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La selezione

di | in: Cactus, Cronaca e Attualità, Noi che... Quelli che..., Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

29 NOV 2009 – La predisposizione ai rapporti interpersonali la possedeva tutta e cosippure una gran capacità di convincimento, quest’ultima confortata da un’oratoria razionale che  all’occorrenza poteva diventare anche forbita e, se necessario, di discreto livello culturale.

Lui sosteneva bene le conversazioni , insomma, pur su argomentazioni diversificate, con interlocutori normali o particolari: riusciva ad incalanarle sui terreni più conosciuti, a comprenedere per tempo dove potessero sfociare e ad anticiparne le risultanze a proprio favore.

D’altra parte, quando l’avevano testato, giovanissimo, era stato per un lavoro  di natura squisitamente commerciale per far fronte al quale, quelle che possedeva erano le principali caratteristiche personali richieste nell’offerta di lavoro. Avrebbe dovuto vendere, vendere dei  prodotti,  dei prodotti di largo consumo, di largo consumo nel settore nazionale dell’autotrazione, quello d’interesse della società Petrolifera che lo stava valutando.

Ecco, appunto, pensò, dove gli avrebbero potuto  giocare a favore la predisposizione alle relazioni , la facilità di parola e le valenze persuasive innate.

Al colloquio definitivo per concorrere all’assunzione – un’ennesima sessione in un periodo ristretto di tre mesi – il mattino di quel giorno erano presenti sei candidati rimasti poi solo  tre nel pomeriggio: i tre  scartati, così ritenne lui, lo erano stati per il modo di porsi semantico non all’altezza, per il troppo forte contributo dialettale alla costruzione dell’espressività in italiano, sicuramente per i troppi “eeehhh”  e anche gli “aaahhoo” musical-romaneschi ad intercalare quasi continuativamente il dialogo con i valutatori .  E per quel modo un po’ strafottente, con cui, forse, tentavano di superare timidezze interiori…

Sta di fatto,  si era convinto che, anche se la selezione avveniva a Roma dove la Petrolifera aveva da qualche anno trasferito  la propria sede commerciale, là dentro tutti sembravano ancora legati ai modi e alle facce un po’ così che aveva la gente di quella repubblica marinara del nord Italia dove l’azienda si era assodata nei precedenti settantacinque anni.

Davanti ai tre, la commissione giudicante era composta da cinque membri.

I due a destra del personaggio centrale – i giudicandi lo capirono subito – appartenevano alla direzione del  Personale della società (armeggiavano con fogli che riproducevano grafici legati alle domande da porre, linee segmentate in settorialità che andavano dall’insufficiente all’ottimo: forse volutamente, per creare apprensione, non nascondevano neppure queste pagelle in pectore che già provvedevano ad intestare con i nominativi dei candidati a fronte).

Quelli a sinistra, che parlavano fra loro di volumi e di fatturati, dovevano appartenere alla direzione Commerciale dell’azienda, quella che necessitava di nuovo manpower, il settore direttamente interessato alle assunzioni.

L’uomo seduto al centro…

“ Ingegnere…” gli si rivolse ossequioso, a bassissima voce, uno del Personale “ …quando desidera… potremmo iniziare…”

“ Come dice?” rispose quest’ultimo con tono fermo e ad alta voce senza distogliere lo sguardo dai titoli del quotidiano che aveva posato sul lungo tavolo che divideva la commissione dai candidati.

“ Iniziare…ingegnere..quando lei volesse…noi…” balbettò il secondo rappresentante del Personale visto che il primo era rimasto intimidito e senza parole.  Alla voce dell’ingegnere, pur mantenendo una certa nonchalance, anche i due commerciali avevano cessato di parlare fra loro e lo guardavano di sottecchi.

Quegli lasciò passare ancora qualche secondo e poi, chiuso e ripiegato il giornale con una certa delicata precisione, sempre senza guardarsi ai lati, alzò lentamente gli occhi sui tre  papabili:

“ Sono l’ingegner  Giordino “ disse col forte accento dei natii della citata repubblica marinara “ il Direttore Commerciale Italia di questa Petrolifera multinazionale…(lasciò che il grado evidenziato producesse il suo effetto)… nel cui settore verrà assunto a tempo indeterminato, previo un periodo di prova di sei mesi, un candidato selezionato. Sempre che il prescelto sia d’accordo, ovviamente! … (lui e gli altri due fecero sì, sì, sì con la testa)… e sempre che che ci sia uno che superi la selezione, ovviamente!

