Ospedale Unico Marche Sud, Castelli propone Campolungo
di Redazione | in: Cronaca e AttualitàIl piano socio-sanitario regionale 2012-2014 ha individuato, all’interno della propria strategia, la “realizzazione, a Sud della Regione (integrazione Ascoli-San Benedetto del Tronto), di un’unica realtà gestionale e strutturale per la copertura del bisogno di cura e assistenza al livello minimo di area vasta”.
Ora – dopo l’approvazione della citata delibera regionale – le condizioni sono mature affinchè il territorio si misuri con questa sfida atteso che la localizzazione dell’ospedale deve garantire, da un lato, la massima fruibilità della struttura e dall’altro la massima sostenibilità (anche sotto il profilo ambientale, paesaggistico e urbanistico) del nuovo presidio.
Ascoli propone la sua candidatura che, per l’appunto, si concretizza nell’area di Campolungo da cedere a costo zero alla Regione.
La nostra indicazione non costituisce una pretesa ma una dichiarazione di disponibilità.
Siamo profondamente rispettosi, infatti, del diritto di tutti gli attori istituzionali e sociali a partecipare ad una riflessione che sarà tanto più produttiva quanto più sarà frutto di una valutazione allargata e condivisa.
Anche per questo ho chiesto al Presidente della Conferenza dei Sindaci di estendere l’invito a tutti gli stakeholders potenzialmente interessati alla realizzazione di una infrastruttura che potrebbe rappresentare anche un formidabile volano per la nostra economia.
La decisione, per certi versi storica, della regione è caduta stranamente nel silenzio ma il sottoscritto, che si è sempre battuto per il riequilibrio a Sud degli investimenti sanitari della regione, non vuole sottrarsi all’obbligo di cogliere questa opportunità.
Tutta la provincia e tutto il territorio hanno l’obbligo di unire le forze per non disperdere questo potenziale risultato, dimostrandosi capaci di superare il tradizionale rischio che mortifica la programmazione territoriale in casi come quello che ci occupa. Il rischio di fare come l’asino di Buridano che, incapace di scegliere se nutrirsi di fieno o di biada, fini per morire di fame.