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Italia del Miracolo, mostra a Matelica

di | in: Primo Piano

AgipGas

Matelica, 29 luglio 2014 – La mostra “Italia del Miracolo. Arte, Design e Pubblicità 1948 – 1968”, ospitata presso la Chiesa di Sant’Agostino di Matelica (MC) e organizzata dal Museo Piersanti di Matelica in collaborazione con il Comune di Matelica racconta, attraverso il materiale proveniente dal Massimo and Sonia Cirulli Archive (manifesti, oggetti pubblicitari, disegni, bozzetti, fotografie), l’esplosione di creatività e la nascita di un nuovo stile di vita nel ventennio a cavallo tra gli inizi degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta.

Una rivoluzione del costume e delle abitudini che, sotto l’effetto del “miracolo economico”, così definito dal quotidiano londinese Daily Mail nel 1959, spinge imprese piccole e grandi, artigiani e designer a ripensare e a raccontare il volto moderno e industriale dell’Italia, partendo dai settori strategici del Made in Italy, dall’arredo ai piccoli e grandi elettrodomestici, dalla nuova industria dell’alimentazione ai mezzi di trasporto, dalla moda alla comunicazione del prodotto, realizzati dai più grandi artisti e designer italiani: da Bruno Munari a Ettore Sottsass, da Erberto Carboni a Lorenzo Castellaro, da Carlo Mollino a Giò Ponti, da Marco Zanuso a Pietro Dorazio e Franco Grignani. La mostra, ideata da Massimo Cirulli e curata da Elisa Fulco, Sonia Pellegrini e Giuseppe Virelli, si articola in tre sezioni.

La prima parte “Pubblicità Bambina” restituisce il clima di sperimentazione giocoso della pubblicità degli anni Cinquanta e Sessanta, attraverso innovative campagne di comunicazione, firmate da Erberto Carboni, Bruno Munari, Armando Testa e Franz Marangolo per Barilla, Rai, Lavazza e Campari, fotografie d’epoca, bozzetti, e una selezione da “Carosello”, programma che nel 1957 segna l’entrata della pubblicità nel piccolo schermo.

Il nucleo centrale è composto dall’Italia che si muove ai tempi di Enrico Mattei, in cui la rapida scalata dell’imprenditore marchigiano, Presidente dell’ENI dal 1953, diventa emblematica della velocità di cambiamento della stessa Italia, capace di aggirare positivamente tutte le criticità. Fotografie degli scavi Eni e campagne di comunicazione del Gruppo dialogano con i disegni per Cisitalia di Pininfarina, con le immagini pubblicitarie per Fiat e Pirelli e con le icone del Design che hanno dato forma alla motorizzazione  italiana: vespa, lambretta, “600”, “500”, o “Giulietta”. È Italia che si muove, che si riversa in strada, e nella neonata autostrada, che collega il Nord al Sud e inaugura la stagione delle file e dell’esodo estivo.

Completa il racconto l’ultima sezione, Il tessuto italiano tra arte, artigianato e industria, che attraverso

disegni progettuali per tessuto, realizzati da alcuni fra i maggiori artisti e designer del Novecento – Emilio

Vedova, Piero Dorazio, Gianni Dova, Giò Ponti, Lucio Fontana, Ettore Sottsass – campagne di

comunicazione create da Franco Grignani ed Erberto Carboni, ricostruisce il ruolo che filati (lana, seta,

cotone, fibre sintetiche), tessuti e aziende tessili hanno ricoperto per la rinascita dello “stile italiano” e della

moda italiana nel mondo.

La mostra celebra il successo del Design italiano e il cromosoma italico di matrice futurista che genera progetti

e prodotti destinati a segnare la storia della cultura visiva moderna e contemporanea, coniugando la flessibilità

con la trasversalità dei saperi (arte, architettura, moda, grafica e design), la tradizione artigiana con l’arte.

 

COMITATO SCIENTIFICO

Pierpaolo Antonello, Università di Cambridge

Massimo Cirulli, Massimo and Sonia Cirulli Archive, New York

Jeffrey T. Schnapp, Università di Harvard

Alessandro Delpriori, Università di Firenze

Marco Sammicheli, Politecnico di Milano

MASSIMO AND SONIA CIRULLI ARCHIVE

Massimo e Sonia Cirulli Archive, attivo tra Bologna e New York, con le sue 200,000 opere di circa 200

artisti rappresenta il più grande archivio privato di Arte italiana del Novecento.

Fondato nel 1984 da Massimo P. Cirulli a New York, Massimo and Sonia Cirulli Archive racconta con

un taglio inedito e multidisciplinare l’Arte del Novecento e la storia d’Italia del secolo scorso, dal 1900 al

1970: dalla nascita della Modernità e del Made in Italy sino al boom economico.

