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Quando la perfezione diventa follia

di | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

Ecco due casi assurdi: uno di follia perfezionista, l’altro di discriminazione estetica. Primo: Una donna inglese è convinta di essere la regina del Nilo e spende 230mila euro per somigliarle. Ma non è mai stata in Egitto. Secondo: Un’importante azienda americana il cui brand è la perfezione licenzia una studentessa perché ha una protesi al braccio sinistro. E lei finisce in depressione.


«È difficile mantenersi a lungo in uno stato di perfezione, e per legge naturale ciò che non può progredire regredisce». Così diceva Velleio Patercolo, ma oggi giorno con la chirurgia estetica si pensa di diventare immortali e di tendere sempre più a quell’ideale di perfezione assoluta che la moda o le convinzioni errate impongono alla propria persona.

E’ il caso di Nileen Namita, 50enne che vive in Gran Bretagna, che da circa 30 anni crede di essere la reincarnazione della regina egizia Nefertiti. Per assomigliarle ha speso più di 200 mila dollari, sottoponendosi a 51 interventi di chirurgia plastica e rimodellando tutto il suo corpo. La trasformazione è iniziata nel 1987, quando tutte le notti sognava di essere la bellezza del Nilo vissuta nel 1300, e da allora le visioni si sono fatte sempre più potenti fino ad oggi, che si dichiara soddisfatta ma pronta per altri ritocchi. Infatti ha dichiarato: «Vorrei delle labbra più belle e penso a un intervento al naso per evidenziare le narici». Nel frattempo «sto attenta all’alimentazione, perché non voglio sembrare innaturale. Non ho la cellulite, e nessuno crede al fatto che abbia 50 anni e tre figli. Dimostro 25 anni e quando esco, ricevo attenzioni da persone molto più giovani di me, anche ventenni».

Casi di questo tipo ce ne sono ormai a bizzeffe: da Gavin Paslow, 39enne del Kent che si è trasformato in diavolo (lingua biforcuta, corna, occhi cristallini, orecchie appuntite e poderosi canini) a Cindy Jackson che per assomigliare a una Barbie a 54 anni è la detentrice del record per il maggior numero di interventi chirurgici estetici subiti, per passare poi all’uomo gatto Dennis Avner e alla sua simile Jocelyn Wildenstein che ha passato la vita sotto i ferri cercando di assomigliare a un felino e quest’anno ha vinto anche il premio di Miss Chirurgia, finendo con i casi di Lorna Bliss e Nadja Suleman che si sono sottoposte a indecifrabili operazioni chirurgiche per assomigliare alle loro star preferite (rispettivamente Britney Spears e Angelina Jolie). Casi di follia pura che ora si sono trasformati in mostri di plastica.

Il secondo episodio di perfezionismo e discriminazione è successo sempre a Londra, tanto per cambiare (la febbre aviaria dà alla testa?). L’Abercrombie & Fitch, importante azienda americana di abbigliamento, ha aperto recentemente un emporio super lusso nel cuore dell’elegantissima capitale inglese e ha imposto che il brand debba associarsi a un ideale assoluto di perfezione e di eccellenza. Per questa legge subdola e squallida la ventiduenne Riane Dean, laureata in legge, è stata rimossa dall’incarico di commessa per avere una protesi al braccio sinistro, nonostante l’avesse sempre coperto. Declassata e discriminata, è finita a scaricare pacchi in magazzino, isolandosi socialmente. Questo è quello che accade se ci si piega al potere del consumismo, agli ideali di perfezione ed eccellenza e a un “look policy” vergognoso e stupido.




26 Agosto 2009 alle 13:31 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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