection Atletica Sambenedettese nel panorama dell’atletica Regionale e la consapevolezza di avere nel proprio vivaio una futura stella del firmamento dell’atletica nazionale : Emma Silvestri.

Emma Silvestri

Emma Silvestri

Le staffettiste neo primatiste della 4 x 1 giro indoor

Le staffettiste neo primatiste della 4 x 1 giro indoor

 




24 Marzo 2014 alle 18:11 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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