Innanzitutto, mi voglio complimentare per la vostra performance che, a questo momento,  vi individua potenzialmente abili ad  assumere un ruolo a cui – io –  do molta importanza e che, prima di lasciarvi alla valutazione finale dei miei funzionari… (girò impercettibilmente il capo a destra e sinistra)… tengo ad illustrarvi personalmente  (e si versò dell’acqua dalla caraffa  posta sul tavolo nel bicchiere che aveva di fronte , ambedue di cristallo a differenza delle bottiglie di vetro e dei bicchieri di carta a disposizione degli altri).

Abbiamo…Ho deciso di lanciare sul territorio nazionale italiano un’intera gamma di prodotti specifici per l’automobile e per gli automobilisti…(lui e gli altri due candidati erano tutt’orecchi)…una gamma completa di accessori e ricambi che ha già riscosso un grande successo negli Stati Uniti sotto il marchio ATLAS che sicuramente qualcuno di voi già conosce…(lui e gli altri due  candidati dissero sì con la testa e nessuno dei presenti, loro compresi, ebbe alcun dubbio che mentissero).Vogliamo…Voglio dunque che il business venga velocemente sviluppato in Italia e diventi una valenza specifica  di almeno 5000 fra le nostre stazioni di rifornimento carburanti stradali… (lui e gli altri due candidati fremettero: “in melius”, pensarono fosse un’interessantissima posizione di coordinamento quella che offriva, un solo assunto per un business su 5000 stazioni)…per cui…(sorbì un sorso d’acqua)… ho deciso di implementare un primo test localizzato in una regione italiana in forte sviluppo per poi orientare le mie decisioni finali a livello nazionale (lui e gli altri due candidati si delusero: “in diminutio”, pensarono, nessun coordinamento, solo una prova di mercato, d’altra parte, dissero a sé stessi, siamo proprio nessuno ).

Ora, signori, a questa società…a questa direzione…necessita un operatore che approfondisca l’interesse dei  gestori delle nostre stazioni stradali ad iniziare la commercializzazione all’ automobilista degli accessori e ricambi di cui parlavo, ovviamente comprandoli in esclusiva da noi. Ecco la funzione commerciale per la quale proponiamo a voi di concorrere…(più che mai tutt’orecchi, lui e gli altri due candidati)…si tratta di una posizione da Impiegato, ripeto Impiegato e non Maestranza, assunto con la categoria minima sindacale e salariale che scatterà automaticamente di un livello alla conferma, dopo il periodo di prova( restarono così, un po’ interdetti, lui e gli altri due candidati: avevano studiato tanto, il titolo sudato: ora, impiegato di ultima posizione… Però la multinazionale era una sicurezza, era!). All’Impiegato, tuttavia, sarà richiesto di espletare un’attività multiforme, di concetto ma anche operativo-manuale, di tentata vendita ma anche di formazione dei nostri intermediari…(che vorrà dire?, si chiese lui con gli altri due candidati)… per cui il prescelto.. (ecco, adesso lo dice!)…farà base presso uno dei nostri depositi costieri nella regione del test, avrà in assegnazione un camion furgonato da caricare e scaricare con gli accessori e ricambi ATLAS, visiterà continuativamente le nostre stazioni carburanti stradali, ufficialmente per formare al business i gestori ma sostanzialmente per effettuare la tentata vendita dei prodotti agli stessi.

Sono stato chiaro, signori? Posso andarmene, ora?”

Lui e uno degli altri due candidati risposero sì non capendo bene se stessero rispondendo alla domanda sulla chiarezza o  assentendo a che il grande direttore potesse andarsene mentre i quattro della commissione,  rimirando il top manager, annuivano con gran cenni della testa per confermargli la chiarezza adamantina  del dire, l’ingegneristica precisione dell’esporre, la direzionale capacità di sintesi, la monumentale superiorità di pensiero. Il terzo candidato, invece, si alzò dalla sedia:

“ Pensavo ad una posizione diversa “ disse secco, rivolto al direttore commerciale “ onestamente,  pensavo di concorrere per  un ruolo di altro peso dopo tutti gli esami fatti qui da voi negli ultimi tre mesi! Egregio Ingegner Giorino, vengo a sapere solo oggi che mi si offre un camion furgonato da caricare di prodotti da vendere  e scaricare per la strada! Mi ritiro, egregio ingegner Giorino, mi ritiro con la sensazione di aver… che mi  sia stato fatto perdere tempo!”

