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Da Unicam un’interessante studio: si può produrre energia elettrica da spremute e marmellate

di | in: Cronaca e Attualità

Camerino, 12 marzo 2010 – Importante studio quello del gruppo di ricerca coordinato dalla Dott.ssa Rita Giovannetti, docente Unicam della Scuola di Scienze Ambientali: la possibilità di produrre energia da pigmenti naturali come quelli che si possono trovare nella frutta, nella verdura e nei fiori, ecc. L’esperimento, presentato ai ragazzi che hanno partecipato nei giorni scorsi all’iniziativa Porte Aperte in Unicam, prevede l’utilizzo, di estratti di frutti di bosco o di una semplice spremuta per la generazione di energia elettrica. Gli estratti, senza l’aggiunta di solventi, vengono assorbiti su un supporto di diossido di titanio posizionato su vetro conduttivo e il tutto viene assemblato fino alla costruzione di una cella fotovoltaica. In maniera assolutamente naturale, il dispositivo permette di sfruttare l’assorbimento di luce dei pigmenti naturali per la generazione di energia elettrica.

 

“Lo studio – ha sottolineato il dott. Ferraro, collaboratore nel progetto – utilizza un principio messo a punto dal Prof. Michael Graetzel, presso il Politecnico Federale di Losanna, con il quale il nostro gruppo di ricerca collabora grazie all’esperienza acquisita dalla  dottoranda di ricerca Dr.ssa Leila Alibabaei in un periodo di formazione presso la struttura svizzera. Per la realizzazione del dispositivo foto-elettrochimico, su di un vetro conduttore trasparente viene depositato un film sottile di nanoparticelle di biossido di Titanio, sul quale viene fatto adsorbire l’estratto del colorante per la formazione di un elettrodo che, asciugato e trattato con piccole quantità della soluzione elettrolitica, viene ricoperto da un altro elettrodo contenente il catalizzatore. Il dispositivo così formato permette di ottenere una quantità di energia misurabile. Lo studio – prosegue il Dott. Ferraro – consiste nell’esaminare i pigmenti naturali, nel ricercare, nella loro struttura chimica ciò che si può migliorare per renderli più stabili e nell’ottimizzare i processi di assorbimento su diossido di titanio per una maggiore efficienza nella produzione energetica. Questo procedimento è necessario dal momento che tutti i coloranti vanno incontro ad un processo degradativo di tipo ossidativo e quindi, nel tempo, perdono la loro efficacia. Studiando la chimica di queste molecole, apportando piccole modiche si può conferire loro una maggiore stabilità fotochimica e quindi renderle più interessanti dal punto di vista della produzione energetica”.




14 Marzo 2010 alle 23:17 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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