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Treno Jazz, il taglio del nastro

07 apr 2014
CERIMONIA DI PRESENTAZIONE DEL NUOVO TRENO JAZZ AD ANCONA. SPACCA: “UN’ATTENZIONE VERSO LA RIQUALIFICAZIONE DEI SERVI LOCALI”.

È il primo Jazz che Trenitalia mette sui binari: ha scelto di avviare il nuovo treno partendo dalle Marche. Sarà operativo lungo la tratta adriatico (Ancona – San Benedetto del Tronto) da lunedì prossimo. Rientra tra gli investimenti previsti nel contratto di servizio con la Regione Marche 2009 – 2014 ed è il primo dei quattro treni elettrici da destinare al trasporto regionale. Entro l’anno sono attesi altri convogli diesel, per un totale di dodici nuovi treni da assegnare alle tratte locali marchigiane, comprese quelle delle aree interne. La cerimonia di consegna è avvenuta oggi alla stazione di Ancona Centrale, alla presenza del presidente della Regione Gian Mario Spacca, dell’assessore regionale ai Trasporti Luigi Viventi, dell’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano. “È significativo che il primo esemplare di questo treno venga presentato ad Ancona – ha detto Spacca – Vogliamo sottolineare questo aspetto come un rinnovato accordo tra la Regione e Trenitalia, a favore della riqualificazione dei servizi da assicurare agli studenti e ai pendolari”. Soprano, in precedenza, aveva parlato della Regione Marche come di un “cliente importante, perché ha creduto nella nostra azienda, ha onorato la regolarità dei pagamenti, non ha tagliato i servizi, quando altre realtà regionali, per le innegabili difficoltà di bilancio, hanno operato contrazioni del 10 – 20 per cento”. “Il riconoscimento che fa Trenitalia del grande sforzo operato dalla Regione, soprattutto negli ultimi bilanci, dove, nonostante le pesanti riduzioni dei trasferimenti statali, abbiamo assicurato la continuità delle risorse al trasporto pubblico locale e alle politiche sociali – ha evidenziato Spacca – testimonia il nostro impegno per garantire la mobilità dei cittadini. Su questo fronte rivolgiamo un appello a Trenitalia affinché questa nostra attenzione sia accompagnata dallo sforzo dell’azienda a garantire un servizio adeguato alle esigenze dell’utenza locale e qualitativamente sempre migliore. La Regione sta infatti investendo molto su mobilità sostenibile e su ferro”. “Lavorando tutti i giorni a confronto con l’utenza del servizio pubblico regionale – ha affermato l’assessore Viventi nel suo saluto – penso che la sostituzione dei mezzi in servizio sulle linee sia molto importante, poiché una parte significativa delle criticità lamentate, che provocano spesso ritardi, cancellazioni e altri disservizi, è legata proprio alla vetustà dei treni. Avere questi nuovi mezzi elettrici, dunque, ai quali entro breve si aggiungeranno altri diesel, è strategico, almeno per cominciare a sopperire ai problemi derivanti dalle rotture”.

Treno Jazz

Treno Jazz

 

POLITICHE GIOVANILI: NASCE LA RETE DEGLI INFORMAGIOVANI MARCHE.