Lui pensò, perdio,  parole forti, senza influssi dialettali, stilettate nette e taglienti!

“ Giordino” rispose l’ingegnere

“ Come dice?” gli chiese il rinunciatario.

“ Giordino, sono l’ingegner Giordino, non Giorino” rispose il direttore.

“ Sì, sì, ingegner Giordino “ ribadì quello stando in piedi “comunque, ho perso tempo”

“ Mi spiace” rispose l’alto dirigente con la voce un po’ acida e, guardando le carte poste davanti a uno del Personale, chiese freddo :

“ Lei, è il signor…il signor…?”

“ Brancaccio “ rispose il ritirato muovendosi “ ingegner Brancaccio, ingegner Aldo Brancaccio. Con il suo permesso, uscirei di qua…”

Al grande direttore era comparsa una piega all’angolo della bocca, gli conferiva un’espressione seccata:

“ Prego, vada pure…”

Lui sentì chiudere la porta con un colpo secco: siamo rimasti in due, adesso, pensò.

Il grande direttore, girandosi lentamente verso i due del Personale, stava intanto mormorando:

“ Ingegnere, un ingegnere, per questa posizione avete previsto anche la laurea in ingegneria?”

I due erano divenuti cerei e non riuscivano a tener ferme le mani che rimescolavano senza soluzione di continuità  tutte le loro schede sul tavolo:

“ L’offerta, signor direttore, l’offerta era rivolta a laureati…senza citare quale specializzazione…interessati a carriera futura in ambiente dinamico…”

“ Dopo che avrete finito, passate da me, prego” disse ai due mentre, superato il tavolo e passando accanto ai due candidati rimasti, si portava verso la porta in fondo alla stanza.

Lui non sentì il rumore della porta che si chiudeva. Delicato, pensò, grande direttore delicato. Ritornò immediatamente con l’attenzione massima sul cono di visibilità  ed audiometrico percepibile.

“ Chi parla ?” chiese uno del Personale ai  membri della commissione rimasti: era una domanda pleonastica, si capiva,  perché doveva essere  lui il più alto in grado ma costringeva gli altri a rispondergli “ Parli lei ”.

“Parli lei ” gli dissero i colleghi. Non riuscì a trattenere un moto di soddisfazione. Sorridendo, si protese in avanti rivolgendosi non a lui ma all’altro candidato:

“ Dottor …vediamo…dottor …Bufano Michele… lei è, lei è laureato in…”

“ In Chimica industriale!” rispose il candidato, aveva (teneva) un forte accento campano.

“ Ah! Ma lei è napoletano! “ esclamò il valutatore appena sentì la risposta “ Come me!”

Lui si sentì morire. Fra napoletani si sorreggono, pensò, sono fritto.

“ Allora, caro dottor Bufano “ continuò il valutatore  “ rompiamo il ghiaccio: ci vuole parlare dei suoi hobbies?”

Il candidato  fece finta di pensare e poi, con una certa gravità, disse:

“ Certo, sì, è un hobbie ma anche un’attività quella che porto avanti: faccio il fotografo”

“ Ma ecco dove l’avevo vista! “ lo interruppe uno dei commerciali “ lei è spesso nel negozio di fotografia  al piano negozi qui nell’interno della nostra sede, accanto alla boutique Max Mara, vero? “

“ Vero, sono spesso lì quando non rimango fuori per servizi, matrimoni, prime comunioni… “ rispose sorridendo il candidato.

“ Lei è dunque un addetto…”

“ No, non un addetto, sono il nipote del titolare, lo zio Augusto, che serve questa società da  quando si è trasferita a Roma…”

Lui pensò che era finita, svaniva il sogno, avrebbero assunto il fotografo.

“ Eh, Augusto, Augusto!” sentì che diceva il valutatore commerciale con un improvviso e fortissimo accento della repubblica marinara nordica “ il caro zio Augusto l’altro ieri mi ha ciulato un sacco di palanche per le fotografie  di mia moglie, il doppio di quello che si paga a Zena…” e rise forte.

