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Togliere il tumore dalla mente, un progetto Iom in Oncologia

di | in: Benessere e Salute

Raddoppia la presenza dell’oncopsicologa in reparto grazie all’impegno dell’associazione Iom Ascoli Piceno

 

Dal 2 luglio una oncopsicologa sarà disponibile, presso il reparto di oncologia dell’ospedale “Mazzoni”, due volte alla settimana. Si tratta del raddoppio di un servizio gratuito offerto dall’associazione Iom Ascoli Piceno, che rientra all’interno del progetto “Togliere il tumore dalla mente”, di cui lo Iom è associazione capofila, finanziato dal Csv – Marche. 

 

Dal prossimo 2 luglio l’Istituto oncologico marchigiano (Iom) Ascoli Piceno onlus mette a disposizione, gratuitamente, una psicologa due volte la settimana, martedì e venerdì dalle 9 alle 11 presso il reparto di oncologia del “Mazzoni”, raddoppiando un servizio importante che l’associazione offre da tempo ai malati e alle loro famiglie; per sedute individuali ci si può rivolgere all’associazione telefonando allo 0736 358406.

 

L’iniziativa rientra all’interno del progetto “Togliere il tumore dalla mente”, di cui lo Iom Ascoli è associazione capofila, finanziato dal Centro Servizio per il Volontariato – Marche. Lo Iom è impegnato dal 1996 nell’assistenza domiciliare dei malati oncologici, nel recupero psico-fisico delle donne operate di tumore e in iniziative di prevenzione: l’esperienza dell’associazione mostra come l’assistenza psicologica, che in passato era di rado richiesta da parte dei pazienti e delle loro famiglie, ha avuto nel tempo un significativo sviluppo.


Umberto Veronesi di recente ha detto che “non è difficile togliere un tumore dal seno di una donna. Il difficile è toglierlo dalla testa”, affermazione che naturalmente è valida per ogni tipo di patologia oncologica. Da questo tipo di considerazione è nato il progetto, che cerca di garantire il supporto psicologico adeguato a pazienti e famiglia dal momento della diagnosi, nel tempo che precede l’intervento chirurgico, nel corso dei trattamenti e della cura terapeutica (chemioterapia, radioterapia), nel processo riabilitativo e, nei casi con esito infausto, come accompagnamento alla fine della vita.


“Una diagnosi di cancro – spiega la presidente dell’associazione Ludovica Teodori Di Matteocorrisponde a una diagnosi di tradimento del corpo (ieri era tuo, oggi è ‘abitato’ da qualche cosa di non controllabile). Ma proprio perché il corpo tradisce, la psicologia del malato ha bisogno di un alleato che aiuti a costruire un futuro, che tenga conto delle modificazioni del corpo, delle attese di vita, delle speranze e paure”.




29 Giugno 2010 alle 1:11 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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