Sono 25 gli sportelli Informagiovani che, in base ai criteri organizzativi, operativi e di funzionalità prestabiliti dalla Giunta regionale, sono risultati in possesso dei requisiti per far parte della “rete degli informagiovani Marche”. Una sorta di certificazione che li contraddistingue per la qualità dei servizi rivolti principalmente alle nuove generazioni. Garantiscono un servizio qualificato assicurando l’apertura al pubblico in orari funzionali, operano in sedi accoglienti e facilmente accessibili fornendo informazioni con personale specifico nelle principali aree tematiche di interesse per i giovani. “Gli sportelli Informagiovani rappresentano un servizio fondamentale per la società, sono luoghi di informazione qualificati sui temi del lavoro, della formazione, della comunicazione, ricoprono, in questo particolare momento di difficoltà, anche un ruolo sociale. Per questo abbiamo voluto creare una rete che sia in grado di dialogare ed incrementare il livello del servizio per tutti i giovani della comunità marchigiana”: ha introdotto con queste parole l’assessore alle Politiche giovanili, Paola Giorgi, l’incontro nei giorni scorsi con i rappresentanti degli sportelli che hanno potuto illustrarle i loro servizi, i bisogni e le potenziali opportunità. “E’ importante – ha detto l’assessore – che l’attività di questi sportelli venga garantita e potenziata in questo particolare momento caratterizzato da una precarietà diffusa, dove i giovani hanno particolarmente bisogno di punti di riferimento qualificati, in grado di assisterli con attenzione nelle scelte professionali, nelle opportunità che si possono presentare a livello occupazionale anche per quanto riguarda i contatti con l’estero. Gli Informagiovani delle Marche rappresentano un punto di riferimento importante per le istanze dei giovani ed è quindi necessario ampliare la propria offerta di servizi e di qualificarla – ha precisato la Giorgi – per rispondere sempre meglio alle esigenze reali”. L’indirizzo dello sportello informativo regionale è www.giovani.marche.it I rappresentanti degli sportelli hanno parlato del momento di grandi difficoltà sia economiche, quelle in cui versano gli enti locali che mettono a rischio la continuità dei servizi, che occupazionali con la crescente domanda di lavoro, di opportunità all’estero e di formazione. Sul tema specifico, l’assessore ha ricordato che sono già stati approvati gli interventi del Piano Annuale delle Politiche Giovanili che mette a disposizione per gli Enti Locali, che dovranno agire in forma associata, risorse per progetti rivolti ai giovani tra i 16 e i 35 anni. Nel ribadire che costituiscono una “rete” di grande rilievo in ambito regionale, Giorgi ha affermato che è forte la volontà di rafforzare gli sportelli e ha garantito la disponibilità ad un approfondimento delle problematiche e l’impegno per una verifica delle opportunità che possono essere intercettate dalla Regione, sia sul versante dei fondi strutturali che con l’accesso ai programmi europei. La rete degli informagiovani delle Marche: Ancona, Chiaravalle, Falconara Marittima, Jesi, Loreto, Maiolati Spontini, Senigallia e della Comunità Montana dell’Esino-Frasassi in provincia di Ancona; di Gottammare e San Benedetto del Tronto in provincia di Ascoli Piceno; di Fermo, Montegranaro, Monterubbiano, Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio in provincia di Fermo; di Macerata, Matelica, Porto Recanati, Recanati, Tolentino e della Comunità Montana Ambito di Camerino in provincia di Macerata; di Fermignano, Fossombrone, di Pesaro e di Urbino in provincia di Pesaro e Urbino.

 

Riorganizzazione della Sanità, sottoscritto il protocollo d’intesa

 

un momento della conferenza stampaun momento della conferenza stampa

INTESA TRA GIUNTA REGIONALE, ENTI DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALI E ORGANIZZAZIONI SINDACALI DELLA DIRIGENZA MEDICA E VETERINARIA E DELLA DIRIGENZA SANITARIA

 

ANCONA, 2014-04-07 – Il protocollo d’intesa, sottoscritto tra giunta regionale, enti ed aziende del Servizio sanitario regionale e organizzazioni sindacali dell’area della dirigenza medica e veterinaria e della dirigenza sanitaria, conclude positivamente una vertenza lunga e difficile, originata dalla necessità di rispettare vincoli molto pesanti sul costo del personale, stabiliti da ultimo con la legge 7 agosto 2012, n. 135 (spending review), che impone un tetto alle spese del personale pari al corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4%.

La Regione Marche ha adottato atti volti alla riorganizzazione dei posti letto ospedalieri, delle macroaree territoriali e della prevenzione, delle reti cliniche, degli incarichi dirigenziali.

Il protocollo interviene sulla applicazione di questa riorganizzazione, stabilendo indicazioni per le assunzioni di personale, definendo linee di indirizzo per omogeneizzare i comportamenti aziendali/di area vasta applicativi di alcuni istituti contrattuali e organizzativi ed istituendo un tavolo di confronto e di monitoraggio permanente.

 

“E’ un’intesa importante – ha spiegato il presidente della Regione Gian Mario Spacca oggi nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte i vertici della sanità marchigiana e le rappresentanze sindacali sottoscrittrici dell’accordo – che conferma che la buona sanità marchigiana si costruisce insieme. Con questa intesa si perseguono 4 obiettivi fondamentali:

si rafforza il dialogo e il confronto nel merito con le organizzazioni dei dirigenti medici, veterinari e sanitari del sistema regionale, chiudendo una vertenza lunga e difficile. Ringraziamo gli operatori del confronto che non è mai venuto meno;

si dà ulteriore impulso e velocità all’attuazione della riforma sanitaria regionale, perché entro il mese di aprile si possono avviare i tavoli di confronto nelle aziende e nelle aree vaste per completare la riorganizzazione operativa in tutti i settori previsti dalla riforma (reti cliniche, prevenzione e territorio, ecc.);

sul personale l’intesa viene incontro alle richieste delle organizzazioni sindacali, ad esempio garantendo il turn over del personale al 100%, la riduzione dei rapporti flessibili, un percorso di stabilizzazione e criteri organizzativi uniformi per l’assegnazione degli incarichi;

l’intesa conferma l’impianto di fondo della riforma sanitaria regionale, in particolare con il presidio unico di area vasta per il quale sono state stabilite regole precise e concordate con le organizzazioni sindacali per assicurare la continuità assistenziale H24  negli ex ospedali di rete”.

