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Il mare è una grande risorsa di tutti. Non ha padroni

di | in: Primo Piano

di Massimo Rossi

 

Solo il 16% della costa dell’istituenda area marina protetta del piceno, tra quella effettivamente praticabile dalle “vongolare”, sarà preclusa per questa pesca fortemente impattante… Qualcuno, a buon ragione, potrebbe sostenere che è forse troppo poco, considerato peraltro che sino ad oggi questa categoria non ha certo brillato in disciplina: Andiamo! …chi ha mai visto queste turbosoffianti arrivare quasi fin sopra la battigia?

Di fronte a questi dati inconfutabili ed alle ben 18 riunioni in cui, solo in quest’ultimo lustro, i vongolari sono stati coinvolti per tener conto delle loro osservazioni e fare in modo che parco marino possa aggiungere qualità e valore al loro pescato attraverso progetti mirati di filiera, appare francamente inaccettabile l’atteggiamento dei loro portavoce e di chi, per interessi politici e personali, li sta disinformando e strumentalizzando.

A fronte di modeste regole finalizzate al bene collettivo: Si paventa l’inverosimile perdita di centinaia di posti di lavoro!  Si sviliscono i benefici dell’area protetta alle sole centinaia di migliaia di euro stanziati dal Ministero per la sua istituzione! Si adombrano limitazioni inesistenti per le opere di difesa della costa nonché per il rinnovo ed il miglioramento delle concessioni balneari!  Si arriva parlare a sproposito di “intere$$i” o “intero$$i”. Quali? Di chi? …I loro esclusivi, o di chi ritiene doveroso, anche a loro vantaggio, di fare in modo che lo sfruttamento dell’ambiente non ne pregiudichi l’equilibrio?

Non si dice che per legge “il regolamento di organizzazione ed esercizio” così come i progetti di valorizzazione dell’area marina saranno elaborati dai rappresentanti dei Comuni costieri con il coinvolgimento della “consulta di riserva”, di cui faranno parte anche le loro categorie.


Ci piaccia o no, ma in natura e quindi anche nel mare, le cose stanno cambiando in peggio. Tutte le risorse, stressate e saccheggiate oltre misura, mostrano di avere un limite che noi stiamo allegramente valicando.

Non si sta parlando certamente di una qualche responsabilità esclusiva. Ma in rapporto a questa nuova situazione per tutti noi, ed anche per i vongolari, si impone la necessità di ripensare il modo di rapportarci ad esse e di sfruttarle per le nostre attività economiche e produttive.

Il “parco marino” a fronte di contenute limitazioni ci offrirà l’opportunità di nuovi finanziamenti per progetti di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente marino e costiero, ricadute benefiche sotto il profilo della promozione turistica …ma soprattutto un forte stimolo ed incentivi certi per  ripensare, progettare ed esportare modalità, tecniche e teconologie innovative per svolgere in maniera sostenibile tutte le attività economiche e sociali in rapporto con le risorse marine. Queste tecnologie  avranno presto un grande mercato in ragione della necessità di ripensare il rapporto con l’ambiente oramai insostenibile.


E’ paradossale peraltro è che ad alzare più la voce contro “il parco” ed il sottoscritto siano operatori che risiedono in Comuni che non hanno ritenuto di esservi inclusi.

Sebbene sentirmi attribuire la paternità di questo strategico progetto mi riempia di orgoglio sento comunque il dovere di precisare che esso è nato ben prima del mio ultimo mandato ed è stato voluto fortemente da tanti amministratori illuminati che l’hanno suffragato con decine di delibere e stanziamenti di risorse finalizzate a studi preliminari e master universitari.

Oggi, a quelli in carica, invece di indulgere verso posizioni strumentali, si impone di affrettarsi a elaborare regole e progetti. Si impone  di costituire subito un agile consorzio di gestione.

Mi auguro che la politica locale, sempre più esclusivamente attenta alla ricerca di facile consenso, non vanifichi questa opportunità con la demagogia o il disimpegno.




26 Giugno 2010 alle 1:20 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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