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Luigi Di Ruscio socio onorario della Fondazione diversoinverso

di | in: Cronaca e Attualità

MONTERUBBIANO – La Fondazione diversoinverso nata per  diffondere la cultura del rispetto e della comprensione reciproca nella valorizzazione delle diversità sia esse psico-fisiche che culturali, è sempre più spazio di confronto fra diversi pensieri, luogo di incontro e di esperienza di diverse culture, religioni ed espressioni artistiche. Riferimento ormai non solo per il territorio ma per quanti, anche fuori regione, amano condividere la bellezza e la diversità. Sabato 26 giugno, alle ore 18 al teatro  il vicolo, gli amici e i soci si ritroveranno per l’incontro con lo scrittore Luigi Di Ruscio, socio onorario 2010; ottantenne, molto amato da Franco Fortini, Paolo Volponi, Salvatore Quasimodo – che lo definì «uomo d’avanguardia nel senso positivo, cioè della fede nell’attualità e per la violenza del discorso».

Luigi Di Ruscio, nato a Fermo nel 1930, è emigrato nel 1957 in Norvegia, dove ha lavorato per quarant’anni in una fabbrica metallurgica. Ha esordito con la raccolta di versi Non possiamo abituarci a morire (Schwarz, 1953) prefata da Franco Fortini.

La sua produzione poetica prosegue poi con Le streghe s’arrotano le dentiere (Marotta, 1966) – con la prefazione di Salvatore Quasimodo –, Apprendistati (Bagaloni, 1978), Istruzioni per l’uso della repressione (Savelli, 1980), Epigramma (Valore d’uso, 1982), Enunciati (Stamperia dell’Arancio, 1993), Firmum (Pequod, 1999), L’ultima raccolta (Manni, 2002), Poesie operaie (Ediesse, 2007). Ha pubblicato anche tre libri di prosa: Palmiro (Il lavoro editoriale, 1986, poi Baldini & Castoldi, 1996), Le mitologie di Mary (Lietocolle, 2004) e Cristi polverizzati (Le Lettere, 2009).

Nella serata, alla quale interverranno lo scrittore Angelo Ferracuti e il critico letterario Massimo Raffaeli, saranno inoltre presentati    i volumi “50 – 80” (Transeuropa) e “La neve nera di Oslo” (Ediesse).–  <Con questo ultimo libro, forse tra i suoi il più bello e lirico, Luigi Di Ruscio sembra chiudere un’esperienza letteraria durata oltre mezzo secolo dove vita e scrittura s’incontrano per diventare una cosa sola, mostrandoci qui cosa significa per uno scrittore emigrare in Scandinavia e vivere in un isolamento linguistico e sociale che è da sempre quello di tutti i migranti>.

Dopo l’intermezzo musicale del pianista Manfredo Catalini la serata concluderà con un momento conviviale nello splendido giardino della stessa Fondazione.


Per informazioni e prenotazione: 0734.59694 – 3289669039




22 Giugno 2010 alle 17:38 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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