 

L’assessore alla Salute Almerino Mezzolani ha espressamente ringraziato tutti i sottoscrittori dell’accordo: “E’ stato un lavoro lungo e complesso – ha detto – ma i tanti incontri effettuati sono stati molto utili per entrambe le parti. Questa intesa è un viatico definitivo all’applicazione della riforma sanitaria e sancisce il ripristino di un rapporto che era stato messo in discussione, non per volontà politica, ma esclusivamente a causa della pressione e dell’urgenza dovute ai tagli delle risorse e ai parametri imposti dal governo nazionale. Abbiamo dovuto agire in fretta ma oggi, grazie allo sforzo congiunto di tutti gli attori, possiamo recuperare il confronto e agevolare la riforma sanitaria messa in atto per continuare, pur in uno scenario mutato, a rispondere sempre meglio ai bisogni dei cittadini”.

 

Per quanto riguarda il PERSONALE sono state oggetto dell’intesa:

·                   le disposizioni generali in materia di assunzioni a tempo indeterminato, con l’impegno a rideterminare la dotazione organica, definire il programma triennale del fabbisogno e prevedere la copertura al 100 per cento del fabbisogno del personale sanitario.

·                   i rapporti di lavoro flessibili, stabilendo il rispetto del limite di spesa pari al 70% del corrispondente ammontare dell’anno 2009, il completamento delle procedure di stabilizzazione definite già in data 20 febbraio 2013 e forti limiti all’adozione di rapporti di lavoro flessibili diversi dal tempo determinato.

·                   la definizione uniforme per tutte le Aziende ed Enti delle regole per l’attribuzione degli incarichi ed indennità di esclusività al dirigente al compimento del 5° anno e dei nuovi incarichi al compimento del 15° anno.

 

Per quanto riguarda l’ORGANIZZAZIONE sono state oggetto dell’intesa:

·             l’organizzazione dipartimentale, con la possibilità di incrementare, rispetto alle riduzioni formulate nelle proposte dei piani di area vasta, il numero dei dipartimenti funzionali, delle macrostrutture, delle funzioni di coordinamento di attività intraaziendali, interaziendali, regionali. Ciò tenendo conto della maggiore complessità delle attività, che deriva dalla riorganizzazione e fermo restando il rispetto del vincolo economico della spesa di personale pari a quella sostenuta nell’anno 2004, ridotta dell’1,4%.

·             le strutture semplici e complesse, per le quali, fermo restando il vincolo delle riduzioni rispettivamente del 30,3% e del 25,8%, si è concordato di poter rivederne l’assegnazione al fine di garantire i requisiti minimi laddove fossero carenti.

·             il presidio ospedaliero unico di area vasta, che sarà pienamente attivato alla conclusione del percorso di riorganizzazione della rete ospedaliera, per il quale sono state stabilite la sede di assegnazione del dirigente, che coincide con l’ex ospedale di rete, ora definito stabilimento del presidio unico, la presenza di medici di direzione sanitaria con qualifica contrattuale adeguata a supporto della complessità dello stabilimento e dell’autonomia gestionale, nonché l’adeguamento delle funzioni di psicologia nelle strutture territoriali ed ospedaliere e all’area farmaceutica territoriale ed ospedaliera.

·             la continuità assistenziale, ovvero la capacità di assicurare cure tempestive ai pazienti ricoverati per la durata dell’intero arco giornaliero, per la quale si è definito un modello
organizzativo omogeneo presso ciascuno stabilimento ospedaliero del Presidio ospedaliero unico di Area vasta, prevedendo la presenza di personale dedicato per Pronto Soccorso – OBI/MURG; Anestesia – Rianimazione; UTIC – Cardiologia – emodinamica; Ostetricia e Ginecologia – Pediatria, laddove sia presente un punto nascita; Radiologia, in caso di elevata frequenza di chiamate; l’intervento della Medicina d’urgenza per le U.O. di Area medica e della guardia notturna e festiva dipartimentale per l’Area Chirurgica.