Ci fu un attimo di silenzio. Poi,  il fotografo-candidato disse,  guardando fisso il valutatore commerciale:

“ Signore, zio Augusto…mio zio Augusto Tarquini… non ha mai ciulato niente a nessuno…signore… niente a nessuno!…”

Lui quasi non credeva alle proprie orecchie: Bufano, lì accanto a lui, respirava a fatica, a fatica  tratteneva il tono della voce e si stava alzando dalla sedia, lentamente.

“ Ma non se la prenda…” stava interrompendolo il valutatore genovese, pentito di averlo punto “ …non intendevo certo…”

“ Zio Augusto…” ribadiva Bufano, come non l’avesse sentito e con l’accento campano montante “ …se ciulare volesse significare “arrubbà”, “pupà”  come diciamo a Napoli, non ha mai ru(b)bato …caro signore… mai! Saluto a voi e la vostra commissione!…” era già in piedi, fremente “ …Anzi, nemmeno saluto!” disse, si voltò, si avviò all’uscita e non chiuse piano la porta!

Lui pensò “porcavacca, porcavacca…”

Il valutatore commerciale, rivolto ai colleghi, allargando le braccia, disse:

“ Non volevo offenderlo,  solo ironizzare…”

“ Beh, meglio così “ disse l’altro commerciale “ abbiamo scoperto per tempo quanto sia permaloso questo dottor Bufano. Uno così permaloso, mai potrebbe fare il commerciale, siete d’accordo colleghi?” lo disse ma intanto guardava verso  lui, l’ultimo sopravvissuto.

I colleghi dissero che aveva ragione e quello del Personale che riempiva le schede scrisse sotto dettatura degli altri tre “ Permaloso”, “Privo del senso di ironia e di humor”, “  Irascibile” per poi aggiungere un suo “ Poco… sensibile…al valore…del denaro” ma, per far ridere gli altri, aveva detto “delle palanche”: era genovese anch’egli.

Lui intanto continuava a dirsi “porcavacca, porcavacca…”

“Lei!” gli si rivolse di nuovo il più alto in grado nella commissione, quello del Personale che non riempieva le schede “ Lei è rimasto solo. Adesso vogliamo scoprire anche i suoi di lati negativi!” il tono non era cattivo, anzi  giocoso, ma l’affermazione mirava a spiazzare il collega commerciale che prima aveva generato l’equivoco “ Lei ha assistito a due rifiuti della posizione offerta anche se con motivazioni assolutamente diverse. Comunque, ha sentito dal direttore commerciale tutte le puntualizzazioni  sul lavoro che dovrà essere svolto e come e con che mezzi. Vorremmo…vorremmo sentirla in merito… signor…dottor…”

Ma lui già pensava alla velocità della luce.

Adesso, adesso fuori tutta l’oratoria, adesso ( ma si trovò improvvisamente con la gola secca).

E la capacità di convincimento che li avrebbe convinti (ma riscontrò, allarmato, di avere un nodo in gola).

Formazione ai gestori rivenditori? Doveva dire che,  fino a qualche giorno prima, aveva formato centinaia e centinaia di reclute  alla scuola militare di artiglieria da montagna di Foligno (ma lo attanagliava una maledetta stretta allo stomaco).

Vendere prodotti agli automobilisti? L’automobile era una passione innata, doveva affermare di conoscere tutti i modelli europei…( un senso di incipiente diarrea).

Test di validità regionale? Aveva un 28 in statistica…(tremore alle mani, nenche tanto leggero)

Multinazionale Petrolifera? Aveva anche un diploma di Perito petroliere e uno  di perito chimico-meccanico (metallurgico!)… (anche alle gambe)

Adesso, adesso un discorso strutturato ad hoc, forbito quel tanto da far comprendere il buon livello culturale ma intriso da un tocco di ironica umiltà per porsi loro come un idolatra della professionalità che emanavano… (si umettò le labbra)

E convincerli, adesso, delle proprie capacità potenziali (aprì, con sforzo, la bocca arsa)

“…vorremmo quindi sentirla in merito…” stava continuando a dire il valutatore “…a quelle che lei pensa siano le skills personali che la renderebbero adatta all’attività da noi proposta ”

Porcavacca. Proprio diarrea. Doveva farsi forza, reagire. Reagire!

