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A Roma la premiazione dei Marchigiani dell’anno. Riconoscimenti anche all’artista Carlo Iacomucci

di | in: Cultura e Spettacoli

Volosetteinblu

ROMA – Imminente la cerimonia della premiazione degli otto “Marchigiani dell’anno”. Il CE.S.MA, “Centro Studi Marche, Giuseppe Giunchi” di Roma, è nato nel 1983 allo scopo di valorizzare l’immagine, la conoscenza e l’operosità dei cittadini marchigiani, che in tale contesto, si distinguono in Italia e nel mondo. Cultura, Arte, Ricerca ed Economia sono i settori tenuti d’occhio dal Consiglio Direttivo presieduto dal Prof. Fernando Aiuti, dal Dott. Franco Moschini, dalla ex presentatrice RAI Rosanna Vaudetti e dalla Direttrice del Centro, Dott.ssa Pina Gentili, instancabile promotrice e organizzatrice che rende “sanguigna” questa Istituzione.

La cerimonia della Premiazione si terrà il 14 maggio prossimo, presso la Sala Promoteca in Campidoglio (luogo dove il Presidente della Repubblica attribuisce le maggiori onorificenze). Quest’anno, nel campo dell’Arte, uno dei due prescelti è il Maestro Carlo Iacomucci di Macerata, artista dell’Incisione e docente di Discipline Pittoriche assai noto in Italia (conosciuto in Sicilia nell’ambito del Premio Leonardo Sciascia) e all’estero; in Europa e America Latina, alle permanenti nelle varie capitali. L’invito alla 54^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia-Padiglione Italia per Regioni, a cura di Vittorio Sgarbi, per le Marche sede espositiva ad Urbino Orto dell’Abbondanza.

Con grande serietà e costanza, che gli sono proprie in più di 40 anni di attività, Carlo Iacomucci è tra i protagonisti della storica Scuola Urbinate. Nel suo segno, gestuale e dinamico, fluttuano i significanti manifesti del soggettuale. Iacomucci, insomma, sa traslare il sogno dell’immaginario, traducendo in realtà il contesto onirico che spazia nell’essere umano. Un artista che ha sposato l’arte (anche) violentando le peggiori immagini che popolano i condotti dell’assurda realtà, in una dimensione spesso mistica, attraversando, metafisicamente, filosofie presocratiche e rinascimentali in modo poliedrico. E impressionano, provocatoriamente, le metafore della maschera nei suoi contesti. E ancora, coi stilemi del sociale, i paesaggi tridimensionali della memoria in modo originale e figurativo, con la purezza del segno traccia graficamente le icone in modo simbolicamente evanescente. La sua lievitazione si spinge negli interstizi tra passato e contemporaneo, fondendo pensiero e linguaggio nella dimensione ancora percorribile di un sentiero sempre più impervio…




8 Maggio 2014 alle 16:11 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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