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Massimo Rossi: più cervelli e più scuola pubblica

di | in: Cronaca e Attualità

Massimo Rossi interviene sui problemi dell’istruzione e della formazione: per uscire dalla crisi alle Marche servano meno strade e  più cervelli, più  scuola pubblica di qualità e più  diritto allo studio


“Condivido pienamente quanto sostengono i rettori delle Università marchigiane: a farci uscire dalla crisi non saranno le strade ma i cervelli: ricerca, sostegno alle imprese perché innovino prodotti e processi attraverso la messa a valore delle Università e dei tanti giovani tecnici e ricercatori che possono ridare spinta creativa al sistema marchigiano troppo lento nel guardare in avanti”. E’ quanto sostiene il Candidato Presidente della sinistra Massimo Rossi riprendendo le richieste rivolte ai candidati per la Presidenza della regione, da parte dei rettori  Marco Pacetti (Università Politecnica delle Marche), Fulvio Esposito (Università di Camerino) e Stefano Pivato (Università di Urbino). Rossi  ricorda, in questo senso, il suo impegno come presidente della Provincia di Ascoli Piceno, quando, tra le altre cose, riuscì ad ottenere dal Governo rilevanti risorse per riconvertire la SGL Carbon in  un importante polo scientifico-tecnologico a servizio del sistema economico piceno in crisi.

Capire che non sono le strade a portare il progresso non basta. Occorre ribaltare anche  l’ottica  del governo che considera l’educazione e la formazione solo una spesa (da tagliare) anziché una risorsa economica, un investimento democratico. Partendo  dalla consapevolezza che l’educazione e  l’istruzione sono un ascensore sociale che garantisce uguaglianza e crescita civica. Per questo a nessuno può essere negato il diritto allo studio in una scuola pubblica di qualità.

“Il modello Formigoni – denuncia Rossi -, che l’UDC, grazie alla sciagurata scelta del Pd, ha ottenuto venga seguito anche nelle Marche,  prevede che la Regione dia risorse alle famiglie ed alle scuole private anziché compensare i già pesanti tagli statali nella scuola pubblica. Noi invece  non vogliamo che chi può abbia a disposizione scuole private dotate di tutto grazie anche ai finanziamenti pubblici e chi non può abbia scuole pubbliche dove manca tutto e dove, come oggi accade sempre più spesso, i genitori  siano costretti a fare sottoscrizioni per avere persino i materiali didattici basilari. 

       Per questo la Regione deve investire sul sistema pubblico dell’istruzione e dei servizi educativi,  garantire saperi, conoscenze, formazione ed istruzione di qualità anche ai ceti disagiati o a chi vive nelle aree interne, montane e rurali”. 

 Concetti che il Candidato Presidente Massimo Rossi ha ripetuto in occasione dell’ incontro tenutosi martedì pomeriggio ad Ancona proprio per discutere della situazione nel mondo della scuola. E al centro della riflessione anche la diminuzione delle ore di studio e la perdita del lavoro per  docenti e non docenti.  I tagli pesanti agli organici voluti dai Ministri Gelmini e Tremonti  (927 docenti  e 406 non docenti in meno all’inizio di questo anno scolastico nella nostra regione) stanno producendo effetti devastanti anche nelle Marche per i tantissimi lavoratori precari della scuola che vedono sfumare ogni possibilità di lavoro sia esso stabile o precario,  dopo che per tanti anni  hanno dato il loro  contributo al funzionamento della  scuola. Un contributo spesso di straordinario valore didattico, come nel campo dell’integrazione degli alunni stranieri. Una integrazione oggi messa a rischio  dalla discriminazione nei confronti dei figli dei cosiddetti “clandestini”, che un recente pronunciamento della Cassazione tiene fuori dalla scuola, ottemperando alle direttive ministeriali che hanno stabilito il tetto del 30% per la presenza in aula di studenti stranieri. “Una sentenza – ha sottolineato Rossi – che ci riporta ai tempi più bui della nostra storia, quando ad essere discriminati erano altri bambini che avevano sul cappotto una stella gialla”.


Ancona 16 marzo 2010




17 Marzo 2010 alle 1:24 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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