·             le macro aree Prevenzione e Territorio, per le quali, oltre alla necessità di organizzare ogni Servizio Pubblico Essenziale, specificatamente per disciplina ed i Servizi di Sanità Pubblica Veterinaria nell’arco delle dodici ore diurne, si è stabilito di costituire due tavoli regionali permanenti che affrontino le tematiche relative a distretti, dipendenze patologiche, salute mentale, materno-infantile, UMEE e UMEA, farmaceutica; i lavori dei tavoli si devono concludere entro il 30 maggio 2014 e saranno utilizzati ai fini del presente protocollo.

 

Infine, a seguito della sottoscrizione del presente protocollo d’intesa, i direttori generali delle

aziende e degli enti del SSR si impegnano ad avviare, entro il mese di aprile, il confronto con le OO.SS. della dirigenza medica veterinaria e sanitaria per l’applicazione omogenea del protocollo stesso nelle singole Aree Vaste.

 

I SOTTOSCRITTORI:

 

SINDACATI DIRIGENZA SANITARIA:

SINAFO – Anna Maria Resta

AUPI   – Anna Grazia Cerioni

SNABI – Quagliarini Luciano

 

SINDACATI DIRIGENZA MEDICA:

ANAAO-ASSOMED –Osvaldo Scarpino

CISLMEDICI – Massimo Boemi

CIMO – Luciano Moretti

FESMED – Ennio Castelli

FASSID – Giulio Argalia

ANPO – Massimo Tocchini

FVM – Antonio Angellotti

AAROI EMAC – Marco Chiarello

UILFPL – Michele Ilari

CGIL medici  ( Mirella Giangiacomi) e SMI (Bice Previtera )

 

 

 

Vinitaly. Agro-piraterie, Malaspina: “Tutela dei marchi attraverso accordi e promozione”

 

Malaspina - MarcorèMalaspina – Marcorè

(Verona, 7 aprile 2014).  “Tutela dei marchi di qualità, accordi bilaterali e azioni promozionali”: sono le strade da percorrere – secondo l’assessore regionale all’Agricoltura, Maura Malaspina – per salvaguardare la produzione enologica nazionale, soggetta a numerosi tentativi di agro-piraterie e a ripetute contraffazioni alimentari. Un fenomeno che coinvolge anche i vini marchigiani, in modo particolare il Verdicchio. A Verona, nell’ambito del Vinitaly, l’assessore ha partecipato all’incontro promosso dalla Regione, nel proprio stand, dedicato a svelare i segreti della contraffazione dei grandi vini italiani. “Quando parliamo di agro-piraterie e contraffazione alimentare abbiamo ben presente di cosa si tratti e quale danno venga arrecato al vero made in Italy – ha sottolineato l’assessore – I dati dell’export italiano, nel 2013, indicano che è stata superata quota 33,4 miliardi di euro. Il mercato del falso agroalimentare che utilizza marchi, simboli, bandiere, denominazioni evocative dell’Italia, si stima ne valga 60. Quasi il doppio! Se focalizziamo l’attenzione sul Verdicchio, vino simbolo delle Marche, potremmo spingerci a ipotizzare che su 17 milioni di export nel 2013, possano circolare imitazioni o richiami del Verdicchio per circa 30 milioni di euro”. Un fenomeno allarmante per il quale Malaspina indica due possibili soluzioni: “Dobbiamo ricorrere alle normative europee, quando possiamo far valere la tutela sui marchi Doc e Docg. Fuori dall’Unione europea (il 60% dell’export del Verdicchio, vino bianco più premiato dalle guide 2014, va negli Stati Uniti), con accordi bilaterali e con azioni promozionali, facendo leva sulle distinzioni fra il Verdicchio e i falsi”.  Al Vinitaly l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) ha affrontato il fenomeno della contraffazione su base scientifica, grazie al coinvolgimento dell’Università Politecnica delle Marche e di un grande attore come Neri Marcorè, “un altro ambasciatore del nostro territorio in Italia e nel mondo”, ha detto Malaspina. È stata condotta un’analisi dei cosiddetti kit che realizzano i più noti vini italiani con composti chimici, “per smontare totalmente, grazie alla scienza, un fenomeno di agro-pirateria che penalizza il sistema Italia e, riguardo alle Marche, anche il Verdicchio”.

