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ROTTAMAZIONE OSPEDALE GIULIANOVA: MOBILITAZIONE POPOLARE

di | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

Abbiamo
appreso da fonti che riteniamo sicure che dei 35 Ospedali presenti in
Abruzzo, dei quali 22 pubblici e 13 privati, ne rimarranno solo 8,
quelli dei quattro capoluoghi (L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo) più
Lanciano, Vasto, Sulmona ed Avezzano. Qualcuno aggiunge anche Ortona ma
il rischio della sua chiusura è ancora alto. Tutti gli altri ospedali
saranno “tagliati”, cioè riconvertiti o proprio chiusi o dismessi o
venduti. Il tutto rientra in quel grande progetto di abbattere le spese
della sanità e razionalizzarle a causa della voragine del bilancio
creata da sempre da sprechi e politica scriteriata quando non corrotta.
Oggi, tocca solo decidere chi lo deve far sapere: il presidente Gianni
Chiodi, l’assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni, o il
Commissario governativo, Gino Redigolo. L’annuncio slitta così di mese
in mese, mentre da Roma il Ministero spinge per l’attuazione del Piano
di rientro dal debito che non è stato rispettato e che proprio con la
chiusura dei piccoli ospedali potrebbe far registrare un’accelerazione
dei risparmi. Vengono ritenute troppe, infatti, le spese fisse, troppi
gli appalti, troppo il personale disperso sul territorio mentre i
grandi ospedali sono in crisi proprio per la carenza di organici.
Un
gruppo di lavoro sta operando in gran segreto tra l’Agenzia sanitaria e
gli uffici dell’assessorato regionale per arrivare ad una soluzione che
non provochi la rivoluzione in tutti quei centri che ospitano i piccoli
ospedali e che proprio il centrodestra aveva difeso, vincendo pure le
elezioni per questa difesa ad oltranza dei diritti dei cittadini di
avere un’assistenza ospedaliera locale.
Mentre si decide chi dovrà fare
il grande annuncio, la soluzione però sembra trovata e
pronta per
essere scodellata agli abruzzesi, distratti dal terremoto e dalle
vacanze estive.
La parola magica è: accreditamento.
Cioè tutti gli
ospedali, per funzionare come si deve, dovranno avere tecnologie,
strutture e
organizzazione come stabilito dal Dpr 14/01/1997.
Si
tratta cioè di trasformare gli ospedali italiani – e abruzzesi in
particolare – in Ospedali
con la maiuscola.
Il che sarà difficile già
per i grossi plessi ospedalieri, figuriamoci per i piccoli. D’altra
parte
basta andare sul sito dell’Asr per trovare il manuale per
l’accreditamento preparato già da
due anni ad opera delle vecchia
Giunta regionale.
Nel silenzio delle Istituzioni, va però avanti il
piano per l’accreditamento, con tutte le
possibili conseguenze del
caso. Speranze di salvarsi per Casoli, Gissi, Pescina,
Tagliacozzo,
Atri, Penne, Giulianova ecc.?
Pochissime in realtà, se si pensa che con
il decreto Abruzzo sono saltate – e non se ne
parla nemmeno più – le
due aziende ospedaliere universitarie autonome, fortemente volute
all’epoca della Giunta Pace e dell’assessore Vito Domenici. Cinque
ospedali a rischio e da
chiudere subito. Strutture che non hanno più i
requisiti previsti dai nuovi paramentri
antisismici, ma che nemmeno
garantiscono servizi sanitari accettabili. Ospedali che
secondo
documenti riservati allo studio delle Regione sono da ricostruire da
capo. Si tratta
degli ospedali di Giulianova, Sulmona, Vasto, Lanciano
e Avezzano, che oltre a carenze
strutturali presentano evidenti
problemi logistici.
Tra gli ospedali pubblici, dopo il sisma
dell’Aquila del 6 aprile e l’inserimento dell’Abruzzo
tra le aree ad
alto rischio sismico, nessuno rientra più nei parametri di legge.
Visto
il “Piano di Rientro” della regione Abruzzo di cui alla Deliberazione
della G.R.A. 13.03.2007 n.224 e legge Regionale n. 6 del 05.04.2009.
Determinazione azioni di riorganizzazione del S.S.R. “Piani Industriali
Aziendali per il biennio 2009/2010″ approvato con Deliberazione del
Commissario ad ACTA Dr. Gino Redigolo n.62/09 del 05.08.2009 ed il
Piano Industriale 2009/2010 della ASL di Teramo si evince:
1. che
l’Ospedale di Giulianova verrà rottamato;
2. che è previsto un
ulteriore ridimensionamento dello stesso con ulteriori tagli di reparti
di servizi e di personale;
3. che si promette una costruzione di un
nuovo Ospedale a Giulianova con fondi insufficienti ( art. 20 Legge
11/1998 n.67 e succ. modificazioni e integr.) e con la non celata
richiesta al Comune di intervento sul P.R.G. per cambiare destinazione
d’uso ed innalzare gli indici di edificabilità su strutture che la ASL
vuole vendere (ad esempio area ex Ospizio Marino) per reperire fondi,
con intervento quindi del Comune sul P.R.G. che implicherebbe grande
sacrificio per i cittadini di Giulianova e consumo del territorio;
4.
si evince anche che questo nuovo Ospedale sarà una struttura privata
accreditata (ossia convenzionata).
L’Italia dei Valori ritiene che
tutto questo rappresenti un grave danno per i cittadini di Giulianova,
che invitiamo alla mobilitazione.
Come sempre l’incapacità e le ruberie
di certi politici ricadono sulla testa degli ignari Cittadini.
E’ ora
di voltare pagina!
Chiederemo subito dopo ferragosto all’Assessore
Regionale alla sanità Dr. Lanfranco Venturoni di partecipare ad un
Consiglio Comunale pubblico per dibattere nella trasparenza su questo
tema così importante per la Città di Giulianova e per la salute dei
Cittadini.

Giulianova li 12 agosto 2009

Il Capogruppo Consigliare I.D.V.
Delegato alla Sanità
Dott. Vincenzo Santuomo




13 Agosto 2009 alle 13:18 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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