Frutto di trent’anni di ricerca, ancora in pieno svolgimento, ha avviato la propria collezione con l’acquisizione

di manifesti pubblicitari dei più importanti illustratori italiani del Novecento, per poi ampliare la raccolta con

dipinti, sculture, fotografie, bozzetti e disegni progettuali, firmati dai protagonisti dei movimenti d’avanguardia,

in grado di creare un racconto corale e armonico dell’arte del XX secolo.

Massimo and Sonia Cirulli Archive conserva fra le sue opere dipinti di Giacomo Balla, Mario Sironi,

Lucio Fontana, Ram e Thayatt; manifesti di Marcello Dudovich, Leopoldo Metlicovitz, Sepo e Fortunato

Depero; fotomontaggi di Vinicio Paladini e Bruno Munari; sculture di Renato Bertelli e Giovanni

Romagnoli; disegni architettonici di Sant’Elia, Virgilio Marchi, l’archivio progettuale dell’Eur 42 con opere

di Marcello Piacentini, Luigi Moretti e Mario Chiattone; libri futuristi e Archivi aziendali come Motta,

Alemagna, Cisitalia, Ricordi e Pirelli.

ITALIA BOOM!

Elisa Fulco, Massimo and Sonia Cirulli Archive

 

Erano gli anni della Guerra Fredda

Gli anni del boom economico

Gli anni delle grandi contestazioni

Gli anni della nascita dei giovani

Gli anni, in fondo dell’Italia che si riconosceva

Con orgoglio e con paura

Con l’alito profumato e i capelli a posto

Gli anni delle stragi di stato e dell’assalto allo Stato

Gli anni in cui le strade si riempivano di auto e le case di televisioni.

La televisione conteneva tutto questo.

(Aldo Nove in Il Paradiso da comprare)

 

La mostra Italia del Miracolo. Arte, Design e Pubblicità 1948 – 1968 racconta, attraverso il materiale proveniente dal Massimo e Sonia Cirulli Archive l’esplosione di creatività e la nascita di un nuovo stile di vita nel ventennio a cavallo tra la metà degli anni Quaranta e la metà degli anni Sessanta.

Una storia di successo che nasce nel clima della ricostruzione postbellica in cui la voglia di riscatto si coniuga con l’adozione del modello americano, portatore di sogni, bisogni e nuovi consumi, interpretati però dalla secolare tradizione italiana, basata sul legame storico tra arte e saper fare, tra artigianato e impresa che sfocia nella produzione di uno “stile industriale”. In prodotti per la massa che mantengono intatte le valenze artistiche ed estetiche della stratificata cultura italiana.
Una rivoluzione del costume e delle abitudini in cui operano spinte provenienti dall’alto e dal basso: da una parte il rigore della politica monetaria della Banca d’Italia e la visione delle grandi imprese, ENI, Edison, Olivetti, Pirelli, Piaggio, chiamate a interpretare, spesso in maniera lungimirante, nuove esigenze; dall’altra l’aspettativa di una vita migliore degli italiani che diventa il motore delle piccole e medie imprese di nuova generazione (Ignis, Rex, Zoppas), degli artigiani, designer e artisti che iniziano a riprogettare il mondo, colpiti da un’ondata di felicità progettuale che si trasmette in tutti i settori del Made in Italy: dai piccoli e grandi elettrodomestici, alla nuova industria dell’alimentazione ai mezzi di trasporto, alla moda. Progetti e prodotti realizzati dai più grandi artisti e designer italiani, da Bruno Munari a Ettore Sottsass, da Erberto Carboni a Lorenzo Castellaro, da Carlo Mollino a Giò Ponti, da Marco Zanuso a Pietro Dorazio e Franco Grignani.

Già nel 1947 la rivista americana “Fortune”, pur definendo l’Italia tra le più povere delle nazioni moderne, ne riconosceva la Fine Italian Hand, la capacità di produrre eccellenza nella moda, come nell’industria chimica, in quella automobilistica o ancora nelle macchine per ufficio della Olivetti, tracciando una mappa dei settori che nel giro di pochi anni diventeranno trainanti nel riconoscimento internazionale del Made in Italy. Nel 1959 il “Daily Mail” di Londra definisce l’efficienza e la prosperità del sistema produttivo italiano un miracolo economico, mentre il “New York Times”, sempre nello stesso anno, decreta la lira come moneta più stabile d’Europa. Sotto lo sguardo incredulo del mondo, l’Italia, da nazione prevalentemente agricola, svetta tra i paesi industrializzati, seconda in Europa solo alla Germania.

