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Festa del quartiere Agello di Ripatransone con ‘tapulone’ e ‘polenta pasticciata’

di | in: Cronaca e Attualità

Agellani – Ripa

 

di Rosita Spinozzi

 

RIPATRANSONE – La ‘movida’ ripana non termina a ferragosto, ma continua nella giornata di domenica 17 agosto con una iniziativa molto divertente legata a due originali specialità gastronomiche: la Polenta Pasticciata con l’estratto di Venere (vino passerina), e il Tapulone con estratto di Bacco (vino Rosso Piceno Superiore). Ed è così che, per il terzo anno consecutivo, il Quartiere Agello di Ripatransone, a tutti noto come la ‘Jella’, organizza la festa del quartiere rigorosamente nel giorno 17 di agosto. L’iniziativa trae linfa vitale dall’idea di un gruppo di Agellani che, con il coinvolgimento di ogni singolo abitante, hanno voluto ricreare l’atmosfera gioiosa e goliardica che in passato caratterizzava uno dei quartieri più popolati di Ripatransone. Diverse le specialità gastronomiche previste nel menu principale che comprende la classica panzanella, insalata di ceci, polenta pasticciata e tapulone di carne di manzo, specialità tipica novarese consistente in uno stufato di carne di manzo abbondantemente affogato nel vino rosso in compagnia di rosmarino, aglio e alloro.

Al Monterone (giardino del quartiere), invece, si potranno degustare panini con la salsiccia, patatine fritte e fiumi di birra. Inoltre c’è anche la possibilità di assaggiare dolci locali preparati della donne Agellane e serviti insieme ad un buon bicchiere di vino santo. Ad allietare la serata penseranno lo spettacolo musicale itinerante della ‘Abbanda Marching Band’, artisti di strada, cartomanti, giochi folcloristici. La novità di quest’anno? La proiezione di uno spettacolo visuale sulla torre di San Benigno, al centro della via che attraversa il quartiere. Ai bambini sono riservate piacevoli sorprese come il trucca bimbi, il laboratorio delle bolle e Peppa Pig. Ma non finisce qui, perché le vie del quartiere ospiteranno numerose bancarelle di produzioni artigianali e, per chi non ha voglia di andare a dormire, la festa proseguirà con il dj set al Monterone.

 

Il TAPULONE piatto tipico del Comune di Borgomanero, in provincia di Novara Si narra che nel XII secolo un gruppo di 13 pellegrini di ritorno dall’isola di San Giulio, sul lago d’Orta, dove si erano recati per rendere omaggio alle spoglie del santo, furono colti da una tremenda fame improvvisa. Non avendo altro da metter sotto i denti e trattandosi di un’emergenza, decisero di sacrificare l’asinello che trainava il loro carretto. Mangiare la carne del povero somarello si rivelò però assai arduo, in quanto le bistecche erano molto legnose; i tredici decisero allora di tagliare la carne a tocchetti piccolissimi (in dialetto tapulè) e di far cuocere la carne a lungo. I viandanti poterono così sfamarsi delle carni del povero somarello e rimasero così tanto stupefatti e meravigliati di cotanta bontà da attribuirne il merito ad una grazia del santo. I tredici (anche perché senza asino) decisero dunque di stabilirsi in quel luogo miracolato posando le prime pietre di quella che oggi è Borgomanero.
Oggi il tapulone rientra fra le tipicità della cucina novarese e viene preparato soprattutto nel Borgomanerese nell’ultima domenica di settembre. Proprio in quel dì, tre amici ripani de ‘la Jella’ in ferie nel novarese, capitarono alla ‘Sagra del tapulone’ e a causa del buon vino corposo, della polenta e del ‘somarello’ si trovarono costretti a rinviare la data del ritorno. Quando ripartirono non erano soli, ma accompagnati da tre simpatiche ‘scimmiette’, tutt’oggi ancora percepibili. Gli estroversi amici oltre alle scimmiette riportarono anche la ricetta del tapulone che quest’anno, in una serata di mezza estate, è stata rivista, preparata e assaporata, nella cucina del Museo della Civiltà Contadina dallo staff del quartiere. Dopo ampia e approfondita discussione, gli avventori, con il placet dell’esigente amico Nando (che gn va bbè mai gniende), hanno dato l’assenso affinché il tapulone venisse preparato e servito durante la ‘Festa della Jella’. Questo particolarissimo stufato – che fino a poco tempo fa veniva preparato rigorosamente con carne d’asino (oggi viene fatto con quella di manzo) e affogato con abbondante vino rosso, rosmarino, aglio e alloro – se cotto lentamente è in grado di soddisfare i palati più esigenti. Soprattutto se associato alla polenta pasticciata e ad un corposo bicchiere di vino rosso.




16 Agosto 2014 alle 15:34 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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