Disse, scandendo:

“ Ho la patente, categoria C ”

Ci fu silenzio e, siccome lui non parlava più,  quelli cominciarono ad osservarlo con  attenzione:

“ Non ha altro da dirci?” chiese il solito commerciale che aveva conosciuto zio Augusto.

“ Non vorrebbe aggiungere qualche dettaglio, qualche sua considerazione ulteriore?” chiese l’altro del Personale.

Fortunatamente per lui, l’imbarazzo provocato dal suo silenzio (diarrea, porcavacca, diarrea) fu rotto perché ,  in quel momento, l’ingegnere direttore commerciale rientrò nella stanza e, percorsala a grandi passi, si risedette al suo posto:

“Aggiornatemi “ disse.

Lo fecero, gli raccontarono del fotografo e poi come lui, ultimo dei candidati, in risposta ai loro inviti a disquisire, avesse pronunciato una sola frase.

“ Quale?” chiese l’ingegnere.

“ Ha detto : ho la patente, categoria C” gli rispose uno del Personale “ Uno che parla così poco, non è pos…”

L’ingegnere lo zittì alzando una  mano mentre contemporaneamente guardava fisso verso lui:

“ Assumetelo!” disse facendosi sentire da tutti.

“ Ma, ingegnere…” osò un commerciale “  …”vorremmo sentirlo parlare un po’ di più…”

“ Sembrate non capire, signori!” interruppe ancora il grande direttore “ Il candidato prima con il suo comportamento e poi con cinque parole vi ha già elargito un discorso più che esaustivo! Il fatto che sia rimasto presente significa che non approva le negatività che gli altri due valutandi hanno riscontrato nel contatto con la nostra società. Il fatto che abbia risposto parlando solo di un riscontro oggettivo del suo curriculum, la patente, denota la volontà di minimizzare le probabilità di ricreare, ampliando l’intervento, una qualsiasi situazione conflittuale con i valutatori. Il fatto che questo riscontro oggettivo, la patente posseduta ma di categoria C,  metta in condizioni voi valutatori di capire (qui, passò lo sguardo su tutti loro) che lui possa già guidare il camion furgonato di cui ho parlato io prima, consente a voi anche di comprendere com’egli accetti la mansione ed il risvolto operativo della stessa. Non ultimo, il fatto che per esternare e farvi  giungere  a queste considerazioni  abbia usato solo cinque parole, deve portare i valutatori (di nuovo, passò lo sguardo su tutti i funzionari e tutti abbassarono il loro) ad accreditargli una notevole capacità di sintesi uno, se non il principale, indicatore di potenzialità personale! Assumetelo!”

“ Perdio!” pensò lui “ ecco perché questo è direttore e gli altri no: elabora analisi inattaccabili e le sostiene perfettamente. Se sapesse che ho detto cinque parole  perché non sarei riuscito a dire la sesta  per diarrea,  per  la tremarella che ho e questa stretta allo  stomaco ed il nodo in gola…”

Ma intanto l’ingegnere si era riavviato all’uscita. Nel passargli accanto, gli porse la mano e , stringendo la sua, gli mormorò in modo che i valutatori non sentissero:

“ Adesso si rilassi, vedrà che la tremarella passerà subito, si allenterà la tenaglia allo stomaco e, se riuscirà a sorridere, non avrà più quel nodo in gola. Le è parso di avere la diarrea, vero?”.

Mentre lui iniziava a sorridere, l’ingegnere era già uscito.

Nel seguirlo, i valutatori  gli passarono vicini.

“ Complimenti!” gli disse uno del Personale “ le faremo sapere per le visite mediche”.

“ Bravo” gli disse l’altro “ il camion è un OM Leoncino, a passo lungo, tre assi”.

“ Ha colpito l’ingegnere, non è da tutti! “ gli disse uno dei commerciali ridacchiando“ la Regione test è bellissima, è nello Stato della Chiesa!”

“ Non stia così rigido sull’attenti militaresco!” gli consigliò l’ultimo valutatore dandogli una pacchetta sulla spalla “ dopo le visite mediche, Lei dovrà raggiungere il nostro deposito costiero di Grottammare! Conosce il paese? Grottammare,  con due emme!”

“ No, signore” gli rispose lui.

“ Cazzi suoi “ gli disse quello “ e lasci perdere il signore”.

Correva l’anno domini 1968.

FDA




16 Gennaio 2010 alle 12:40 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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