La Cardiochirurgia marchigiana eccellenza della sanità nazionale

La Cardiochirurgia marchigiana eccellenza della sanità nazionale

 

Grazie ai brillanti risultati raggiunti negli ultimi dodici mesi, la Cardiochirurgia di Ospedali Riuniti, guidata dal nuovo Direttore Marco Di Eusanio, si posiziona tra le prime tre realtà nazionali della sanità pubblica, diventando un vero fiore all’occhiello per tutta la cardiochirurgia italiana.

 

 

Un polo d’avanguardia a livello nazionale e un centro d’eccellenza ormai preso a modello da altre regioni: le Marche, con gli Ospedali Riuniti, giocano un ruolo di primo piano nel settore della Cardiochirurgia, i cui risultati negli ultimi dodici mesi, a partire dall’insediamento del nuovo Direttore Marco Di Eusanio,  appaiono di straordinaria levatura, sia per quantità che per qualità di interventi.  Si tratta di risultati che, per volumi ed esiti, collocano l’azienda ospedaliera marchigiana tra le prime tre realtà nazionali della sanità pubblica.

Sono stati infatti 1.190 gli interventi effettuati nell’ultimo anno, con un tasso di mortalità pari all’1.7% a fronte di uno standard medio statunitense del 3.4% e con percentuali addirittura dello zero per cento nelle specialità della chirurgia valvolare, dell’aorta toracica e della mini-invasiva. Interventi che, tra settembre 2016 e agosto 2017,  hanno registrato un incremento del 32% rispetto ai due anni precedenti.

 

Una struttura sul podio nazionale con numeri in termini di produttività straordinari ha detto il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli –  Per questo diciamo ai marchigiani non ha più senso andare fuori regione.  Due anni e mezzo fa cardiochirurgia veniva citata come esempio di decadenza di Torrette, ora cardiochirurgia diventa simbolo con un numero impressionante in termini di crescita e attività sia per cittadini marchigiani sia in termini di capacità attrattiva della nostra regione, simbolo di  una aumentata produzione sia qualitativa che quantitativa che i servizi stanno offrendo ai marchigiani. Si è investito parecchio in termini di risorse umane, di assunzioni, risorse di investimento,  tecnologie e apparati, e si ottiene in cambio una forte crescita in termini di risposte perché il cittadino vuole avere l’opportunità di godere dei servizi sanitari. Una grande conferma che ci pone ai primi posti a livello nazionale non solo nel rapporto Lea spesa come tutti gli anni come regione benchmark, ma anche in fatti specifici importanti come questo di cardiochirurgia”. Per questo la politica di pochi centri che siano di eccellenza e qualità è la scelta vincente: “Un unico centro di qualità contro i centri sparsi: così si ottengono risultati che la rendono attrattiva ed è così che si combatte la mobilità passiva non moltiplicando le strutture che non hanno nessun tipo di attrattività e scarsa qualità. Esiste una rete tra soggetti di qualità  con un centro che è punto di riferimento”.  Ma  non ci fermiamo qui, rimarca Ceriscioli: “Continuiamo ad investire perché vogliamo continuare a crescere. 202 milioni in più per investimenti li useremo come leva per generare altre risorse che si possono fare solo se abbiamo queste eccellenze”.                “Sono particolarmente soddisfatto e orgoglioso dei dati che la Cardiochirurgia del Lancisi ha saputo esprimere negli ultimi 12 mesi – ha spiegato Marco di Eusanio,  Direttore SOD Cardiochirurgia Ospedali Riuniti Ancona – sono  risultati, quelli dell’ultimo anno, che derivano dalla professionalità, dall’impegno e dall’attenzione di un gruppo di chirurghi, cardiologi, e anestesisti che al Lancisi hanno voluto fare squadra attorno ad un progetto che punta e investe tutto sulla qualità del servizio, lavorando con approcci moderni e sempre più multidisciplinari,  e sulla rete, interpretando il proprio ruolo di centro Hub con senso di apertura e responsabilità. La nostra ambizione è di rendere la Cardiochirurgia del Lancisi un centro di cui i cittadini marchigiani diventino orgogliosi, almeno quanto lo siamo noi. Lavoreremo per questo”.

“I dati di attività degli Ospedali Riuniti nell’ultimo anno  – ha sostenuto il Direttore Generale di Ospedali Riuniti di Ancona Michele Caporossi – parlano da soli anzi cantano. Risplende di nuova vita la cinquantenaria tradizione dell’Ospedale Cardiologico Lancisi che, lungi dall’essere stato abbandonato, dona oggi al suo tradizionale bacino d’utenza di tutte le regioni adriatiche una nuova offerta assistenziale, all’avanguardia e in grado di rispondere in tempo reale ai pazienti che a noi si rivolgono. Particolarmente importanti sono i dati riferiti alla mobilità attiva extraregionale sia intermini complessivi sia per la cardiochirurgia che ha registrato un significativo +34%”.

Parallelamente ai risultati dell’attività cardiochirurgica per adulti si è consolidata e potenziata ancora l’attività di cardiochirurgia pediatrica condotta in maniera eccellente da ormai 10 anni dall’équipe diretta da Marco Pozzi che fa osservare in proiezione un ulteriore aumento del 13,2%.

Un podio, quello su cui è salita la Cardiochirurgia regionale, certamente da ricondurre all’applicazione delle tecniche e degli approcci più moderni, chirurgici ed anestesiologici, per minimizzare il trauma operatorio ed aumentare il comfort dei pazienti, oggetto di continua ricerca e produzione scientifica- ora – ad Ancona. Traguardi importanti, frutto del potenziamento delle politiche e delle attività di rete volte a favorire e velocizzare l’accessibilità ai servizi da parte dei pazienti con riduzione significativa dei tempi delle liste d’attesa (che si attestano adesso intorno ai 30 giorni) e della presa in carico dei pazienti dalle varie cardiologie regionali ed extraregionali. Obiettivi che, in questo periodo, sono corsi paralleli al consolidamento di un approccio basato sulla multidisciplinarità e sulla condivisione delle attività tra diverse figure mediche come i chirurghi, i cardiologi e gli anestesisti nell’ambito del trattamento delle valvulopatie, degli aneurismi dell’aorta toracica e toracoaddominale, delle aritmie cardiache. Non a caso tra le finalità future a medio termine vi è quella di creare due sale ibride ad elevato contenuto tecnologico dove far lavorare insieme i vari specialisti (cardiochirurghi, chirurghi vascolari, anestesisti, radiologi, angiografisti…) che mettano in comune le rispettive competenze per trattare il paziente con tecniche ibride sempre meno invasive, in unica seduta.  Gli eccellenti dati della Cardiochirurgia si inseriscono in un contesto, quello degli Ospedali Riuniti, virtuoso come confermano alcuni dati: le attività di ricovero ad esempio del primo semestre 2017 sono state 23.414 a fronte delle 22.366 dello stesso periodo dello scorso anno, con un valore della produzione pari a 95.937.630 euro sempre del primo semestre 2017 rispetto agli 87.538.417 del 2016.

Infine, significativo appare il dato relativo alla mobilità attiva  extraregionale che registra per la cardiochirurgia un + 34%  e + 8% circa in media nell’intero ospedale.

 

 

 

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