L’assessore, nel suo intervento, ha ricordato come la Regione Marche abbia puntato “sulla qualità e internazionalizzazione dei propri vini favorendo l’aggregazione attraverso due consorzi: Imt e Consorzio vini Piceni. Ha poi favorito la sinergia tra le istituzioni operanti nel territorio, come i comuni, le associazioni di categoria e le organizzazioni professionali. Questa buona politica ha portato all’affermazione dei nostri vini all’estero e all’occupazione di molti giovani (+25% in 3 anni), giovani che tornano alla terra, investono nel rinnovo dei vigneti, puntano sul biologico e soprattutto fanno innovazione. I risultati positivi dell’export dei vini marchigiani sono merito della politica promozionale vincente legati agli investimenti (circa 12,5 milioni di euro) tra Ocm (Organizzazione comune di mercato) vino e Piano di sviluppo rurale (Psr) e di una riconosciuta qualità, ma anche della versatilità dell’offerta, sia in termini di varietà (autoctone) che di rapporto qualità prezzo. Una strategia, quella dei mercati internazionali, che rafforzeremo nel prossimo futuro”.

FALSI VINO, GIÙ LA MASCHERA AL WINE KIT: È ACQUA E ALCOL, ZERO AROMI E POLIFENOLI

FREGA (UNI.MARCHE): È SOLO UNA BEVANDA IDROALCOLICA, NULLA A CHE VEDERE CON IL NETTARE DI BACCO

 

(Verona, 7 aprile 2014). “Il kit è nudo”: polifenoli praticamente nulli e zero aromi. Un vino che non è vino ma “solo una bevanda idroalcolica (alcol + acqua) che nulla ha a che vedere con il nettare di Bacco e in special modo con il Verdicchio”. Il professore di industrie e tecnologie alimentari dell’Università Politecnica delle Marche, Natale Giuseppe Frega, ha per primo analizzato scientificamente uno dei famigerati kit per ‘autoprodurre il vino’ – in questo caso un fantomatico Verdicchio proveniente dai “Castelli Canadesi”, con tanto di foto del Colosseo e della immancabile bandiera italiana. E l’analisi presentata oggi al Vinitaly nello stand della Regione Marche è impietosa e per molti versi inquietante, con il professore che è stato netto nel descrivere il mostro: “È un intruglio fermentato che del Verdicchio scimmiotta solo il nome. E’ un prodotto con bassissimi polifenoli, che ha perso tutti gli antiossidanti ed è quindi privo di tutte le proprietà benefiche e salutari del vino. Inoltre al tracciato della frazione aromatica – ha continuato il professor Frega – il Verdicchio canadese ha un profilo totalmente piatto: zero aromi rispetto ai numerosissimi contenuti nel Verdicchio dei Castelli di Jesi, che lo rendono unico e inimitabile. Questo non ha nulla ha a che vedere con il vino e con il Verdicchio: è solo una bevanda idroalcolica”.

 

Per il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), Alberto Mazzoni, che ha commissionato l’analisi: “È bene che tutti sappiano che il ‘bricolage del vino’ da fare in 4 settimane a 1 euro a bottiglia non può esistere. E l’abbiamo voluto dimostrare portando qui l’analisi di una bevanda fermentata a base di sciroppi e bustine, che sfrutta il nostro brand a tutto danno dei produttori e dell’immagine del Verdicchio. È proprio dell’altro giorno il richiamo dei Nac sull’escalation preoccupante degli episodi di sounding, etichette illegali, contraffazione dei prodotti, pirateria. E il kit dei “Castelli Canadesi” contiene tutti questi ingredienti mentre non ha nulla del nostro Verdicchio”.

Il Kit incriminato oggi al Vinitaly, in presenza del marchigiano Neri Marcorè, è stato acquistato un paio di mesi fa su Amazon da Imt a 41,35 dollari per una ‘capacità produttiva’ promessa di 30 bottiglie da 0,75litri in 28 giorni. L’azienda, che scimmiotta il made in Italy in ogni lato del kit, è la canadese Paklab e propone altri kit di grandi vini Italiani. A tutto vantaggio di un mercato del falso che nel nostro agroalimentare vale quasi il doppio dell’originale: 60mld di euro contro 33,4.

Con 17 milioni di euro di fatturato in esportazioni, il Verdicchio registra un autentico boom sul fronte dell’export (+41% sul 2012), confermandosi ambasciatore delle Marche nel mondo. Tra i mercati chiave, gli Usa, che assorbono il 60% dell’export, seguiti da Canada e Giappone.




7 Aprile 2014 alle 16:00 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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