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L’ibrida e-bike sbarca sul mercato

di | in: Cronaca e Attualità

 Si chiama Copenhagen Wheel la nuova due ruote che annuncia una rivoluzione nel modo di pensare la città. Recupera energia grazie a un congegno nella ruota posteriore e i suoi sensori sono in grado di monitorare traffico e qualità dell’aria

Dopo più di un mese dalla presentazione, la «Copenhagen green wheel» ha attirato l’attenzione di molti, non solo a livello europeo ma anche mondiale, ed è pronta ad uscire sul mercato fra qualche mese.

«L’idea è quella di competere con le attuali bici elettriche – dice Federica Guidi, direttore generale di Ducati – e quindi puntiamo a un prezzo inferiore ai mille euro».

Copenhagen Wheel è un rivoluzionario modello di bicicletta progettato non a caso in Danimarca, nazione europea dove, come si sa, le due ruote sono il mezzo di spostamento prediletto da gran parte della popolazione. Ma se fino ad ora era considerata semplicemente – e non è poco – l’emblema della mobilità urbana, con la presentazione di “Copenhagen Wheel” la bicicletta fa un salto di qualità e si fa più smart, trasformandosi da semplice semplice due ruote a vettore multifunzionale in grado di fornire informazioni di ogni sorta. Il tutto grazie alla tecnologia informatica che riesce a fare meraviglie in settori che non ti aspetti.

«Nella capitale danese oltre un terzo degli spostamenti giornalieri avvengono in bicicletta, però il sindaco vorrebbe arrivare al 50% – ­ spiega Carlo Ratti, direttore del progetto che ha creato la Copenhagen Wheel, e che insegna al Mit di Boston. Così ci siamo chiesti in che modo applicare l’information tecnologhe alle due ruote». E’ nato così questo nuovo mezzo di trasporto, che rappresenta un passo avanti nell’integrazione delle nuove tecnologie alla bicicletta.


La bici, infatti, contiene una batteria elettrica che regala la pedalata assistita e che si ricarica con le frenate; in più c’è anche un chip bluetooth per le comunicazioni e dei sensori ambientali che consentono al ciclista un collegamento con il proprio smartphone per avere informazioni sull’inquinamento, sul traffico e sui percorsi. In questo modo si migliorano le caratteristiche che ne hanno decretato il successo nella mobilità collettiva (come aiutare le all’autorità cittadine per la gestione e l’ottimizzazione del traffico cittadino), aggiungendone altre che sono proprie dell’informatica e dell’information technology (come il dispositivo smart-phone sul manubrio che permette al ciclista di gestire uno speciale antifurto elettronico).

Tutte le componenti tecniche necessarie al funzionamento del mezzo sono interamente concentrate all’interno della ruota, senza che vi sia alimentazione dall’esterno. In questo modo è stato possibile realizzare una bicicletta ibrida a pedalata assistita e a emissioni zero. Il funzionamento è semplice: un particolare congegno “salva-energia” conserva e restituisce l’energia consumata nel pedalare nei momenti in cui è necessaria, come ad esempio durante una salita. Il principio del recupero dell’energia non è nuovo ed è già realtà in alcune automobili ibride già in commercio, ma non è mai stato applicato a un mezzo di locomozione come la semplice bicicletta, il cui principio base di funzionamento è rimasto immutato negli anni.
E’ in atto, quindi, una “rivoluzione verde” a due ruote, che speriamo si diffonda presto anche nel Bel Paese.




26 Gennaio 2010 alle 12:05 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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