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Fermo biologico per utelare l’ambiente e il mare

di | in: Cronaca e Attualità

PESCA: CARDOGNA (VERDI), PROLUNGARE IL FERMO BIOLOGICO PER TUTELARE L’AMBIENTE E IL MARE
Per tutelare realmente le risorse ittiche, estendere lo stop alle attività di pesca ad almeno 45-50 giorni
Ancona, 25 agosto 2010 – “E’ necessario estendere il periodo del fermo pesca biologico per tutelare il mare e, allo stesso tempo, favorire le attività dei pescatori. La priorità deve essere, ormai, la tutela dell’ambiente perché è da questo investimento che dipenderà il futuro del nostro mare”. Lo sostiene Adriano Cardogna, capogruppo dei Verdi dell’Assemblea legislativa delle Marche, che plaude all’iniziativa dell’assessore regionale alla Pesca, Sara Giannini, che ha richiesto al ministero delle Politiche agricole e forestali il prolungamento ad almeno 45 giorni del fermo pesca, stabilito, per il momento, nel periodo compreso dal 2 al 31 agosto. “La proposta dell’assessore regionale – sottolinea Cardogna – ha accolto la richiesta delle cooperative e delle imprese del settore della pesca regionale, un’iniziativa su cui, come Verdi, siamo assolutamente d’accordo e che sosteremmo con forza.

Crediamo che si possa fare ancora di più per il nostro mare e lavorare per estendere il fermo nel periodo compreso fra la riproduzione e la crescita della fauna ittica”. Secondo Cardogna, “il fermo biologico della pesca deve essere esteso ad almeno 45-50 giorni per permettere che ci sia una reale tutela degli stock ittici. Com’è stato dimostrato nei primi anni ’90, quando fu applicato il fermo bellico, della durata di 60 giorni, per le conseguenze della guerra nei Balcani, un periodo prolungato di stop delle attività di pesca permise un effettivo miglioramento della quantità e della qualità della pesca. E’, quindi, necessario oggi favorire questa proposta per ottenere un pescato migliore, sostenere l’economia delle cooperative e delle imprese del settore ma, soprattutto, per tutelare la fauna che vive nel nostro mare”. Una tutela su cui, per Cardogna, bisogna cominciare a lavorare subito pensando alla stagione del 2011. “Occorre pensare alla creazione di una macro area del Centro Nord dell’Adriatico – dice Cardogna -, per la quale tutte le regioni di questa parte del bacino, Marche, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, collaborino per ottenere il massimo risultato dall’utilizzo dello strumento del fermo biologico e per uniformare i comportamenti di tutela delle risorse del mare. Come Verdi, diciamo sì ad un fermo di 50-60 giorni, che cominci a metà agosto per proseguire per tutto il mese di settembre”. Questo, spiega Cardogna, “perché la ricerca ci ha sempre spiegato che è necessario riprendere le attività di pesca in autunno inoltrato in modo da non danneggiare le risorse ittiche, presenti in mare, in quel periodo, ancora con pesci troppo piccoli. E’ opportuno, perciò, trovare un nuovo equilibrio che permetta di conciliare le esigenze dei pescatori e quelle della commercializzazione ma, soprattutto, per proteggere il nostro ambiente marino”.




25 Agosto 2010 alle 17:10 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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