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Phantom “Smoke & Mirrors”

di | in: Recensioni


Etichetta: La Nausée Records

Brani: Part 1:  Sphinx / We Float / Blood Music / We Float (Death in Plains remix) / Part 2: I Am Not / Voodoo Romantic / Great Pretender / Fever / Love in A Void


Difficile non innamorarsi di un album così. Difficile, da parte mia, fare a meno di confermare le aspettative investite dalla stampa musicale internazionale su questo giovane duo londinese. Acclamato progetto di Elsie Martins e Jonny Martin, quello dei Phantom è un debutto che tocca subito livelli altissimi. Prodotto da James Aparicio (già al lavoro con Nick Cave, Mogwai, These New Puritans) e pubblicato dall’inglese La Nausée, “Smoke & Mirrors” è un condensato di sentimenti e passionalità inquiete. Due sole tracce, suddivise al loro interno da sezioni musicali che si alternano senza sosta, realizzano un percorso introspettivo ed elegante, estremamente ricercato nella forma come nei contenuti. Sensuale e carico di emotività, il suono dei Phantom si lega ad esperienze romantiche noir e decadenti, muovendosi su un tappeto di impulsi elettronici minimali accompagnati dalle più profonde deviazioni estetiche, tra filosofia psichedelica e cultura gothi

Dai Velvet Underground al “No more shall we part” di Nick Cave passando per i Portishead (solo per citare alcuni degli illustri riferimenti fatti intorno ai ragazzi di Londra). Le influenze percepibili all’interno di quest’album sono tante e ben dosate dai due musicisti, capaci di ereditare ed evolvere un sound di alta scuola, attingendo con classe dal trip-hop come dall’elettronica raffinata e meno convenzionale (il remix del nostro Enrico Boccioletti / Death In Plains in “We Float”, ad esempio, conferma in pieno l’attitudine dorata ed inquieta a cui il disco aderisce). La voce suadente di  Elsie Martins si muove con estrema eleganza (“Voodoo Romantic”), poggiando con discrezione su un tappeto di suoni acustici talvolta più distesi (“Love in A Void”) talvolta più discretamente espliciti (“Great Pretender”), realizzando in poco più di mezzora un rapimento emotivo che raramente vi lascerà indifferenti. Come anticipato: difficile non innamorarsi di un album così.




14 Ottobre 2010 alle 18:18 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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