Per la prima volta nella storia del Novecento il paese è guidato da una generazione di giovani che richiede prodotti esteticamente nuovi che non rimandino in alcun modo al passato, alla miseria, o al riuso: prodotti nati non più per durare ma per essere consumati in allegria.

Nel 1956 partono i lavori per l’Autostrada del Sole, inaugurata nel 1964 in tempi record.

È l’ltalia che si muove. Per andare al lavoro e non solo. Che si riversa in strada, inaugurando la stagione delle file e dell’“esodo”. Che scopre il tempo libero. Che si indebita per il frigorifero, la lavatrice e la televisione, nuovo status simbol che trasmette e amplifica modelli di vita e di comportamento, da nord a sud. È l’Italia che si riunisce al bar per seguire il primo quiz televisivo, Lascia o Raddoppia, e che impara l’italiano guardando la TV. Che si lascia incantare dalla “Pubblicità bambina, e guidare negli acquisti, aspettando Carosello. Vespa, lambretta, “600”, “500”, o “Giulietta”, ormai è Italia boom! Così la definisce Giorgio Bocca all’inizio degli anni Sessanta, interrogandosi se “è ancora un paese provinciale o è già maturo per le grandi manovre della psicologia di massa”.

Se l’America suggerisce nuovi modelli di produzione, di distribuzione, di strategie di marketing, o manageriali, ampliando enormemente lo scettro dei consumi “effimeri”, contemporaneamente è proprio dagli Stati Uniti che parte il riconoscimento dell’Italian Style, che genera l’approdo dei prodotti italiani nel mercato americano. Il 1957 è l’anno in cui l’Italia entra nel mercato comune europeo, esportando finalmente la creatività italiana nel mondo.

Di stampo americano è anche l’uomo che guida il cambiamento dell’ENI, Enrico Mattei, esempio classico di self made man, che trasforma in pochi anni un’azienda in liquidazione come l’Agip Gas in un ente pubblico competitivo, capace di imporsi internazionalmente con un’innovativa politica petrolifera che per la prima volta nella storia vede competere il pubblico con le aziende private.

Sempre dall’America parte il rilancio della moda italiana, che passa attraverso il sostegno delle aziende artigianali produttrici di tessuti di qualità, a supporto della creatività di stilisti americani e francesi, sino a quando il “tessuto produttivo della moda” non è pronto per il lancio dello stile italiano nel mondo.

Se gli anni Cinquanta e il boom economico segnano la nascita e il trionfo del Design italiano, ad agire sotto traccia è ancora l’onda lunga della stagione futurista, il cromosoma italiano della flessibilità, della trasversalità dei saperi e degli sconfinamenti (arte, architettura, moda, grafica e design), che generano progetti e prodotti destinati a segnare la storia della cultura visiva moderna e contemporanea. Vogliamo sì fare gli americani ma restiamo mediterranei.

 

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DIDASCALIE

 

Si apre mercoledì 30 luglio il Festival internazionale del Folklore di Matelica, con 250 giovani provenienti da nove differenti paesi: Italia, Argentina, Colombia, Venezuela, Spagna, Serbia, Polonia, Georgia e Corea del Sud. Il presidente dell'Associazione Folklorica Città di Matelica, così presenta la manifestazione: “Nel dare il benvenuto ai gruppi ospiti, sono particolarmente lieto di presentare la 21^ edizione dell’Incontro Internazionale del Folklore “Etnie a confronto”. Per noi è l’appuntamento più importante dell’anno in quanto questo scambio culturale ci permette di riscoprire usanze e tradizioni e di rafforzare i nostri valori storici e culturali. Per una settimana i suoni, i colori e le danze degli artisti ospiti porteranno una ventata di allegria e spensieratezza: un momento di festa, un’ occasione per riscoprire valori profondi e quell’orgoglio di appartenenza spesso sopito e perso negli impegni quotidiani”.  Il Festival internazionale del folklore si attesta come uno dei più grandi ed importanti della regione, è l'unico nelle Marche che è stato riconosciuto dal Cioff (Conseil international des organisations de festival de folklore). La manifestazione si intitola non a caso “Etnie a confronto” perchè intende mettere in mostra le tradizioni dei paesi ospiti, offrendo agli spettatori un momento di confronto, con la possibilità di apprendere i passi di danza folk e la possibilità di degustare ogni sera i piatti tipici dei paesi da cui provengono i gruppi, con l'appuntamento serale con “Sapori dal Mondo”, la novità sono gli aperitivi internazionali che si potranno degustare giovedì 31 luglio nei bar della città di Matelica. Ogni sera dal 30 luglio al 4 agosto, a piazzale Gerani andrà in scena il riuscito connubio tra danze folkloriche e sapori internazionali. 



29 Luglio 2014 alle 21:56 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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