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RU486: manca ancora poco!

di | in: Primo Piano

2009-10-01 – Stamattina è stata avviata l’indagine conoscitiva della Commissione di Sanità del Senato in merito alla pillola abortiva RU486. Questa inchiesta è stata iniziata con un’audizione del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il quale ha asserito il chiaro intento della stessa: vagliare  la perfetta coerenza della pillola, quale metodo per interrompere volontariamente la gravidanza, con i criteri e l’iter stabiliti dalla legge 194 sull’aborto. Proprio ieri il Cda dell’Aifa (Associazione Italiana Farmaco) ha approvato il verbale che delibera sulla messa in commercio del farmaco, già precedentemente decisa lo scorso 30 Luglio. La data definitiva però, in cui l’Aifa disciplinerà in maniera puntuale l’uso del farmaco anche alla luce dei risultati dell’indagine parlamentare, è stata posticipata al 19 Ottobre.

Il principale obiettivo dei lavori della Commissione di Sanità saranno volti ad assicurare che l’uso della RU486 avvenga sempre in regime di ricovero ospedaliero, con l’assistenza dovuta. Con essi inoltre, si cercherà di controllare quanto effettivamente la leggi 194 sarà rispettata. Le polemiche per queste lungaggini burocratiche non sono mancate, da molti additate quale chiaro segno delle implicazioni più politiche che etiche in merito all’argomento. Di certo, a prescindere dalle possibili discussioni in sede parlamentare, l’Aifa, attraverso il suo presidente Sergio Pecorelli, ha fatto sapere che comunque non ci sono più ostacoli per la commercializzazione della pillola, bisognerà soltanto regolamentarne l’uso in conformità alle prescrizioni vigenti in materia di interruzione volontaria di gravidanza.

La RU486 è utilizzabile in molti paesi, come Francia, Inghilterra, Germania, ed è entrata a tutti gli effetti nella lista dei farmaci ad opera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La sua peculiarità, come si evince dallo stesso nome, è quella di consentire l’aborto senza necessità di un intervento chirurgico. Quindi la sua diffusione nel nostro paese, ha causato diatribe e perplessità proprio per il timore di un suo utilizzo al di fuori delle strutture sanitarie. Per un consumo attento e controllato della stessa servirà una fissazione precisa di limiti e linee-guida, come d’altronde è stato fatto in tutti gli altri paese in cui la si può reperire.




2 Ottobre 2009 alle 1:41 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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