Poliabuso: la nuova ricetta per sballare
di Barbara Poli | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e ContrappuntiIn Italia cresce il numero di ragazzi, sempre più giovani, che mischiano farmaci e alcol per sballare, e parallelamente, anche le morti del sabato sera non vedono cedimenti. Con una differenza: chi è sfortunato non arriva nemmeno alla macchina, muore sulla pista da ballo, mentre cercava di raggiungere quel patinato e fittizio mondo dello sballo.
Impallidiamo ancora alla notizia di ragazzi morti ai rave party, ci stupiamo del perché un mare di ragazzi minorenni ogni notte va in coma etilico o si schianta nelle strade di ritorno dalle discoteche, ci chiediamo a cosa vogliano arrivare. La risposta, ormai diventata scontata, è lo sballo. A tutti i costi, estremo, da ricordare. E per raggiungerlo si mischia di tutto: droga, alcol e medicinali.
Tra gli esperti in materia si sta cominciando a parlare di “poliabuso”, tendenza odierna di giovani e giovanissimi che è in vorticoso aumento in Italia e in Europa. Si tratta dell’abuso di sostanze dannose, come oppioidi, cannabinoidi, etanolo, benzodiapezine, anfetamine, cocaina, psicofarmaci e nicotina. Questa tendenza la rivela l’ultimo rapporto dell’European school project on alcool and other drug, e il ricercatore di farmacologia Roberto Rimondini aggiunge che « questo è un fenomeno che cresce ogni giorno di più, in special modo nella popolazione giovane. Non si tratta di una tossicodipendenza semplice, ma di un poliabuso (ovvero il mischiare più sostanze); parliamo in particolare di ecstasy, cocaina, alcol; secondariamente anche ketamina e polvere degli angeli. Ma c’è anche da dire che i farmaci d’abuso sono anche quelli legali, cioè dove lo Stato ci guadagna, come l’alcol e la nicotina, che creano percentuali di dipendenza più alte rispetto all’eroina. Anche il drop out nelle farmacie ospedaliere è un serio problema: oltre agli anestetici vi si può trovare di tutto, compresi gli oppioidi e i non oppioidi. I primi contengono derivati dell’oppio (morfina, codeina) e il più utilizzato è lo sciroppo della tosse che, essendo composto da codeina, unito all’alcol è un perfetto mix per sballare. I secondi sono gli stimolanti, come l’anfetamina, e anche questi si trovano dappertutto: da quelli utilizzati per i bulimici al ritalin, il farmaco prescritto ai bambini iperattivi».
Il rischio, dunque, è quello di una tossicodipendenza diffusa, dal momento che l’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti è diventata una moda ricreazionale ripetuta 3 o 4 volte a settimana, in un crescendo di dosi. «Così – sottolinea il ricercatore bolognese – senza nemmeno rendersi conto, si passa da ricreazionale a dipendente, e da dipendente a tossicodipendente». Infatti, spesso non si arriva a capire che l’assunzione di queste sostanze cambia veramente il modo di pensare e di agire, e, se prolungato nel tempo, comporta danni irreparabili, causando la morte di milioni di neuroni. Inizialmente il neurone, la cellula prima del cervello, viene plasmato dalla presenza del farmaco d’abuso e tutto l’equilibrio celebrale interno è modificato in funzione di esso. Poi, lentamente, il cervello cambia, diventa plastico e i centri di memoria si “spengono”. Inizia, così, una vita fatta di crisi d’astinenza, devota alla ricerca di quella sostanza che ci fa distaccare dalla vita normale, che ci fa perdere i contatti sociali, che ci rende schiavi inconsapevolmente.
Certo è che il mondo di oggi non aiuta, soprattutto se si hanno come idoli personaggi famosi che per stare in piedi si riempiono lo stomaco di farmaci…